|
PREMESSA E METODO D'ANALISITesti e fotografie di Nota per la lettura del sito: Premessaoggi, gennaio 2014 Quando ho effettuato questa esplorazione, nel 2007, non conoscevo Don
Gianni Sala Peup, tantomeno avevo notizia dei suoi scritti storici sulle chiese di Sondalo
e del suo libro, cui per estratto è dedicata la sezione "Storia" di questa
rivista; me lo regalò con dedica quando vide il risultato del mio lavoro di analisi
iconografica: per me, un premio impagabile.
Il metodo di studioRiconoscere gli attributi ed indagare sulla scorta di questi: ecco il mio scopo. In una sola immagine si trova la sintesi di una vita intera, talvolta con gli strumenti ed i segni del martirio o con gli oggetti del patronato. Non ho da studiare pigmenti ed intonaci, azione che richiederebbe una personale e continua presenza sul posto durante lanalisi. Devo studiare le immagini, concentrarmi sugli indizi, identificare i segni distintivi, consultare i testi sullargomento. Grazie alla disponibilità offerta dai moderni strumenti elettronici ed informatici questo tipo di lavoro lo posso svolgere con maggior successo se lo svilupperò in differita. La mia buona macchina fotografica elettronica a tecnologia digitale mi consente di scattare tante fotografie quante necessarie, ed anche più, senza che questo incida in alcun modo sui costi del mio volontario lavoro; qualche anno fa non mi sarebbe stato possibile, dovendo affrontare le spese di pellicola e stampa. Limmancabile cavalletto di posa mi permette di raccogliere quelle suggestioni che solo la luce naturale riesce a produrre in quei flussi che sono volutamente orientati seguendo larte del costruttore; una condizione talvolta indispensabile per le valutazioni di contesto. Un programma informatico con le più sofisticate funzioni grafiche mi aiuterà nel ripianare le prospettive, sezionare i dettagli, acuire la visione quando locchio umano si rivelerà inadatto pur nella sua perfezione, avvicinare il distante ed allontanare il vicino per superare le costrizioni dimensionali imposte dai luoghi. A allora scatto,e scatto, e scatto, riempiendo con le immagini catturate una sorta di scacchiera virtuale proiettata dalla mia mente sulle pareti e sulle volte. Termino in poco tempo. Richiudo dietro di me il portone della chiesa e mi allontano carico di
un tesoro immenso, composto da miliardi di microscopici interruttori la cui condizione
binaria dellessere e del non-essere ripeterà nellaltrove, con una sorta di
moderna magia, il qui.
IntroduzioneSono in vacanza in Alta Valtellina; una zona ricca di storia e di storie. Ho passato in questa terra i tempi del mio riposo nellultimo ventennio, gustando latmosfera antica dei borghi e delle biblioteche, alla ricerca di nuovi temi da sviluppare e proporre ai miei pur scarsi lettori., conscio che nulla è mai conosciuto appieno. La scoperta è sempre in agguato, per così dire, e talvolta si offre con discrezione a chi la cerca. Di fronte a me uno scaffale di biblioteca trasbordante di testi il cui ordine, si intuisce, è frutto dei frequenti prelievi dei frequentatori occasionali, poco avvezzi al rigore delle collocazioni. Ho tempo libero, e cerco di religioni e religiosi, per meglio analizzare una mia recente scoperta epigrafica in un piccolo paese doltre Ticino. Questa sezione più che di libri veri e propri è una disordinata raccolta di testi fotocopiati con il nobile ed encomiabile (oltre che sacrosanto) scopo di preservare loriginale dallorda dei culturandi. Le coste di rilegatura sono inesistenti, sostituite da anelli, nastri telati, adesivi trasparenti, graffette e punti metallici; impossibile apporvi unetichetta, tantomeno un titolo. Oltretutto sono quelli i fascicoli che mi incuriosiscono maggiormente, perché in questa loro forma clonata identificano un originale di particolare pregio, forse un raro volume, forse un documento unico. Estraggo, sfoglio, non mi interessa, ripongo, e ripeto questi gesti sino al termine dello scaffale, o dellorario di apertura. Estraggo, leggo il titolo sul frontespizio in mala copia, mi fermo; è un libro alieno allo scaffale, non è largomento della mia ricerca; ma sono in vacanza e mi prendo un po di libertà. Sfoglio. Dettagli di chiese medievali in Alta Valle. Le conosco ormai tutte, mi dico. San Lorenzo, SantIgnazio, San Giorgio, San Rocco, SantAgnese, Santa Marta Santa Marta? Dove? A Sòndalo. Mai sentita, mai visto alcun cartello indicatore, mai letto nulla sui pieghevoli turistici; anche gli amici residenti, in seguito interrogati, non nasconderanno la loro curiosità. Il testo dice, parlando di affreschi del Quattrocento, Il ciclo più esteso è quello che troviamo nella chiesa di Santa Marta a Sòndalo Nella rimanente parte della Valtellina non si trovano altre pitture di questo genere.. La scoperta, forse? Assolutamente da verificare. Studio le carte topografiche dei luoghi. Trovata. Imposto il GPS (ce ne fosse bisogno). Parto in esplorazione.
|
<HomePage> <Il progetto> <Colophon> <Registrazione> <Collaborazioni> <La biblioteca> <Il Sommario> Questo sito è una iniziativa personale di Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016 |