Santiquaranta 7-4-39

 

Carissimi,

siamo sbarcati stamane
in terra d’Albania, circondati
e protetti da potenti navi da guerra,
il paese è già nostro, pericolo
non c’è mai, c’è stato solo qualche
scaramuccia quando sbarcò per primo
il battaglione S. Marco.

Non temete che io sto benissimo, la
popolazione è contenta e felice di
essere diventata italiana.

Forse nel pomeriggio proseguiremo per
l’interno; qui ci sono posti quasi deserti
con montagne deserte e senza vegetazione,
ora stanno sbarcando i carri e le moto.

Salutatemi tanto amici e parenti
perché non posso scrivere a tutti
essendo il tempo prezioso.

Non c’è da temere perché gli albanesi
non hanno esercito, solo qualche
borghese armato, e si ritirano precipitosa-
mente.

State tranquilli e pregate per me.

Tanti saluti e abbracci.

Nino

 

L’indirizzo è questo

Carrista Ferrazza Natale

3° Gruppo Carri Leggeri III Squadrone

Colonna Carrasi

Posta speciale 1000

Roma

 

 

 

 

E’ la prima lettera, manoscritta su un foglio a quadretti.

Se ne ricava una sensazione di entusiasmo per questo primo contatto con un mondo così distante da casa, sia in termini geografici sia culturali sia anche esistenziali. Diverso, oltre che distante

All’inizio emerge anche un po’ d’orgoglio, ma, in finale, trapela una religiosa preoccupazione.