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IL MISTERO DELL'ULTIMA SANTATesti e fotografie di Nota per la lettura del sito: Il mistero dellultima SantaDevo confessare che artatamente, come direbbero gli accusatori di legge,
ovvero con avveduta abilità, come dice il dizionario De Mauro della lingua
italiana, ho costruito un percorso di analisi che conducesse attraverso le diverse
immagini fino a concludersi con questa di cui ora parlerò. Lo riconosco; una scelta più
vicina alla letteratura poliziesca che a quella scientifica. I lettori mi scuseranno, ma
quello è un genere che amo particolarmente. Tantè che immagino misteri ovunque,
anche quando non ce ne sarebbe alcun motivo. Lo si prenda come un divertissement.
Però in questo caso
(*)La figura impugna con la mano sinistra un bastone che termina con una croce, e con entrambe le mani trattiene con un laccio una bestia immaginaria, un drago. La didascalia, peraltro leggibile con difficoltà, ci informa che si tratta di Santa Margherita di Antiochia, conosciuta anche come Santa Marina. Il drago sconfitto e la croce astata sono gli attributi della Santa. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Durante una ricerca condotta sui testi che mi sono serviti quali riferimento storico ed iconografico sono attratto da alcuni indizi che mi portano a concentrare lattenzione altrove; per me una situazione incontrata di frequente e che qualcuno chiama serendipità: cerchi una cosa e per caso ne trovi unaltra molto più attraente. In pratica, e nel caso specifico, ho trovato attributi più coerenti con una santa, che per ora mi limiterò ad identificare come Santa X. Guardo dapprima la situazione raffigurata nel quadro, nel suo insieme.
Cioè cerco di immaginare quali siano le azioni compiute, che compie o che compirà la
Santa. Ed ecco che le apparve un ferocissimo drago che presto la inghiottì. Ma la vergine si munì del legno della croce e sventrò nel mezzo il drago e la vergine ne uscì illesa. Non a caso la Santa è la protettrice delle partorienti, visto che lei
stessa uscì dal ventre del drago, seppur in modo violento e con la morte
dellospite, che poi si rivelò essere il Diavolo in persona. In quel tempo vi era un drago, per metà animale e per metà pesce, aveva denti aguzzi come pugnali. (Santa X) gli mostrò la croce del Signore lo rese docile come un agnello e lo legò con la propria cintura, così che il popolo lo uccise lapidandolo. In aggiunta, un altro testo depoca mi informa che il drago era cornuto da ogni parte della testa. A me appare di tutta evidenza che la raffigurazione della bestia si adatta a pieno alla descrizione dellepisodio come emerge dal testo relativo a Santa X: locchio da pesce, i denti aguzzi, la testa coronata di corna ed anche lessere vivo e vegeto, quantomeno momentaneamente. Il drago di Santa Margherita era morto sventrato, quando lei ne uscì. Pongo a confronto anche le due diverse voci di un testo inglese del
800, dove si sviluppa un inventario delle rappresentazioni dei santi e dei loro
attributi; parlando di Santa Margherita si dice che il drago è rappresentato
trafitto ai suoi piedi mentre per Santa X si dice che è al guinzaglio
della sua cintura. Che nellimmagine sia raffigurata una cintura e non una
catena lo intuisco facilmente dal fatto che prosegue sullabito della Santa avvolgendola sotto il seno. A questo punto ritengo sia giunto il momento di rivelare chi sia Santa X, e lo faccio riportando in originale un testo che ho già utilizzato in questo lavoro. E dico anche: guarda caso! E così perseverando la detta sposa e cara ospita di Iesu Cristo, Marta, predicando e facendo ogni giorno miracoli, li popoli vennono a lei dicendogli come appresso a uno fiume, il quale si chiamava Rodano, in uno bosco tra Arelate e Vignone, era uno grandissimo dracone, il quale era più grosso che uno bue, e più lungo che uno cavallo, e aveva li denti acuti e taglienti come una spada, ed era cornuto da ogni parte della testa, il quale stava nascosto nel fiume, e tutti quelli che passavano erano morti e mangiati da lui, e faceva sommergere di molte navi. Il qual dracone era venuto per lo mare da Galacia in Asia, generato da uno serpente aquoso e ferocissimo, e da uno altro animale, il quale si chiamava Omaco, il quale, nasce in Galacia; il qual serpente gettava il suo sterco come se fusse una sagitta per lungo spazio, e ciò che toccava abbruciava a modo di fuoco. Al quale serpente la innocente Marta, fedelissima sposa di Iesu Cristo, essendo pregata dalli popoli, andò armata del segno della croce, e portando dellacqua santa accompagnata dalle sue dilette discepole e figliuole e da grande moltitudine di gente. E pervenendo nel bosco, li popoli, impauriti per lo detto serpente, avevano paura di andare più avanti; ma la innamorata e innocente Marta, fedelissima sposa del vero agnello, con le sue dilette figliuole, sicuramente procedendo nel bosco, trovorono il serpente che mangiava uno uomo; al quale appressandosi la fedelissima Marta, gli mostrò la croce e poi gli fece lo asperges con lacqua santa, e così per virtude divina diventò tutto mansueto, e perdette la sua ferocitade. Per la qual cosa la pura ed innocente Marta, pigliando la sua coreggia con la quale ella era cinta, la misse al collo al detto serpente, ed alli popoli che erano venuti con lei lo fece poi ammazzare con lance e con sassi e con altre arme, tenendo lei sempre la coreggia in mano. Si tratta proprio del testo del 400 che riporta la leggenda di Santa Marta scritta dallAnonimo autore. Una confusione del pittore? Un errore del committente? Una libertà
artistica? Per me, un affascinante mistero.
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