San Bernardo di Monte Carasso:
il portico e l'esterno
testo e foto di Ferruccio C. Ferrazza
(visita effettuata nel settembre 2007)
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Il portico esterno.
Sotto il portico, protetto dal tetto a capriata, il visitatore viene
accolto da un imponente affresco che riempie tutta la parte superiore del portone
daccesso.
La prima sensazione è quella di rabbia, nel vedere come il dipinto sia
costellato dai graffiti lasciati da sconsiderati visitatori, e naturalmente mi sono
domandato a quale livello di ignoranza si sia arrivati in questo mondo se nemmeno le opere
darte si salvano dallimbecillità umana. Poi ho osservato con maggiore
attenzione, ed ho scoperto che si tratta di vere e proprie testimonianze depoca, per
così dire. Tra i tanti si legge
chiaramente una nota apposta nel 1793 addirittura da un abate, tale Antonio Sala. Forse
sarebbero anche questi da preservare con accuratezza. Opere di ingenui artisti del turismo
sacro.
Laffresco si impernia al centro con la rappresentazione
dellAscensione del Cristo Risorto, contornato da una nuvola a cornice dalla quale
emergono dei serafini.
Le figure dei santi che si trovano ai lati lasciano qualche dubbio
interpretativo, almeno in due delle quattro raffigurazioni.
Di certo si può riconoscere San Bernardo di Chiaravalle, vestito del
bianco abito della regola cistercense, la barba curata, regge un libro come simbolo della
sua prolifica attività letteraria e si appoggia ad un bastone pastorale di semplice
fattura.
Allestrema destra Maria Maddalena, in una rappresentazione
perfettamente allineata con liconografia classica che la vuole con i lunghi capelli
sciolti su uno sfarzoso abito, mentre nella mano tiene il vaso per contenere
lunguento con il quale cosparse i piedi del Signore.
Ma ora cominciano i problemi. Iniziamo con la figura allestrema
sinistra.
Ho volutamente trascritto il flusso del mio pensiero, così come si è
sviluppato durante lanalisi e la ricerca, soprattutto perché penso che anche ai
lettori piaccia capire come e perché si arriva ad una certa valutazione; in questo modo
ognuno è in grado di approfondire e di indicare dove sia stato commesso, eventualmente,
il mio errore.
Qualcuno ha segnalato che si tratta di San Maurizio, o di San Vittore,
comunque un soldato della Legione Tebea. Io ritengo che vi sia in questo un errore
interpretativo. Gli attributi classici di San Maurizio sono la palma del martirio, la
spada o comunque labbigliamento del soldato, sul petto la croce mauriziana, e lo
stendardo con la croce rossa in campo bianco. Nella nostra figura ritroviamo solamente la
spada, la cui elsa si intravede stretta nella mano sinistra. Con evidenza
labbigliamento non è quello di un soldato, e tantomeno lo stendardo riporta una
croce rossa in campo bianco, bensì proprio il contrario, cioè una croce bianca in campo
rosso, stendardo simbolo dei crociati e degli Ordini Ospedalieri, a loro assegnato da Papa
Innocenzo II nel 1130, ed in seguito concesso ai Savoia ed alla Danimarca. Peraltro
risulta molto curioso il fatto che tra gli Ordini Ospedalieri emerga quello di San
Giovanni di Gerusalemme, poi conosciuto anche come Cavalieri di Rodi, il cui fondatore fu
un certo Mauro di Pantaleone, mercante della Repubblica dAmalfi. E se di lui si
trattasse? Maurizio, Mauro; strane coincidenze. Labbigliamento potrebbe indurre al
riconoscimento di un ricco mercante. La spada gli assegna il compito di difensore della
fede, cui gli Ordini Ospedalieri erano tenuti. Però laureola sul suo capo ne fa un
santo. Ed ancora, perché è avvicinato a San Bernardo? Qualche ricerca ed ecco che appare
un legame ancora più intrigante nella storia dei Savoia. Fu Amedeo III di Savoia, detto
il Conte Crociato, nato intorno allanno Mille, che partì per
partecipare alla II Crociata, voluta e sostenuta con forza proprio da San Bernardo di
Chiaravalle. Il Conte Crociato non arrivò alla meta e morì ancor prima di raggiungere
Cipro. Santificato per volontà popolare, oppure dallartista del nostro affresco?
Peraltro rimane aperta unaltra alternativa, che appartiene anchessa ai Savoia.
Si tratta del Beato Amedeo IX, che come tale ha un diritto, seppur non sempre
concretizzato nelle iconografie, di fregiarsi dellaureola. La sua morte, avvenuta
nel 1472, rientrerebbe nella possibile tempistica dellaffresco. Però a questa
effigie manca un attributo normalmente presente in ognuna delle sue raffigurazioni, e
cioè il collare dellOrdine Dinastico. Ma allora abbiamo anche un altro beato tra i
Savoia, anchesso raffigurato come un giovane di nobile abbigliamento ma senza
collare, e forse siamo proprio nella giusta condizione per procedere ad una
interpretazione quanto più corretta possibile. Si tratta del Beato Umberto III, figlio di
quellAmedeo III Conte Crociato di cui ho detto. Lo stendardo con i
colori dei Crociati e dei Savoia, la spada di difensore della fede, labito
nobiliare, la vicinanza spirituale con i pensieri di San Bernardo. Credo proprio di essere
arrivato alla verità; se non fosse tale, ci sono molto vicino.
Passiamo ora alla figura che nellaffresco si trova
allimmediata destra del Salvatore. Qualcuno vi ha riconosciuto San Bernardino; a mio
avviso niente di più improbabile.
Di questo personaggio possiamo dire una sola cosa certa: si tratta di un
vescovo e Dottore della Chiesa. Lo certificano sia labbigliamento sia il libro che
stringe in mano. San Bernardino non è né luno né laltro. SantAmbrogio
forse? SantAgostino? Questi quelli per eccellenza. Ma chi può dire altro? Posso
solamente fare uno sforzo di immaginazione, valutando gli indizi che ho raccolto durante
questa analisi dellaffresco. A parte la Maddalena, i personaggi si collocano su un
asse temporale che segue di poco lanno Mille; Bernardo di Chiaravalle nasce nel
1090, Umberto III di Savoia nel 1136. Aggiungo poi una certa vicinanza del committente
dellaffresco con le cose del Piemonte sabaudo. Ne ottengo una convergenza
dindizi che indicano come possibile soluzione alla questione la figura di
SantAnselmo dAosta, appunto Vescovo e Dottore della Chiesa, nato nel 1033,
riconosciuto come uno dei più importanti personaggi storici ed ecclesiastici
dellarea piemontese e valdostana. Inoltre nella sua iconografia non vi è altro
attributo se non il pastorale, oltre allabito vescovile, in contrasto con gli
attributi di Ambrogio e Agostino che riporterebbero altri elementi qui non presenti. E
così sia.
Sopra il portone, sullarco è iscritta la data del 1582. Varchiamo
ora la soglia ed entriamo in chiesa.
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