PREMESSA ALLA VERSIONE IN ITALIANOGià quello che
avevo scritto per il libello, in dialetto, non si adatta più alla versione italiana per
cui è stato necessario mutare qualcosa e qualche concetto.
Può sembrare una resa allo spirito del tempo dominato dai mass-media e dal linguaggio
delle immagini, ricordare un profilo di Venegono, più o meno dallinizio del secolo
scorso al periodo subito dopo la seconda guerra mondiale (1950/1955) per ricostruire
interi scenari delle realtà passate, anche se tale angolazione può essere apparentemente
riduttiva.
Chiaramente questo modesto lavoro non presume di scrivere una storia, ma di fornire
stralci di memoria. Infatti, non ho consultato alcuna fonte di informazione.
Per un momento sembra ancora possibile che realtà antiche avute in eredità dalle
narrazioni mitiche dei nonni si ricompongano e ricostituiscano invadendo larea del
presente.
E possibile infatti verificare e rianimare aspetti di un costume di vita che ci
fa rivedere, chiudendo gli occhi, come poteva essere ai tempi, il posto in cui ora
viviamo.
La forza del passato, anche se possiamo criticarne i limiti, sta nel fatto che esso
conserva un insieme di regole, riti, credenze, modi di essere coerenti, tali da
rappresentare un insieme organico in cui è presente e centrale luomo; luomo
visto come individuo, come persona e al tempo stesso intrecciato con la vita di tutti gli
altri uomini: lumanità.
Forse solo un innamorato come me della vita nostra paesana daltri tempi può
giustificare questo scritto.
Se poi mi si vuole appioppare il proverbio (che in dialetto esprime molto bene il
concetto) che si può così riassumere: Come ogni cane muove la coda (scodinzola),
così ogni stupido vuole esprimere la propria idea, lo prendo come suggerimento,
forse per il futuro.