Lanzo d'Intelvi
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LANZO D'INTELVI

3 novembre 2005 , la giornata non promette bene.

Nebbia bassa ci accoglie, alle 7 del mattino, all’uscita del solito bar di Cardano.

Si spera, si invoca Eolo per l’invio di venti favorevoli, e si parte, in compagnia di Gabriele e di Fermo per Lanzo d’Intelvi.

Il programma odierno prevede la visita del M.te Pinzernone – il M.te Caslè e Pian d’Orano; programma realizzabile in una mattinata date le buone condizioni delle strade e la possibilità utilizzando le strade militari di salire, con il nostro Suzuky, anche in quota.

 

MONTE PINZERNONE (o Monte Cecchi) m. 1175 s.l.m.

Raggiungiamo Lanzo e ci dirigiamo verso l’ospedale proseguendo, successivamente, in direzione sempre su strada asfaltata verso Ramponio Verna e, in località Pietra Fessa (foto 1 - foto 2), ci spiega Fermo il nostro esperto/ricercatore di trincee ...

In concomitanza con la strada militare che sale, a sinistra, al Monte Pinzernone sulla destra quasi in fregio alla strada notiamo quattro invasi (foto 1 - foto 2 - foto 3) di una batteria di obici quasi impercettibili ad occhio non esperto.
Detti invasi indicano che la linea di tiro dei pezzi di artiglieria era rivolta verso la Val Mara e il ponte di Melide, che attraversa il lago di Lugano, la cui strada porta a Chiasso e a Como e, di conseguenza, verso la pianura padana.
Proseguiamo, in direzione Ramponio Verna, poco oltre notiamo la cascina Gregoriana ove, secondo indicazione di un libro, dovremmo trovare postazioni di una batteria ma non abbiamo trovato nulla.
Ritorniamo sui nostri passi, in direzione della Clinica Fisioterapica (ndr. l’ospedale ), ed a Pietra Fessa Orlando con il fuoristrada gira a destra ed imbocca la strada militare per il M.te Pinzernone.
A monte della strada ci segue un non meglio definito camminamento o trincea
Subito dopo il quarto tornante, in un avvallamento a sinistra (foto 1 - foto 2 - foto 3), notiamo quattro invasi di batteria ed uno presenta ancora i muri in sasso a secco sui fianchi.
Avanti un centinaio di metri, a livello della strada ma sulla destra (foto 1 - foto 2), rileviamo un’altra batteria.
Dagli invasi si può dedurre che la linea di tiro era su Lugano.
Ripartiamo e raggiungiamo la Vetta del M.te Pinzernone a m. 1175 s.l.m. ove termina la strada carrabile militare.
Sulla destra rileviamo l’imbocco di un camminamento in galleria, entriamo con tutta l’attrezzatura di Orlando, luci e macchina fotografica.
Ad una ventina di metri dall’entrata sulla destra un ramo secondario di galleria, lungo circa metri quarantatre, mentre il principale sarà di circa metri cinquanta.
Comunque non proseguiamo oltre perché i punti da noi raggiunti erano occlusi dalle frane (foto 1 - foto 2).
Essendo la galleria un camminamento pensiamo che doveva portare a qualche opera di difesa o di osservazione quindi, riguadagnata l’uscita, ne seguiamo i rami e quello principale ci porta a quello che doveva essere un ricovero truppa con copertura in calcestruzzo.
Sul davanti di detto ricovero, di difficile riconoscimento anche data la stagione autunnale, si aprono a forma triangolare tre piazzole che spaziano da sinistra, verso il lago di Lugano, a destra verso Pellio Intelvi.
Al termine della piazzola di destra si diparte una lunga trincea che protegge la cima sul lato rivolto verso mattina (levante).
Sulla cima notiamo pure altre trincee (foto 1 - foto 2 - foto 3).
Abbandoniamo questo monte e, ritornati sulla strada principale alla Pietra Fessa, svoltiamo a destra con direzione l’ospedale.

 

MONTE CASLE’ (m. 1045 s.l.m.)

Qui giunti prendiamo, a destra, la strada militare che la costeggia e saliamo al Monte Caslè dove parcheggiamo nelle vicinanze della bolla (piccolo laghetto artificiale per l’abbeveramento del bestiame al pascolo).
Ispezioniamo sulla destra della bolla, verso il lago di Lugano, e notiamo una strada di difficile identificazione (se militare o se fatta dai contadini per trasportare legna) ed un largo trincerone lungo circa metri trenta del quale non saprei dire quale funzione avesse.
Potrebbe essere, secondo certi testi, un posizionamento per piccoli obici da 75.
Proseguiamo le nostre ricerche verso la cima del M.te Caslè fino agli scavi archeologici del Castelliere (foto 1 - foto 2).
Proseguendo nel bosco, seguendo un presunto camminamento ed entrando in una zona privata recintata, notiamo l’ingresso di una galleria occlusa (foto 1 - foto 2).
Un data incisa sulla pietra ci fa pensare che avesse qualche riferimento con la linea Cadorna.
Più avanti troviamo un ricovero truppa, o osservatorio, chiuso.

E’ difficile trovare qualcosa in questa zona dato il notevole degrado ed incuria esistente.

Effettivamente questa zona era già stata visitata da me altre volte, da solo e con pazienza, ma non ero riuscito a trovare cose interessanti.

Eppure è impossibile che questa zona, che fa parte della linea Sighignola – Pinzernone, sia difesa così poco. Forse potrebbe essere successo, e mi auguro che qualche lettore di queste mie ricerche sappia essermi di aiuto, da quanto da me appreso, in chiacchiere da bar, che dopo la guerra del ‘15/’18 alcuni confini siano stati modificati e che, di conseguenza, fortificazioni sul confine siano finite o qualche decina di metri aldiquà o aldilà del confine

Ritorniamo alla Suzuky e ci dirigiamo verso Lanzo d’Intelvi ove imbocchiamo la vecchia strada militare, ora perfettamente agibile ed asfaltata, per la Sighignola.

 

PIAN D’ORANO

Dopo il primo, o secondo tornante, svoltiamo a destra con direzione Pian d’Orano.
Orlando è la terza volta che viene in questa zona e non si dà per vinto che non vi sia alcuna opera militare.
Giriamo in lungo e largo tutto il pascolo ed il bosco fino a dove, un tempo, vi era la rete di confine con la Svizzera ma ci dobbiamo arrendere davanti all’evidenza.

Anche qui è strano che non si trovi nulla. Alcuni testi parlano di resti di un fortino per mitragliatrici con casamatta a botte e di altre fortificazioni.

Io ho trovato solo una valletta morenica forse, secondo le solite chiacchiere da bar, usata come zona adibita a sacrifici giustificabili dalla presenza di un sasso copelliforme (foto 1 - foto 2), panorami bucolici ed un panorama sul M.te Pinzernone, ed un roccolo per cacciatori (foto 1 - foto 2).

Riprendiamo il percorso verso la Sighignola, Orlando ha già l’acquolina in bocca per il pranzo che assaporerà lassù sul Balcone d’Italia nel ristorante del suo amico Paolo ma, giuntovi, dovrà trangugiarla perché il ristorante è chiuso.

 

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Ferruccio C. Ferrazza
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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016