I RICORD DEL COMUN

 

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UL PUDESTÀ CASANOVA

Un grand bunari de anim l’era el Pudesta Fioravanti Casanova. Affabil cunt tutti e anca se a quei temp al gh’aveva un pù i man ligaa per i regul dul regime; se appena appena al prudeva, al cercava de cunsegnaa da sfross una quai tessera per ul mangià o al cercava de serà su un occ vers un quei riciama de leva.

Purtropp anca lü, anca contra la sua vuluntà al doveva suttumettas a quel che ul guvernu de quei temp al pretendeva.

 

LA SCIURA IDA SANTANTANDREA

Però summ perfettament sicur che sa fudess minga sta la Ida che la sbrigava i pratic tanti volt aduma basanduss in su la cunuscenza de tutta la pupulazion de Venegon, ul funziunament del Cumun al saria staa menu efficient. Va ben che allura ul paes al gh’aveva minga i dimensiun d’adess però …..

Se duevan truvaa una persona che la ghe fasess cuncurrenza alla sciura Ida, pudevan minga truvaa de mei che l’attuale Mariangela Bombelli, un vero archivio vivent: diligente, paziente, educada cunt tutti … l’è verament una impiegata de media d’or, o da Cavalier de la Repubblica.

 

UL RAGIUNIER LUIGI VAIANI

A vedel in su ul laura, al faceva vegnì in ment il piccul scrivano d’una volta. Semper cunt pacc de fatur in su la soo scrivania, al gh’a diceva mai de no a nissun e pür de finì una quei pratica che l’aveva prumess de cumpletà al faceva anca i straordinari, anca se vegniven minga pagaa.

Eccu perché ul Cumun al funzionava pulitu, perché gh’era personn innamuraa del propi laurà.

 

DON LUIGI CREMONA

E per ultim (ma no per mancanza de rispett o perché menu impurtant di alter: anzi ul contrari) ma perché al me ligava a lü una lunga e vera amicizia e adess che l’è appena mort, ul 17 Marzo 2007 e l’han regurdaa e elugiaa in tutti i maner, mi voeuri regurdal con i so stess parol che al che al m’a scrivü in alcun so ultim letter.

 

“Fortunato carissimo, molto gradito il tuo scritto. Sono convinto del tuo ricordo perché è nato sincera umiltà della nostar fanciullezza e gioventù povera. Il tempo di guerra, Fara Novarese, don Celeste, pochi soldi, la nostra famiglia onesta ma priva di qualsiasi benessere. Allora si credeva, almeno siamo cresciuti così a Vengono, in realtà come la rettitudine, la verità, la coscienza sostenuti dalla fede.
E poi con un Don Brambilla bisognava camminare sul retto sentiero!
Così ricordo volentieri e le persone e il tempo pur burrascoso che ci hanno temprato per affrontare la vita che non è sempre “rosea”.
Qui sono solo, però ci vogliamo bene in Decanato e ci aiutiamo.
Certo non pare, ma sono alla soglia del 50° di messa! Non sembra vero, ma è così!
La salute è abbastanza buona. Dopo i vari interventi chirurgici mi sconsigliavano assolutamente di ripetere la protesi all’anca. Per cui devo usare la stampella. Però uso la macchina e mi posso spostare come voglio.
Fortunato, ti ho annoitato, ma l’intenzione era di ricambiare un cordiale augurio per il Natale e l’anno nuovo a te e ai tuoi familiari. Ciao.
                                                                            Don Luigi
Castel Seprio, 12 dicembre 2002

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Castel Seprio, Natale 2006
Grazie, Fortunato, del tuo costante ricordo che ci fa vivere insieme momenti di tempi lontani ma vissuti con rettitudine e amore alla nostra parrocchia.
Adesso è giunto lì Don Maurizio di cui sono molto amico perché era a Cairate, confinante con Castel Seprio. E’ un prete cresciuto alla scuola di don Eraldo Colombini!
Auguri e per il Natale e l’anno che arriva 2007 e per la salute. Ciao.
Don Luigi

 

IL PODESTA’ CASANOVA

Una gran bonaria persona fu il podestà Fioravante Casanova. Affabile con tutti, anche se a quei tempi avesse un po’ le mani legate, dovendo osservare le regole del regime. Appena gli era possibile, cercava di consegnare di nascosto qualche tessera annonaria a qualche famiglia numerosa e chiudeva un occhio su qualche richiamato renitente alla leva.

Purtroppo, anche contro la sua volontà doveva sottomettersi a quanto, a quei tempi, il governo pretendeva.

 

LA SIGNORA IDA SANTANDREA E LA SIGNORA MARIANGELA BOMBELLI

Sono perfettamente certo che se non fosse stato per la signora Ida, che tante volte sbrigava le pratiche, basandosi esclusivamente sulla conoscenza della popolazione, il funzionamento del Comune sarebbe stato meno efficiente.

Tenendo pur conto che il paese non aveva le attuali dimensioni, però…

Se si fosse dovuto trovare una persona che potesse splendidamente far concorrenza alla signora Ida, non si sarebbe potuto trovare di meglio che Mariangela; un vero archivio vivente. Diligente, paziente, educata, affabile con tutti. Ha sempre espletato il suo lavoro coscienziosamente e con zelo. E’ veramente una impiegata da medaglia d’oro o da Cavaliere della Repubblica.

 

IL RAGIONIERE LUIGI VAIANI

Ad osservarlo al suo tavolo da lavoro, faceva riandare con la mente al piccolo scrivano d’un tempo. La sua scrivania era sempre ingombra di fatture e pratiche varie. Non diceva mai di no ad alcuno e pur di terminare quella pratica che avesse promesso di ultimare, faceva ore straordinarie, seppur non gli veniva corrisposto il pagamento relativo. Ecco la ragione per cui il Comune funzionava a meraviglia; c’erano persone innamorate del proprio lavoro.

 

DON LUIGI CREMONA

E da ultimo (non certo per mancanza di rispetto o perché meno importante degli altri, anzi il contrario), ma solo perché mi legava una lunga e vera amicizia.

Don Luigi celebrò la sua prima Messa il 28 Giugno 1953, con grande partecipazione di tutta la popolazione. In quella circostanza io gli dedicai una poesia (si fa per dire) così alla buona, che qui trascrivo.

                       Prima Santa Messa
            O qual più immenso amore
            Tu ancor puoi agognare,
            O quanto Don Luigi
            Oggi che sull’altare
            Tu alfin Cristo sacrasti
            Ed ei consacrò Te
                Ei, che ti fu scudo e brando,
                Da quando ancor piccino
                Portotti in quel di Fara
                Ove l’amor divino
                Al sol dolor frammisto
                D’una salute avversa
            Spesso il tuo cuor crucciavasi,
            Ei suo pastor ti fece,
            A te confidò l’egida,
            Perché tu pure invece,
            Dal mal ancor gli uomini
            Sapessi tu affrancar!
                Salve o caro Don Luigi
                O novello sacerdote
                Ti guidi, t’auguriamo
                L’inconfondibil dote
                D’ambasciator di Dio:
                Amor, zelo, preghiera!
            Odi, Luigi il gemito
            Di giovani imploranti,
            Di vecchi, spose e madri,
            Di mille e mille erranti
            Che dal tuo cuor d’apostolo
            Invocano mercè?
                Sii tu il lor primo amico,
                A lor dì com’è bello
                Quando per Dio l’uomo
                E’ all’uomo fratello,
                Ché se odio uccide il Mondo
                Di pace è fecondo Amor!
            Deh! Imploraci o Don Luigi
            Grazie e doni copiosi
            Su noi venegonesi,
            Che ti seguimmo ansiosi
            Con preci e ammirazione
            Fino a sto sacro dì
                Noi pure t’auguriamo
                O claro Don Luigi,
                Con commozion festosa
                Mille santi servigi,
                Ed ancor fra noi averti
                Per la tua messa d’or

Quando ci capitava di incontrarci a raccontarci un po’ i nostri crucci e pensieri, ogni tanto mi ripeteva: “Guarda che di tanto in tanto leggo ancora la tua poesia. Nel 2003 ha celebrato, con tanta folla che lo acclamava, il suo 50° di sacerdozio nella sua parrocchia di Castel Seprio; subito dopo però ha voluto celebrare la ricorrenza anche nel suo Vengono al quale è sempre stato attaccatissimo.

Purtroppo il 17 Marzo 2007 è deceduto. Tutti l’anno elogiato nei modi più ampi e ricordato i suoi servigi, nonostante la sua cagionevole salute. Io invece amo ricordarlo con le sue stesse parole, espressemi in alcune sue ultime lettere.

“Fortunato carissimo, molto gradito il tuo scritto. Sono convinto del tuo ricordo perché è nato nella sincera umiltà della nostra fanciullezza e gioventù povera. Il tempo di guerra, Fara Novarese, Don Celeste, pochi soldi, la nostra famiglia onesta ma priva di qualsiasi benessere. Allora si credeva, almeno siamo cresciuti così a Vengono, in realtà come la rettitudine, la verità, la coscienza sostenuti dalla fede.
E poi con Don Brambilla bisognava camminare sul retto sentiero!
Così ricordo volentieri le persone e il tempo pur burrascoso che ci hanno temprato per affrontare la vita che non è sempre “rosea”.
Qui sono solo, però ci vogliamo bene in Decantato e ci aiutiamo.
Certo non pare, ma sono alla soglia del 50° di messa! Non sembra vero, ma è così!
La salute è abbastanza buona. Dopo i vari interventi chirurgici mi sconsigliano assolutamente di ripetere la protesi all’anca. Per cui devo usare la stampella. Però uso la macchina e mi posso spostare come voglio.
Fortunato, ti ho annoiato, ma l’intenzione era di ricambiare un cordiale augurio per il Natale e l’anno nuovo a te e ai tuoi familiari. Ciao.
Don Luigi
Castel Seprio, 12 dicembre 2002

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                                Castel Seprio, Natale 2006
Grazie, Fortunato, del tuo costante ricordo che ci fa vivere insieme momenti di tempi lontani ma vissuti con rettitudine e amore alla nostra parrocchia.
Adesso è giunto lì Don Maurizio di cui sono molto amico, perché era a Cairate, confinante con Castel Seprio. E’ un prete cresciuto alla scuola di Don Eraldo Colombini!
Auguri e per il Natale e l’anno che arriva 2007 e per la salute. Ciao.

                                    Don Luigi

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016