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La leva
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IL LAVORO DI ANALISI DEI DOCUMENTI

Nota:
ho sviluppato questa parte con l'intento specifico di aiutare chi si venisse a trovare nella mia stessa situazione e finora non avesse considerato i possibili aspetti storici e culturali racchiusi nei documenti che si trova a possedere.
Forse non ho nulla da insegnare, comunque mi è piaciuto farlo nella speranza che possa servire a qualcuno, anche solo incuriosendolo.

 

Mi piace mantenermi organizzato. Anzi, mi innervosisco se non lo sono o se non riesco ad esserlo.

Sarà per la cultura che mi sono costruito nell’attività professionale, sarà che mi trovo più a mio agio con le strutture definite, sarà che sono rigoroso, fors’anche inquadrato, comunque mi piace mantenermi organizzato.

Per ogni lavoro che affronto, voglio prima di tutto avere la panoramica completa di quanto ho a disposizione, per poi inserire ogni cosa in una sorta di casellario mentale che mi consente di lavorare facilmente su piccoli insiemi e successivamente di rendere questi insiemi tra loro collegabili secondo lo scopo del progetto.

Così ho fatto, dopo aver aperto la scatola dei ricordi.

Ho proceduto dapprima con una sorta di inventario, classificato per tipologia.

In questo modo ho potuto procedere con l’analisi degli “indizi” e dei “reperti” che mi ha portato ad identificare una cronologia di collocazione. Questo è risultato l’elemento più significativo per la costruzione dell’indice di lettura di questo sito.

 

Il ruolino.

Stampato in cartone sostenuto, è datato 1941, anzi, per la precisione, MCMXLI XIX E. F.

Sul frontespizio una stampa di classica ispirazione iconografica riproduce San Giorgio, il drago e la principessa, con la dicitura III GRUPPO CARRI “L” – “SAN GIORGIO”.

All’interno, estesa su 3 pagine, la composizione dettagliata di ogni squadrone, con i nomi dei soldati e la titolazione dei carri.

Tramite i collegamenti che seguono è possibile scaricare le immagini del documento originale.
Per consentire la lettura di quanto vi si trova scritto, è stato necessario mantenere un "peso" di ogni pagina tra i 300 ed i 400 kB.

frontespizio
Interno pagina 1
interno pagina 2
interno pagina 3
interno pagina 4
retro

 

Il foglio matricolare.

Riporta tutto quanto relativo alla vita del militare Ferrazza Natale, numero di matricola 92618 del Distretto di Milano, classe 1916. Ogni annotazione è rigorosamente datata.

Questo documento è risultato essere la guida fondamentale per la collocazione temporale degli altri oggetti.

 

Carte geografiche.

Sono di diversi luoghi, ma non sempre sono correlate a situazioni nella quali mio padre si è trovato ad operare secondo quanto specificato nel foglio matricolare.

Questo caso riguarda la carta titolata MEDIO ORIENTE, che copre un’area dal Mar Nero al Golfo Persico e quella titolata MEDITERRANEO OCCIDENTALE, dai Pirenei alla costa del nord Africa; entrambe edite da STATO MAGGIORE R. ESERCITO – UFFICIO PROPAGANDA R. E.; SONO IN SCALA 1:2.500.000.

Curiosa una piccola carta politica della regione jugoslava, scala 1:7.600.000, con cartiglio in lingua slava, dove è tracciato con matita blu un percorso che parte da Kranj, in alta Slovenia, e scende sino a Virpazar, al confine con l’Albania, passando per mare tra Split e Dubrovnik.
Per leggere i nomi dei luoghi ho dovuto utilizzare una lente d’ingrandimento da 10x!
Forse era la traccia per la discesa in Jugoslavia che iniziò nel 1941, ma che mio padre terminò probabilmente a Bihac.
Del resto i luoghi dove ha transitato con sicurezza testimoniale non sono su quel percorso.

Carta geopolitica de IL REGNO DI ALBANIA edita da Vallardi, in scala 1:600.000.

Carta topografica in lingua tedesca, edizione speciale per solo uso di servizio (Sonderausgabe! Nur für den Dienstgebrauch!) della zona compresa tra Petropawlowka e Artemowsk, a nord di Stalino, in scala 1:100.000.

Due carte topografiche in lingua tedesca per il comprensorio Losowaja – Star. Blisnezy e per il comprensorio Petropawlowka – Sslawjanka, in scala 1:100.000 con rilevamento del 1941.

Carta stradale a colori in lingua tedesca, edizione speciale per solo uso di servizio (Sonderausgabe! Nur für den Dienstgebrauch!) per il comprensorio Makejewka/Isjum, in scala 1:300.000.

Queste carte dei territori russi sono evidentemente relative a zone che hanno visto sviluppi di battaglie o di importanti avanzate dello squadrone dei carri leggeri cui mio padre apparteneva; le ultime tre citate sono stampate su carta “di riciclo”, infatti sul retro si trova la metà di una carta geografica, sempre nel territorio russo, ma di tipologia e zona completamente diversa, con rilevamenti in anni precedenti e con i toponimi scritti in cirillico e sovrastampati in rosso con caratteri occidentali.

Il lavoro di identificazione dei transiti e degli stazionamenti dello squadrone di mio padre, non sempre rilevabile in modo chiaro dalle lettere, non è stato per nulla facile, soprattutto in relazione proprio ai toponimi.
In molti casi mio padre li scriveva come li ascoltava, in altri la dizione italiana non corrisponde a quella locale, in altri casi ancora il luogo ha addirittura cambiato nome.
E’ stato necessario analizzare decine e decine di pagine di testi e di documenti Internet per poter assicurare una coerenza di posizione tra i fatti avvenuti e le mappe a disposizione; in questo caso ho usato abbondantemente le risorse geografiche presenti in rete Internet, confrontando le posizioni riportate sulle carte e le indicazioni fornite dalle testimonianze rilevate dai testi storici.
Ma i ricordi riportati in questi testi sono risultati contraddittori addirittura tra i diversi testimoni, talora maggiormente attenti a proporre un messaggio ideologico o anche solo romanzato piuttosto che cronisticamente storico ed affidabile.
Forse in parte confusi dal tempo che è trascorso, comunque non consentono di risolvere la totalità dei dubbi.
Del resto si tratta di eventi che nel tempo sono troppo vicini per essere dimenticati e nello spazio troppo distanti per essere ricordati.
Talvolta la ricerca risulta quindi totalmente infruttuosa.
Ma è da comprendere in che condizioni si trovassero questi uomini, privi di riferimenti conosciuti, senza possibilità di comunicare sia con i locali sia con gli alleati tedeschi per incompatibilità linguistica.
Un isolamento di fatto, sia fisico sia psicologico.

 

Quotidiani

I giornali raccolti sono tutti relativi al periodo nel quale si sviluppò una cruenta battaglia nei dintorni della cittadina di Carcov.
Un periodo nel quale sono totalmente assenti lettere di mio padre che possano confermare eventi e posizioni.

Edizioni del CORRIERE DELLA SERA nelle date del 8 maggio, 26 maggio, 30 maggio e 2 giugno del 1942.

Edizione de IL GIORNALE D’ITALIA del 27 maggio 1942. Riquadrato in matita blu un articolo di Raoul Radice, inviato di guerra sul fronte del Donetz, con titolo “Le eroiche gesta del C.S.I.R. – I pontieri all’assalto”, che riferisce di una battaglia avvenuta all’inizio dell’anno, in pieno inverno.

Edizioni de IL POPOLO D’ITALIA del 26 e 30 maggio 1942.

 

Lettere dalle zone di guerra.

Talvolta, ma non sempre, rappresentano una testimonianza con luogo e data certa del passaggio di mio padre.
Normalmente scritte a mano, con pennino ed inchiostro, probabilmente con la penna stilografica che compare in una foto a ritratto, in rarissimi casi dattiloscritte; questa diversificazione è probabilmente dovuta all’alternanza tra periodi operativi in azione bellica e periodi di servizio come scritturale.
Il supporto cartaceo è composto da fogli i più diversi, mai comunque su carta da lettera come noi la intendiamo, introvabile da quanto si può capire.
In un caso, leggendo una di queste lettere, ho scoperto quale fosse lo scopo igienico originario di quel fogliettino di ridotte dimensioni.

Un discreto gruppo, proveniente dall’Albania, è scritto sulle cartoline postali riservate ai militari.

Un ulteriore elemento per la collocazione geografica del mittente è costituito dal timbro POSTA MILITARE, la cui data ed il cui numero identificativo consente di risalire quantomeno ad una zona geografica di raccolta.
Frequentemente sulle lettere è apposto il timbro di approvazione VERIFICATO PER CENSURA.

L’esame della calligrafia, anche se condotto da un incompetente quale mi ritengo, comunque propone un ulteriore elemento di interesse, essendo in grado di rivelare gli stati d’animo del momento.

 

Le fotografie

Innumerevoli, un’ottantina, e praticamente tutte di dimensioni ridotte: circa cm. 9 x 6,5 con bordatura bianca.
Verosimilmente sono state scattate, da mio padre o da altri commilitoni compiacenti, con una macchina fotografica posseduta da lui stesso e che si portava appresso.
Lo può confermare il fatto che le foto classificabili come prime nella sequenza, risalenti al 1938, sono identificate sul retro dal timbro di un laboratorio di sviluppo che si trovava a pochi passi dalla sua abitazione a Milano.
Io ricordo che quella macchina fotografica era ancora utilizzata nella mia infanzia, e si trattava di una Kodak Retina I, di fabbricazione tedesca.

Per potere sistemare in sequenza le fotografie è stato necessario analizzarle nei dettagli fisici, ed in seguito anche in quelli di contenuto.

Dapprima ho cercato di costruire dei gruppi omogenei; per fare questo ho proceduto rilevando se vi fossero segni distintivi presenti sul retro, quali ad esempio i timbri apposti dal laboratorio di sviluppo, oppure le annotazioni scritte da mio padre (poche, in verità).
Per quelle rimaste, cioè quelle non classificabili in questo modo, ho preso in considerazione il tipo di carta ed il colore della gelatina della parte sensibile.
Il completamento dei raggruppamenti ha richiesto, per le ultime rimaste, una comparazione sulle strutture delle frastagliature dei bordi, che sono risultate essere una sorta di “impronta digitale” del laboratorio, di particolare efficacia per eliminare molti dubbi di collocazione.

In seguito ho cercato di posizionare i diversi gruppetti su una scala temporale.
Per fare questo ho analizzato il contenuto delle fotografie, valutando tutto quanto possibile: collegamento con altri gruppetti, aspetto fisico di mio padre (senza e poi con i baffi), gradi sulla divisa, riferimenti nel panorama, situazione meteorologica (soprattutto per la campagna di Russia), talvolta di nuovo i timbri di laboratorio sul retro.
In molti casi è stato necessario ricorrere alla lettura di testi storici, come appunto quelli che indicano le date significative per l’inizio delle piogge, della neve e del gelo.
E’ da dire che malgrado le stampe siano state effettuate in modo certamente artigianale rispetto all’attuale tecnica, i dettagli sono risultati di un livello per me impensabili in quanto a qualità e precisione; frequentemente ho potuto ricorrere all’impiego di una lente d’ingrandimento da 10x per ottenere una nitida visione di ogni singolo particolare, e con risultati di tutto rispetto.

Da questo lavoro, durato parecchi giorni e con frequenti revisioni e rifacimenti, sono stato in grado di costituire quattro principali periodi temporali nei quali collocare le fotografie:
la ferma di leva nel 1938
la spedizione in Albania nel 1939
la spedizione in Jugoslavia nel 1941
la spedizione in Russia tra il 1941 ed il 1942

 

Documenti vari.

Nella scatola erano conservati anche documenti di diversa natura, che talvolta sono risultati utili per valorizzare con maggior precisione i diversi spostamenti.

Ricevute di vaglia postali inviati alla madre Teresa.

Lettere e cartoline inviate a mio padre da amici e parenti; utili per identificare quale fosse la posizione del destinatario rilevabile dall’indirizzo apposto dal mittente (che peraltro la poteva solo presupporre), quando non genericamente indicato come POSTA MILITARE.

Curiosa la trascrizione delle parole della canzone russa “Katiuscia”, battuta a macchina, con una nota che specifica “Dettata gentilmente dalla Sig.na Natascia il 30/1/42 in Awdejewka”; utile a testimoniare data e luogo.

Libello per l’apprendimento della lingua albanese “imparata senza maestro”, acquistato per lek 1,50 alla libreria Gorica di Gjinokaster, luogo da noi meglio conosciuto come Argirocastro.
Un’evidente dimostrazione di come si ricercasse qualsiasi modo per superare l’isolamento, partendo dalla necessità di comunicare.

Diploma rilasciato dal Ministro della Guerra che concede al Caporal Maggiore Ferrazza Natale la medaglia commemorativa della spedizione in Albania.

Lettera di elogio, datata 25 maggio 1941, al Comando della 3.a Divisione Celere che “per primi entrarono a Lubiana alla sera dell’11 aprile”.

Veline di autorizzazione a fregiarsi di stellette da apporre sul nastrino distintivo della guerra in corso (campagna di Russia). Sull’ultimo in ordine di tempo è apposta una nota manoscritta da mio padre che dice “ricevuta il 1-7-42 in Semlijanski alla vigilia del rientro in patria”.

 

La cronologia

Ed ecco quindi come dal risultato dell’analisi di tutti questi “indizi” e “reperti” scaturiscono le prove che, seppur non inconfutabili in assoluto, comunque hanno un’elevata probabilità di essere tali, al limite della certezza.

Ne emerge una cronologia di eventi, che ho volutamente composto in modo esclusivo con quegli elementi che possono essere identificati da una data certa, cioè documentata non in termini storici, ma in termini personali dalle stesse testimonianze di mio padre.

Eccola nella sua completa estensione.

 

I risultati

Lo sviluppo del sito è pertanto articolato su quattro diversi blocchi, in ognuno dei quali sono raggruppate le lettere e le fotografie relative al periodo indicato.

la ferma di leva nel 1938

la spedizione in Albania nel 1939

la spedizione in Jugoslavia nel 1941

la spedizione in Russia tra il 1941 ed il 1942

 

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016