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IL FRUTTO PRIMO DELLA REDENZIONEL'affresco si trova oggi sul muro esterno della chiesa parrocchiale sul lato nord sotto il porticato, dove un tempo c'era la vecchia sacrestia. È generalmente attribuito al Valorsa; è più probabile che sia di Fermo Stella. Al centro campeggia un grande Crocifisso con due angioletti in candide vesti e con il calice in mano in atto di raccogliere il sangue che sgorga dalle ferite. Accanto al Crocifisso poi, si vedono, alla sinistra di chi guarda, la Maddalena, la Vergine, che qui potremmo chiamare corredentrice, e l'apostolo s. Filippo; alla destra Maria di Cleofa, s. Bernardo, l'apostolo s. Giacomo. In basso sono, invece, dipinti tre stemmi nobiliari, due dei quali sono attribuiti dallo Zaccaria nell'opera già citata, alle famiglie Bassanini e Rasella, ma potrebbero riferirsi, più probabilmente, o agli Imeldi, o ai Castelli, o ai Sermendi o anche ai Rubini che in alcuni documenti del '500 figurano come agenti deputati all'amministrazione della chiesa(1). Nel primo a sinistra sembra di poter intravedere un ponte e un tronco d'albero (un rubinio?); in quello centrale, che è quello meglio conservato, si vede invece, in basso, un leone rampante in campo rosa stellato, e nella parte in alto tre triangoli verdi capovolti in campo giallo. Il terzo è praticamente illeggibile. Va detto comunque, che l'attribuzione dello Zaccaria suscita qualche riserva; oltre tutto, lo stemma che è ricamato su un paramento che si conserva in sacrestia, e che la tradizione attribuisce ai Bassanini, è invece quasi sicuramente della famiglia Perti(2). Qui, sono ben visibili, in basso, una gamba; in mezzo, una fascia orizzontale con tre stelle e, in alto, l'aquila imperiale. Purtroppo lo stato di conservazione, a causa dell'umidità e degli agenti atmosferici in genere, è quello che è, e perciò avrebbe bisogno di essere restaurato. Stando sempre alla testimonianza dello Zaccaria, sui muri del porticato sul lato est, prospiciente il vecchio cimitero, doveva esserci un altro affresco. Egli lo attribuisce al quindicesimo secolo ed è perciò probabile che fosse del Giovannino, ma, a seguito dei lavori di ampliamento della chiesa e della costruzione del nuovo presbiterio (1895), è andato distrutto. Raffigurava l'Eterno Padre in atto di sorreggere il Crocifisso con a lato s. Antonio Abate (o l'apostolo s. Filippo?) e s. Giacomo e, a quei tempi, lo Zaccaria lo giudicava discretamente bello e in buono stato. La crocifissione nel porticato della parrocchiale --- NOTE ---
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