Come rinnovare uno scatto fotografico

 

E' anzitutto indispensabile identificare con chiarezza quale sia l'obiettivo di questa operazione.
Possiamo dire che le premesse sono:

1)
abbiamo a disposizione una vecchia fotografia di un luogo tuttora esistente
(naturalmente abbiamo verificato di avere o di poter ottenere i diritti di riproduzione)

2)
abbiamo a disposizione una macchina fotografica digitale collegabile ad un PC e con mirino a display

3)
vogliamo riprodurre lo scatto dalla posizione più vicina all'originale

4)
vogliamo che ne risultino due fotografie digitali quanto più possibile sovrapponibili

Iniziamo col trasformare la vecchia fotografia in un formato digitale.
Lo possiamo fare in qualsiasi modo, cioè effettuando una scansione oppure fotografando.
Naturalmente il sistema della scansione è da preferire perchè si evitano le distorsioni che inevitabilmente si evidenzierebbero con la fotografia.
Qualora non avessimo altra possibilità se non quella fotografica (per esempio, se fossimo in un museo), allora usiamo la fotocamera quanto più distante possibile dalla foto originale; in questo modo gli effetti delle distorsioni si riducono al minimo.
Una volta effettuata l'operazione e salvato lo scatto sul PC, utilizziamo un programma di trattamento delle immagini per estrarre la parte rilevante della fotografia, avendo l'accortezza di mantenere il rapporto tra lato più lungo e lato più corto di 4:3, e cioè di 1,3333....
Questo è indispensabile per mantenere identici gli angoli di ripresa per gli scatti attuali con le macchine digitali, che sono impostate appunto su questo rapporto.
La nuova immagine ottenuta sarà quella di riferimento per lo scatto "antico".
Possiamo anche applicare le correzioni che ritenessimo più opportune, per esempio quelle necessarie per eliminare il retino tipografico su fotografie estratte da riviste o giornali, oppure le correzioni di contrasto e di messa a fuoco.
Salviamo sul PC nel modo a noi più consueto e facciamo una stampa su carta comune, a bassa qualità e senza spreco d'inchiostro; non vi è altro scopo se non quello di fornire uno strumento di lavoro.

A questo punto potremmo anche incamminarci verso il luogo da riprodurre, con la stampa in tasca, e tentare di posizionarci per il nuovo scatto valutando visivamente la ripresa.
Non è per nulla cosa facile; anzi, talvolta è proprio impossibile.
Esistono però due diversi motivi che impediscono di comparare la situazione antica con l'attuale.
Il primo, che è anche il più frequente, è semplicemente di contesto ambientale: il luoghi sono così mutati che il punto di scatto originale non è più raggiungibile (per esempio, in città con nuovi edifici). Il risultato non può essere altro che quello che si vede in questa pagina.
Il secondo è invece dovuto alla difficoltà di effettuare "ad occhio" una precisa correlazione visiva tra la stampa antica e la vista attuale. Anche in questo caso il risultato può essere accettabile, ma non soddisfacente, come in questa pagina.
Non potendo risolvere in alcun modo il primo, focalizziamo la nostra attenzione sulla soluzione del secondo problema.

Per facilitare la correlazione tra la stampa dell'antico e la visione dell'attuale un buon metodo è quello di costruire dei punti di riferimento oggettivi su entrambi gli elementi da comparare. Nel caso specifico, questi due elementi sono costituiti da una parte dalla stampa che abbiamo ottenuto e dall'altra dal display della fotocamera.
Ipotizziamo di lavorare su una fotografia disposta orizzontalmente (ma ciò vale anche per le foto in verticale).
Prepariamo dapprima la stampa con un reticolo di riferimento tale da formare tre zone orizzontali e quattro verticali. In pratica, tracciamo due linee orizzontali che abbiano distanza tra loro di 1/3 della lunghezza del lato di riferimento; facciamo la stessa cosa per le linee verticali con distanza di 1/4.
Una riga ed una matita sono gli strumenti ideali e sufficienti.
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Si tratta ora di costruire lo stesso tipo di reticolo per il mirino a display della fotocamera.
Un buon sistema è quello di utilizzare i fogli trasparenti che si trovano comunemente utilizzati per la macchine fotocopiatrici; sono molto sottili e robusti.
Dobbiamo ritagliare un rettangolo che si adatti alle dimensioni del display. Provate a verificare se nella vostra fotocamera il foglio trasparente può entrare sotto la cornice del display; in questo caso potete ritagliare un piccolo rettangolo di foglio trasparente che abbia dimensioni superiori all'area visiva del display e tale da potersi inserire sotto la cornice, anche solo su due lati opposti, così da risultare meno mobile.
Segnamo sul trasparente il reticolo 4x3 utilizzando un taglierino con estremità ad angolo vivo ed incidendo leggermente la superficie del foglio. Nessun problema se andate troppo in profondità; basta ricominciare daccapo visto che un foglio trasparente di formato A4 vi consente di sbagliare molte volte e di fare accurati esperimenti. Una volta terminato il lavoro, inseriamo il rettangolo sul display, e così abbiamo ottenuto un reticolo di riferimento anche sulla fotocamera, identico a quello costruito sulla stampa dell'antico.

Ora siamo pronti per "andare sul campo" con gli strumenti idonei.
Sarebbe opportuno avere a disposizione anche un cavalletto sul quale fissare la fotocamera, perchè ne risulta molto facilitato il lavoro di correlazione visiva tra la stampa ed il display.
Una volta posizionati grossolanamente-all'incirca-più-o-meno nel punto di scatto, con l'aiuto del reticolo di riferimento cerchiamo di correlare gli oggetti che riteniamo più significativi o comunque più evidenti, se possibile scegliendoli tra quelli che si ritrovano nei quadratini d'angolo del reticolo.
Per fare questo potremmo essere costretti ad allontanarci, avvicinarci, scostarci, muoverci nei dintorni; una particolare attenzione dovremo anche riporla nella scelta della focale, qualora la nostra fotocamera fosse dotata di zoom ottico.

Quando ritenete di aver raggiunto la corretta posizione, non resta che scattare e augurarci di aver raggiunto il buon risultato che ci aspettiamo di ottenere.

 

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Ferruccio C. Ferrazza
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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016