Ponna - Claino
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ALPE DI PONNA E ALPE DI CLAINO

 

Siamo in Valle Intelvi e questa è una passeggiata molto bella, attraverso i boschi, e con meravigliosi squarci panoramici sul lago di Lugano.

Richiede una certa preparazione, non per eventuali difficoltà, ma per la lunghezza (circa 12 chilometri) che anche se, soprattutto dall’Alpe di Claino a Ponna, il percorso si svolge lungo la vecchia strada militare alla lunga si fa sentire pur se pianeggiante.

Da Ponna parte una strada carrabile, ex militare, che attraverso Tellero – Alpe di Ponna –Boffalora – Alpe di Ossuccio – Alpe di Lenno raggiunge il Rifugio Venini e Cornelio e più avanti di un kilometro si trova una batteria blindata di obici.

Il Rifugio Venini è raggiungibile, sempre in auto, anche da S.Fedele (in Val d’Intelvi) – Pigra – Boffalora dove si incontra la strada che sale da Ponna.
Da Ponna parte anche una mulattiera militare, che noi in parte percorreremo, percorribile a piedi tra i boschi con, a sinistra, panorama sul Ceresio e successivamente sulla Val Menaggio, diretta verso l’Alpe di Claino – valle del Tremezzolo – Panari – Corte Vecchia – Rifugio bivacco Alp de Volt (sopra Bene Lario) – Alpe dei Boggioni – Alpe di Grona – Alpe dei Minetti e si congiunge con la linea di difesa sopra Menaggio.

Però il tratto Alpe di Grona – Alpe dei Minetti attualmente non è più visibile.

Volendo fare questa passeggiata consiglio l’utilizzo di due macchine, che possono non essere necessariamente fuoristrada date le buone condizioni stradali, lasciandone una a Ponna (luogo di arrivo) e salire con l’altra all’Alpe di Ponna (luogo di partenza).

Ho avuto come compagno di viaggio, in questa passeggiata, un Amico di Bene Lario (Buzzi Fermo detto Firmino) ottimo conoscitore, per ex motivi professionali di queste montagne, ed appassionato ricercatore, e talvolta ristrutturatore, delle trincee e lascerei a Lui la descrizione dell’itinerario. Le parti in corsivo sono la diretta testimonianza di Firmino.

 

“Date le mie precarie condizioni fisiche non avrei mai pensato di rivedere ancora il Monte del Rocco - il Sasso Bianco e l’Alpe di Claino.

L’opportunità mi viene data da Orlando Chiari, che nonostante sia più anziano di me e vive a Milano (due considerazione già sufficienti per screditarmi ndr.) ha una gran voglia di visitare queste zone disseminate di opere militari risalenti alla Grande Guerra e facenti parte della cosiddetta Linea Cadorna.

Il 23 agosto 2005, alle sette del mattino, risaliamo con due macchine la Val d’Intelvi.

A Ponna Superiore lascio la mia auto e con il suo fuoristrada proseguiamo.“

 

Prendiamo la direzione per il Rifugio Boffalora e, poco dopo il Ristorante Ponaggio, saliamo per una strada a sinistra per pochissimi metri e troviamo quattro postazioni per cannoni ormai inerbate ma ancora visibili.

Proseguiamo in macchina ed incontriamo un monumento nazionale: una enorme quercia ormai rinsecchita.

Lasciamo la macchina all’imbocco di una seconda strada, a sinistra, dove poco distante possiamo ammirare altre postazioni a terrapieno.

 

“Percorriamo a piedi un breve tratto di cresta in direzione Boffalora e imbocchiamo un sentiero, a sinistra, diretto verso il Monte del Rocco.

Giunti ai ruderi di detto Monte il mio compagno di avventura, o di sventura, fotografa quell’ammasso di sassi, residui di una vecchia tradizione contadina e alpigiana, un tempo fonte di sostentamento di tante famiglie. Notiamo pure una vecchia nevera.

Una breve panoramica con la telecamera al sottostante Lago di Lugano, alle montagne che vi cadono a picco, al massiccio del Monte Rosa, Lugano, Oria e S. Mamete di Valsolda, luoghi dove il Fogazzaro ha ambientato il suo celebre romanzo ”Piccolo Mondo Antico” e poi più su la cresta del Sasso Bianco che è come un promontorio che divide la valle del Tremezzolo da quella di Santa Giulia.

Camminando in cresta in direzione del Ceresio arriviamo al Prato Inglese, così denominato da un prete di Porlezza in una sua ascensione antecedente l’ultimo conflitto mondiale.

Qui Orlando rileva una trincea posta all’inizio del prato e fotografa il prato stesso.

Lasciato il Prato Inglese, ove il promontorio a picco scende verso l’Alpe di Claino, troviamo il camminamento che con una curva verso il Tremezzolo termina con quello che, secondo me, era un ricovero truppa con camino per riscaldarsi ed un punto di osservazione, o posto mitragliatrice.

Sotto una cinquantina di metri dal camminamento e ben impiantato in costa verso il Tremezzolo, un enorme masso granitico (a 1200 metri slm) portatovi nell’era glaciale dal ghiacciaio della Valtellina che con un ramo aveva invaso la Val Menaggio scavando i laghi di Piano e del Ceresio.; la sua lunghezza supera i 13 metri.

Un subbuglio dentro di me, non pensavo di poter rivedere quel colosso che ancora ho lì di fronte che nella sua solitudine, e ben nascosto, domina la vallata sottostante.

Tante riprese e tante foto ed un nodo nella mia gola quando lo devo abbandonare.

Alle ore 11 siamo all’Alpe di Claino, tralasciamo di rilevare la piccola galleria, rileviamo invece la caverna ricovero in grotta della truppa, poi il pranzo su un prato che sembra un vero balcone sul lago di Lugano.”

 

Firmino non l’ha menzionato ma la caverna / ricovero è, da tempo, motivo di discussione tra lui ed il gestore dell’alpeggio che la utilizza per scaricare tutti i rifiuti e che mi prega di fotografare,

 

“Alle ore 12 ci incamminiamo sulla strada militare che va verso Ponna.

Durante il tragitto rileviamo cinque gallerie che, secondo noi, erano postazioni di mitragliatrici a protezione della strada stessa poiché posizionate dentro le vallette e, di conseguenza, dirimpettaie, ed un bel ponticello con una unica arcata.

A metà tragitto inizia il nostro calvario, anche se siamo contenti della nostra passeggiata; a me un gran male di gambe a causa del mio problema di occlusione alle arterie, mentre il mio compagno di sventura, a causa dello zaino e del suo peso, accusa dolori alla schiena tanto da camminare piegato verso sinistra.

Adagio adagio riusciamo a trascinarci verso Ponna e quando giungiamo a veder la mia auto sottostante ci sembra di essere come quegli ebrei quando nel deserto avevano fame e vedevano scendere la manna dal cielo.

Comunque il mio compagno non si è mai lamentato ed ha sempre camminato (anche se più anziano e di Milano ndr) e posso dire che ambedue, nonostante la nostra età ed i nostri magagni, con questa escursione abbiamo bagnato il naso ai giovani ed abbiamo fatto un figurone esplorando questi posti ove non mi è mai capitato di vedere anima viva.

Recuperato il fuoristrada di Orlando, all’Alpe di Ponna, stanchi ma contenti della nostra impresa siamo ridiscesi dalla Val d’ Intelvi ed ai Crotti di Porlezza ci siamo salutati con l’accordo dei trovarci il martedì entrante, 30 agosto, per fare una visitina alla seconda linea di difesa sopra la Crocetta di Menaggio.”

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016