Quadro 20
Ritrovamento delle reliquie
Legenda aurea di Jacopo da Varagine (CXX)
Una volta che si stavano raccogliendo le ossa, come racconta la Historia scholastica e
conferma Beda, alcuni monaci provenienti da Gerusalemme si unirono di nascosto ai
raccoglitori e ne presero una gran quantità. Portarono quelle ossa a Filippo vescovo di
Gerusalemme che le mandò poi ad Atanasio vescovo di Alessandria. Più tardi Teofilo,
vescovo di quella stessa città le pose nel tempio di Se rapide, ripulito di tutte le sue
sporcizie, e vi consacrò una basilica in onore di san Giovanni. Tutto questo raccontano
Beda e la Historia Scholastica.
NOTA
Riporto qui, in una mia traduzione, un estratto del testo
originariamente in lingua francese
Traité historique du chef de S. Iean Baptiste
Charles Du Fresne, Cramoisy, Paris, 1665
Delle Reliquie del Corpo di S. Giovanni Battista
1.
Una volta esaminato ciò che gli autori antichi e moderni hanno scritto della Testa di San
Giovanni Battista, mi sembra di non dovermi arrestare se non dopo aver detto qualche cosa
delle sue altre Reliquie, che sono conservate ed onorate in diverse Chiese della
Cristianità. Abbiamo già visto che Erode, avendo fatto decapitare San Giovanni, la sua
Testa fu lasciata al Palazzo di questo Principe nella città di Gerusalemme, e che il
resto del suo Corpo fu preso dai suoi Discepoli, che lo portarono a Sebaste città della
Palestina, prima chiamata Samaria e dopo Sebaste
La ragione che mosse i Discepoli di San Giovanni a trasportare il suo Corpo a Sebaste, che
stava distante qualche miglio da Macheronte, dove Erode laveva fatto morire, fu,
come si può presumere,
perché la Provincia di Samaria
non era più sotto
la dominazione di Erode. Di modo che i Discepoli, per evitare che Erodiade scatenasse la
sua rabbia sui resti del Corpo di San Giovanni Battista, lo tolsero dal paese dove Erode
governava, e lo portarono in un luogo indipendente dalla signoria. Alcuni dicono che lo
portarono in questo luogo, alfine di inumarlo con i Profeti Abdia ed Eliseo.
2.
Il Corpo del Santo Precursore dimorò a Sebaste fino al tempo di Giuliano. Ma siccome
questo Imperatore dopo la morte di Costanza si fu dichiarato apertamente a favore del
culto dei falsi Dei, i Gentili appoggiati da questo Apostata fecero una guerra spietata ai
Cristiani, e sattaccarono particolarmente alle Reliquie dei Santi, che tra loro
erano tenute in grande venerazione. Fu in quel tempo, e verso lanno di nostro
Signore trecentossessantadue, che i Gentili della Palestina arrivarono a distruggere le
sacre Reliquie del Profeta Eliseo e di San Giovanni Battista, che erano conservate a
Sebaste in una magnifica Chiesa
una volta che le ebbero consunte col fuoco, ne
gettarono le ceneri al vento. Così ne scrive Teodoreto e dopo di lui Cedreno, e
lautore delle Cronache Alessandrine. Filostorgio, che visse nellanno
quattrocentoventicinque, nella sua Historia Ecclesiastica, aggiunge che essi bruciarono
congiuntamente con questi Corpi le ossa di diversi animali, e una volta ridotto tutto in
cenere, le sparsero e le gettarono al vento
3.
Rufino Prelato dAquileia, che visse nello stesso periodo di San Gerolamo, cioè
verso lanno trecentonovanta, e quindi poco tempo dopo la persecuzione di Giuliano,
racconta questa storia con altre circostanze, e dice che i Pagani si gettarono a Sebaste
sulla tomba di San Giovanni Battista, prelevandone le ossa, e le buttarono qua e là: e
che in seguito, raddoppiata la loro rabbia, le raccolsero, e le misero sul fuoco, e che
dopo aver mescolato queste sacre ceneri con della polvere, le gettarono al vento. Ma Dio
permise con la Provvidenza che qualche Monaco di Gerusalemme del Monastero di Filippo,
uomo dalla vita santa, si trovassero in quei tempi nella città di Sebaste, doverano
venuti per pregare sulla tomba del S. Precursore; costoro, vedendo la rabbia di questi
Gentili che profanavano queste sante Reliquie, si mescolarono con quelli che raccoglievano
le ossa per bruciarle, prendendone una gran parte, e allontanandosi destramente da questi
persecutori, le portarono nella città di Gerusalemme, e le misero nelle mani del loro
Abate Filippo, che reputandosi indegno di custodire e possedere Reliquie così preziose,
le mandò tutte a SantAtanasio Patriarca dAlessandria
(il quale) le
chiuse e nascose in un buco del muro della sua Chiesa, senza parlarne con alcuno ...
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