Una breve annotazione sull'immagine riprodotta.
Oggi questa nota, nel mondo dominato da Internet, verrebbe classificata
OT, cioè off-topics, o meglio "fuori dal seminato".
In altri consessi verrei rudemente tacitato, se non direttamente cacciato, con modalità
elettroniche d'avanguardia
Ma come ben si sa, l'autore si prende qualche libertà (scusate la rima).
E quindi ho voluto prendermi questa licenza, nella speranza di incuriosire il lettore.
Veniamo all'immagine che su questa pagina ho riprodotto.
Si tratta della sezione di una stampa estratta dal volume
Luis Eustache Audot
L' Italie, la Sicile, les iles Eoliennes, l'ile d'Elbe, la Sardaigne, Malte, l'ile De
Calypso, etc.
d'apres les inspirations, les recherches et les travaux de MM. le vicomte De Chateaubriand
et al. ; recueillis et publies par Audot père
Paris : Audot, 1834-1836
E' un'opera imponente, in 6 volumi ricchi di stampe con viste di città,
e tra queste la riprodotta di Noli.
Per chi volesse consultarla, diverse copie sono custodite in non poche biblioteche
rintracciabili sull'indice dell'Istituto Centrale del Catalogo Unico e distribuite
uniformemente sul territorio nazionale.
Ne esiste anche una versione in lingua italiana, edita a Torino nel 1838 da Giuseppe
Pomba.
Curiosamente ho scoperto che una copia di quest'ultima è stata sottratta alla Biblioteca
Teresiana di Mantova.
Questo mi porta a pensare alla storia raccontata in un volume che ho
nella mia biblioteca.
Miles Harvey
L'isola delle mappe perdute
Milano: RCS LIbri, 2001
dove al verso di copertina si legge:
La storia romanzesca di un ladro di mappe rare e preziose
Una lettura non solo avvincente, ma anche istruttiva, che lascia un
profondo ricordo nel tempo.
Ogni volta che trovo stampe e mappe solitarie, che mi inducono a pensare che siano state
estratte da libri, quel ricordo riemerge.
Ma vediamo l'immagine.
Noli agli inizi dell'800
Utilizzo questa vista per raffrontarla con la situazione attuale.
Un ulteriore elemento di confronto può essere rappresentato dalla mappa del Borgo
che è parte dell'atlante di Matteo Vinzoni, risalente al 1771, e la cui riproduzione si
trova in un cartello indicatore posto nei pressi del Comune (interessante l'inserto
relativo all'isola di Bergeggi, a quel tempo sotto la giurisdizione del vescovo di Noli).
Tornando alla stampa, verosimilmente possiamo attribuirne lo studio in
un periodo che va dal 1817 al 1834.
La via Aurelia che vi compare, a bordo mare, è stata inaugurata nel 1817 e la stampa è
inserita nel volume del 1834.
Perfettamente riconoscibili sia il Castello sia il Vescovado con la
chiesa di Nostra Signora delle Grazie.
Rapportata con la situazione
attuale, il Castello nella stampa mostra ancora le due torri laterali a pianta
quadrata di cui oggi rimangono solo i ruderi.
Sul limitare dell'abitato, a settentrione, la torre Papone; a sinistra
la torre merlata del Comune.
All'estrema sinistra, in basso, il bastione di difesa delle mura con il
portello.
Sulla destra, un muro parapetto induce a pensare che si tratti di un
ponte, nel qual caso è facile immaginare che sotto vi scorra il Torrente S. Antonio,
detto anche propriamente Torrente di Noli, formato poco prima di entrare nell'abitato dal
Rio Luminella e dal Rio Acqua Viva, e che costeggia le mura di ponente.
Al centro dell'immagine è riconoscibile, per la sua distinta imponenza,
anche il palazzo che fu dapprima dei Viale ed in seguito dei Salvarezza.
Chissà se la piccola macchia nera sulla facciata indica il punto dove rimase conficcata
una palla di cannone, sparata nell'agosto 1808 da un brigantino inglese in vena di
distruggere il borgo dominato dai Francesi; la palla fu tolta solamente in recenti
restauri.
Noli nel 2006
Ed ecco la visione della Noli attuale, ripresa proprio dalla parte
opposta rispetto a quanto appare nella stampa ottocentesca.
Diversi punti di riferimento storico sono ben riconoscibili, e dei quali
parleremo nelle pagine di dettaglio.
Sulla destra emerge la Torre del Canto, vicino alla più ridotta Torre Peluffo.
Sulla sinistra il campanile della Cattedrale, della quale si intravede anche la parte
superiore del frontale.
Osservando con attenzione al centro, sopra la casa più alta si scorge la parte terminale
del campanile della chiesa di San Paragorio.
Proprio al centro, leggermente più in basso, si nota la parte superiore di una torre
mozzata, con due belle finestre bifore ed un giardino pensile; è la torre di via Arduini.
Sullo sfondo, più a sinistra rispetto al centro, dove l'asfalto stradale confina con il
verde della collina, è identificabile l'imbocco della galleria della vecchia sede
ferroviaria, il cui tracciato nolese ora ha lasciato posto a diversi punti di parcheggio
per le autovetture. La vecchia stazione era nello spiazzo che si nota alle spalle della
Torre del Canto.
LA VISITA AL BORGO
Devo confessare che ho lasciato questa parte della rivista come l'ultima
da affrontare; la visita al Borgo è nel contempo sia facile sia difficile.
Facile, perchè ogni punto di interesse è descritto con dovizia di particolari storici
sia sul luogo sia in ogni pieghevole turistico.
Difficile, perchè l'esploratore trova pochi stimoli che lo portino all'entusiasmo del
"lavoro in proprio"; altri hanno già fatto per lui; si tratta di
un'esplorazione guidata: un ossimoro, un contrasto in termini.
Io, che provo piacere nel ritenermi di quest'ultima categoria, qui a Noli mi trovo a
disagio.
Come faccio a raccontare qualcosa di interessante perchè nuovo?
Difficile, se non impossibile.
Ci proverò, soprattutto cercando di evitare quanto più possibile la
descrizione di itinerari e percorsi.
Noli è un Borgo dove è piacevole gironzolare, senza meta.
Allora, se si ha la pazienza di soffermarsi ad osservare e studiare, non solo a guardare,
forse qualcosa di interessante si riesce a scoprire.
Anche qui, come in altri casi, ho preferito suddividere l'esplorazione
per temi e non per percorsi.
Ecco quindi il risultato.
Le torri
La zona attorno al Comune
La chiesa di San Paragorio
Quattro passi in libertà
Una piccola nota d'opinione affatto personale.
La facilità di visita al Borgo, cui ho accennato deriva da un sistema
di cartelli indicatori ed informatori, dislocati in diversi punti dell'abitato. I cartelli
sono numerati sequenzialmente ed ognuno di essi spiega dove e come trovare il successivo:
una visita ben guidata. Sul cartello sono sviluppati, sia con il testo sia con la grafica,
gli argomenti di rilievo per quanto si trova nei dintorni della posizione.
La tecnica è efficace e di sapore museale.
La mia opinione è però che questi cartelli siano eccessivamente invasivi, per dimensioni
e per posizione. Con misure intorno al metro, sono in appoggio a pareti di palazzi, basi
di torri, androni, talvolta addirittura sotto lapidi, come nel caso di Piazza Dante.
In pratica, violano l'originale struttura ed aspetto del contesto (anche se in minor
misura quanto li ho trovati nelle visite all'entroterra).
Peraltro i contenuti dei testi sono di tutto rispetto: precisi, funzionali, coerenti con
il luogo, interessanti, stilati da esperti. Un peccato perderli.
Personalmente avrei quindi preferito che quanto il cartello riporta fosse stampato in un
supporto cartaceo, naturalmente con la raccolta di tutti i cartelli nella sequenza sin
d'ora prevista, e che il pieghevole fosse messo a disposizione gratuita del visitatore in
tutti i locali accessibili al pubblico: bar, ristoranti, alberghi, ma anche edicole di
giornali, supermercati, stazioni di rifornimento, uffici comunali e non; in pratica,
ovunque.
Chiunque, se interessato alla visita, potrebbe servirsene.
Il Borgo si riapproprierebbe di quegli spazi e di quegli scenari che da sempre sono suoi.