Colmegnone
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MONTE COLMEGNONE (mt. 1383)

 

Per questa passeggiata bisogna tenere come punto di riferimento, e di partenza, la colma dei Murelli, dove si trova il Rifugio Murelli tutt’ora in fase di ristrutturazione.

Le strade di accesso sono numerose e tutte attraverso boschi.

Per chi si trova a Como da piazza Mazzini, Cernobbio, deve salire in auto verso la cima del Monte Bisbino tenendo presente che ad un certo punto, sulla destra, trova l’indicazione Ca’ Bossi. Seguirla e procedere lungo una carrareccia militare per il rifugio Bugone e poi per il Rifugio Murelli.

La strada, che è il pezzo iniziale della via dei Monti Lariani percorrendo la cresta tra la svizzera Val della Crotta ed il bacino del lago di Como, è abbastanza agevole pur richiedendo una certa attenzione.

Per chi proviene dal lago, via Argegno, deve raggiungere Schignano.
Provenendo dall’alto Lago di Como . Menaggio – Porlezza – Osteno – S. Fedele – Schignano.

Qui bisogna fare attenzione perché il paese è piccolo ma costituito da numerose frazioni, seguire l’indicazione Vesbio e poi Almanno. Prima di arrivarci si trova una curva a destra, in salita, con un parcheggio, alcuni cartelli sulla sinistra, se riuscite ad identificarli, indicano il Rifugio Binate.

NOTA DI FERRUCCIO
Se sbagliate strada, non è poi così male.
Guardate qui dove sono arrivato.

La strada, come tutto il percorso fino al Rifugio, è molto stretta con fondo sassoso ed in certi punti molto ripida, tutta nel bosco.

Per maggior sicurezza salendo da questa parte io propenderei per un classico fuoristrada, purché di piccole dimensioni, la mia Suzuki Jinmy va bene, perché ad un certo punto bisogna passare tra due case e ci si passa al limite.

Al termine della salita, uscendo dal bosco, la strada diventa pianeggiante e, come ricompensa, offre bellissimi panorami alpestri e la vista del Rifugio Binate.

Dopo poco tempo si arriva al Rifugio Binate, vecchia caserma della Guardia di Finanza, dove consiglio una sosta per un buon pranzo a base di tipica cucina montana e per ammirare il panorama.

Di fronte si presenta il Sasso Gordona, nostra prossima meta, e se la giornata è bella si può spaziare fino al gruppo del Monte Rosa e delle Alpi svizzere.

Se volete rimandare la sosta culinaria proseguite lungo la strada e si arriva al Rifugio Murelli da dove, se la giornata è bella, si gode un bellissimo panorama di Como e del primo bacino.

Parcheggiamo la macchina nel prato antistante il Rifugio ed a piedi ci incamminiamo verso la cresta avendo come punto di riferimento una striscia bianca, la strada che porta alla chiesetta di S. Bernardo in via di sistemazione.

Giriamo a destra seguendo la cresta nord-est del Colmegnone, esistono due postazioni inerbate di difficile rilevazione, e percorrendo un ripido sentiero con sulla destra un muretto in pietra identificabile da numerosi ”ometti“, classici segnali direzionali montani, si giunge sulla vetta (mt. 1383).

Ammiriamo, oltre al panorama, una grande postazione di artiglieria formata da un ampio piazzale in parte scavato nella roccia, sostenuto a valle da una massicciata in pietra e difeso dal lato nord-occidentale da una spesso bastione in pietra.

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Sostiamo sulla vetta ad ammirare il meraviglioso panorama sul primo bacino del lago di Como, sulla zona che da Argegno va verso l’Isola Comacina e sulla Val d’Intelvi, l'Alto Lago, ed infine scorgiamo il nostro punto di partenza, il Rifugio Murelli con lo sfondo della catena del Monte Rosa.

Scendiamo alla nostra macchina e, ripercorrendo la strada già fatta, ritorniamo al Rifugio Binate per affrontare il problema del mezzogiorno, anche perché attualmente è l’unico posto disponibile a risolvere, od almeno cercare di farlo, i nostri problemi.

All’interno si possono ammirare in una bacheca alcuni residuati bellici e leggere, a cura di un ignoto scrittore la storia del Rifugio.

Dopo essersi riposati, e ben rifocillati, per il ritorno basta ripetere la strada già fatta.

Lasciamo il Rifugio dopo aver dato un’ultima occhiata al panorama, sempre più bello ed indimenticabile, ed un doveroso pensiero dopo aver letto la lapide commemorativa.

Eventualmente, qualora si volesse allungare la passeggiata, dopo aver lasciato il Rifugio Binate, direzione Schignano, al termine del falsopiano con vista panoramica, e cartello indicante percorsi e postazioni della Linea Cadorna, una curva a destra vi immette nel bosco e, dopo pochi metri di ripida discesa, fare attenzione ad un cartello in legno, sulla sinistra, indicante ”Rifugio Prabello”.

Seguirlo, si raggiunge il Rifugio e, percorrendo una strada molto più agevole, si scende a Pian Perla, un alpeggio sulla destra consente di ammirare un bellissimo panorama sul Lago di Como – Bellagio e la Grigna.

Continuando dopo poco ci si immette sulla strada asfaltata che conduce a Casasco.

 

ALMANNO

Prima di segnalare ad Orlando questo itinerario, lo avevo percorso da Schignano al Rifugio Binate e da qui al Rifugio Bugone per scendere poi a Cernobbio, in una sorta di avanscoperta, ma senza che ancora avessimo maturato l'intento di visitare la Linea Cadorna. Sono stati proprio i cartelli trovati al Colmo di Binate ed al Bisbino che hanno dato avvio e basi per il progetto.

Il mio interesse inizialmente era per i percorsi transitabili con il fuoristrada, e studiandone e saggiandone alcuni avevo scoperto le bellezze della Val d'Intelvi.

Ritornando a quel primo viaggio, avevo preparato il tracciato sulle mappe da me preferite, ossia sulle CTR della Lombardia al 1:10.000.
Sullo specifico, la mappa faceva capire che vi fosse una strada di accesso alla salita verso il Rifugio Binate dal centro del paesino di Almanno, e che questa fosse ben più agevole rispetto a quella che si diparte, circa 1 km. prima sulla sinistra, da dove poi in realtà siamo saliti.
Nei fatti si rivelò come non fosse per nulla così, ma lo scoprii arrivando proprio ad Almanno, dove la strada percorribile si arresta in uno spiazzo adibito a parcheggio.

A quel punto, lasciata la macchina, a piedi cercai il mio percorso, e scoprii che si trattava semplicemente di un tracciato impercorribile attraverso un prato, meno ancora di un sentiero.

Vista la situazione, perchè non approfittare e così pensai di addentrarmi nel paese, che mi attirava per la sua rustica architettura.

Ho scoperto un luogo particolarmente suggestivo, percorso da stradine silenziose e fresche (siamo in estate), tutte pazientemente ed accuratamente lastricate con pietre piane.

Diversi sono gli scorci di quell'architettura rurale che avevo intuito di poter ammirare.

Passeggiando, mi si aprì la vista su un piccolo spiazzo dominato da una fontana con abbeveratoio, datata del 1888, dove alcuni particolari di vita locale mi hanno fatto pensare che l'acqua che sgorgava dalla canna avesse qualche particolare proprietà salutare, fors'anche solo per dissetare, oppure semplicemente per costituire un, o meglio, il punto di aggregazione sociale del paese.

Un paese, insomma, che pur non offrendo nulla al turismo di massa, sempre più frequentemente in eccesso di invadenza e rumore, mostra però in vario modo la propria anima tranquilla e serena, frutto della cura che i suoi abitanti profondono nel renderlo luogo di vita e di salute anche e soprattutto per il passante sperso, quale ero io in quel momento.

 

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Ferruccio C. Ferrazza
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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016