LA SPEDIZIONE IN ALBANIA NEL 1939
La Germania si prepara ad invadere la Polonia, cosa che avviene verso la
fine del 1939.
Naturalmente i venti di guerra spirano anche in Italia, che però
dichiara la propria non belligeranza quando il conflitto scoppia, in autunno; molti
ritengono che questa dichiarazione fosse fatta perchè il nostro esercito potesse prendere
tempo per attrezzarsi opportunamente in caso di attacco.
Però nella primavera mio padre era già stato spedito in Albania, alla
conquista di una nazione peraltro priva, a quanto si può leggere nelle sue lettere, di
risorse utili o comunque appetibili.
Inadatte o addirittura assenti le difese militari, la spedizione si completa in un paio di
mesi.
La partenza è suddivisa su quattro "colonne", con imbarco a
Brindisi e a Taranto.
Quella cui partecipa mio padre è posizionata con gli obiettivi più meridionali, vicini
al confine greco, per poi risalire verso nord.
Al rientro è probabile che lo squadrone venga posizionato nei dintorni
di Udine.
Una cartolina ricevuta in autunno a Nimis sembra testimoniarlo.
Le date significative e l'epistolario
1939 1/3 registrazione su F.M.
Caporale Maggiore
1939 6/4 registrazione su F.M.
Partito per lAlbania 3° Gruppo Carri Leggeri S.
Giorgio
Colonna Carasi imbarcandosi a Taranto
1939 7/4 registrazione su F.M.
Sbarcato a Santi Quaranta
1939
7/4 lettera
da Santiquaranta
1939 9/4 presunto da lettera
a Delvine
1939
11/4 lettera
da Argirocastro
1939 4/5 cartolina ricevuta
a Argirocastro
1939 9/5 nota su fotografie
a Tepelene
1939 17/5
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 403
da Tepelene
1939 25/5
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 27/5
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 29/5
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 29/5
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 1/6
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 7/6
cartolina postale per le FF.AA. P.M. 52
da Tepelene
1939 11/6
lettera
da Tepelene
1939 17/6
lettera
da Tepelene
1939 27/6 registrazione su F.M.
Rimpatrio imbarcandosi a Valona
1939 30/6 registrazione su F.M.
Sbarcato a Bari
1939 2/7 registrazione su F.M.
Nel 3° Gruppo Carri Leggeri S. Giorgio
1939 16/9 registrazione su F.M.
Trattenuto alle armi
1939 22/9 cartolina ricevuta
a Nimis (UD)
L'album fotografico
Quello che deve avere impressionato mio padre, in questa sua prima
lontananza dalla regione natale, è stato certamente l'ambiente, brullo, desolato e poco
abitato.
Ma anche il senso di appartenenza che lo squadrone generava nei singoli partecipanti.
Lo si rileva dalla visione di queste fotografie che alternano i panorami alla quantità
dei mezzi.
Con qualche appunto d'orgoglio patriottico.
Qui mio padre appare sopra una motocicletta opportunamente attrezzata
per gli eventi bellici.
Si tratta di una Guzzi "Alce" con motore monocilindrico da 500 cc. capace di
correre a 90 all'ora.
Una mitragliatrice Breda consente al pilota di difendersi in caso di emergenza, che
significa doversi fermare e posizionare.
Come si legge nelle lettere, il suo impiego è per l'avanscoperta alla testa delle colonne
dei mezzi e dei corazzati.
Ricordo che mio padre parlò qualche volta del problema dei fili di ferro stesi attraverso
la strada e fissati a due piante, alla giusta altezza per stendere definitivamente il
malcapitato motociclista che non si fosse accorto dell'insidia.
Per queto motivo, in caso di dubbio si guidava con la testa reclinata in basso, offrendo
in avanti la cupola dell'elmetto.
Da notare negli attendamenti l'uso del telo-tenda.
Si tratta di un telo in tessuto mimetico, quadrato, meno di un paio di metri di lato, con
un'apertura al centro chiusa da una patta.
Questa apertura consentiva di indossare il telo come un poncho, facedovi passare
la testa.
Quando invece si doveva costruire una tenda, il telo veniva collegato con bottoni ed asole
agli altri di cui ogni soldato era dotato, e la patta era il punto di aggancio dei
tiranti, come è ben visibile in una foto.
Ricordo che ebbi modo di usarlo anch'io quando, intorno ai 6 anni, si andò in vacanza
percorrendo il giro delle Dolomiti su una fiammante Vespa Piaggio, mio padre alla guida,
io in piedi sul pianale anteriore e mia madre seduta sul sellino posteriore. Quando
pioveva, il telo-tenda veniva fissato alla parte superiore del parabrezza (accessorio
molto costoso ma altrettanto utile) con tre mollette da panni, io stavo al coperto, mio
padre sporgeva la testa dall'apertura centrale per avre visulae di guida, e mia madre,
anch'essa al coperto, teneva teso il tutto sul retro.
A quei tempi non capivo come mai tutti ci guardassero al nostro passaggio.
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fotografico>