Editoriale
(di Ferruccio C. Ferrazza)
Questo è un libro "rivelato", cioè uno di quei libri, scritti per passione,
ricchi di cultura locale, frutto di esplorazioni e ricerche, che tuttavia finiscono per
ingiallire sotto la polvere in qualche oscuro scaffale di biblioteca; un lavoro tanto
prezioso quanto sconosciuto, raccolto per pura cortesia, ed immediatamente archiviato.
Io stesso non lo tenni in particolare considerazione quando fu lo stesso autore a
regalarmelo, assieme ad un testo che ritenni ben più significativo, uno studio ponderoso
sulle chiese di Sondalo.
Lo rianimai nel recente, giusto per sfogliarne le pagine fino allora intonse.
Ed ecco la scoperta.
Un testo dove si mescolano annotazioni artistiche, iconografiche, storiche, talvolta
gustose per la specifica localizzazione, il tutto condito delicatamente, senza eccessi, da
considerazioni filosofiche e teologiche, proprie e consone con il "mestiere"
dell'autore; ma in una sorta di emulsione, come quella d'acqua ed olio, dove le componenti
appaiono in una nuova forma, ma non si confondono, non interferiscono le une sulle altre,
mantenendo il loro stato originario, seppur finemente frammentate.
Lascio ogni altro commento al lettore, però non prima di ascoltare lo stesso autore che
presenta la sua opera
(di Don Gianni Sala Peup)
Se questo modesto lavoro ha una pretesa, è quella di aiutare a riscoprire e quindi a
salvare le santelle e gli affreschi murali che a Sondalo sono particolarmente numerosi e
che costituiscono un patrimonio di fede e di arte non indifferente, che, però, fino ad
oggi è stato forse troppo trascurato.
Quella di costruire dei tempietti, o cippi sacri agli incroci delle strade o comunque nei
luoghi di maggior passaggio è un'usanza che troviamo presso tutte le religioni.
L'uomo ha bisogno di Dio, ha bisogno di vederlo o di vederlo almeno raffigurato...
La sua immagine glielo fa sentire vicino, gli da un senso di sicurezza e di protezione, lo
invoglia alla preghiera.
I pagani costruivano dei piccoli templi in onore delle divinità più svariate, i
cristiani li hanno sostituiti con delle cappelle dedicate a questo o a quel santo, o più
spesso ancora alla Madonna.
Viene in mente il santo curato d'Ars. Racconta lui stesso che un giorno era andato in un
campo a vangare (non era ancora prete) e s'era portato con sé una statuetta della Madonna
che metteva qualche metro più avanti in modo, però, da poterla vedere sempre. Così il
lavoro gli sembrava meno faticoso.
I nostri vecchi, magari, non arrivavano a tanto, però, quando andavano o ritornavano dai
campi, era per loro un conforto incontrarsi con l'immagine della mamma del cielo. Gli
uomini alzavano il cappello e le donne mormoravano una preghiera.
Del resto, chi non ricorda le preghiere che si dicevano alla Madonna o a s. Antonio o ai
morti quando arrivava il momento di salire sugli alpeggi con le mucche? Era quasi un rito.
Altre volte, invece che alla santella, si ricorreva all'affresco murale. Chi commissionava
l'affresco allora intendeva con quel gesto mettere la casa e la famiglia sotto la
protezione della Madonna o di quel tal santo al quale era legato da particolare devozione
o del quale portava il nome.
Qua e là possono esserci anche tracce di superstizione, ma il più delle volte è
devozione sincera e fede vera.
È giusto pertanto conservare con cura questi affreschi e queste santelle: hanno un
notevole valore storico e artistico, e sono, nello stesso tempo, un richiamo alla fede e
alla preghiera.
L'autore
Don Gianni Sala Peup
(dati ricavati dal sito della Diocesi di Como)
Nato a Grosotto, viene ordinato sacerdote nel giugno del 1959
Il suo attuale incarico, dal 2011, lo vede come collaboratore nella Parrocchia S. Maria
Maggiore a Sondalo
In precedenza ha avuto l'incarico di amministratore parrocchiale nel periodo dal 1990 al
2011 nella Parrocchia S. Giovanni Battista a Sondalo.
Già parroco dal 1974 al 2011 nella Parrocchia S. Maria Maggiore a Sondalo e dal 1965 al
1974 nella Parrocchia S. Martino a Pianello Del Lario, iniziò come vicario parrocchiale
dal 1959 al 1965 nella Parrocchia SS. Pietro e Paolo a Tresivio
Don Claudio Rossatti
Per le fotografie, tratte dal testo originale
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originario è stato stampato nel dicembre 1988.
Ecco i temi illustrati
Ringraziamenti
L'autore ringrazia
Leandro Togni
Giovanni Fenu
Vittorio Valmadre
Don Claudio Rossatti (per le fotografie)
Paola Pedraccini (per il disegno di copertina)
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