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LA MADONNA DEI SETTE DOLORILa santella che si vede adesso è recente, prima però ce n'era un'altra che fu demolita nel 1955 quando fu allargata la strada che, proseguendo dopo la via Pedemonte, va alle frazioni di Migiondo e di Sommacologna. Questa strada era detta anche strada della Cesura perché forse in antico lì c'era una porta che chiudeva il paese o, se non altro un recinto per proteggere gli orti dalle bestie nei periodi in cui queste erano lasciate libere al pascolo. L'antica santella aveva la forma di un pentagono e sulla facciata era dipinta la Madonna con il cuore trafitto da sette spade. Probabilmente era stata costruita verso la fine del 1700 o agli inizi del 1800. Sempre sulla facciata sporgeva una grossa lastra di granito che serviva per appoggiare le bare dei defunti che venivano dalle frazioni. Solitamente, quando c'erano i funerali nelle frazioni, toccava al canonico andare a prelevare il defunto, mentre il prevosto, i chierichetti e le confraternite aspettavano il corteo dinanzi a questa santella. Quelli che portavano la bara, allora, la appoggiavano lì e si davano il cambio. Anche per questo, quando fu demolita, i vicini furono molto dispiaciuti e vollero che fosse ricostruita sia pure in dimensioni più ridotte. Per interessamento di un gruppo di donne di Terra minore, il geom. Emilio Muscetti preparò il progettino, Alfredo Turcatti donò il terreno e in men che non si dica, la santella fu messa in piedi. Per i sassi si andò a Novelletta, perché quelli erano migliori in quanto contengono una forte quantità di mica e di quarzo. I muratori offrirono il loro lavoro gratuitamente. A sua volta Pozzi Ferdinando offrì i marmi per i gradini e la mensola, e Luigi Maffeini donò l'inferriata. Mancava soltanto la statua della Madonna, e subito ci si rese conto che non era facile trovare... la Madonna dei sette dolori. Così, dopo vane ricerche a Milano e a Varese, fu modellata in loco dallo stesso geom. Muscetti. Era l'inverno 1959. Fu benedetta e inaugurata solennemente dal prevosto Gaffuri, nella primavera del 1960, una domenica pomeriggio dopo i vespri. Ma veniamo ai sette dolori della Madonna. La pietà popolare li elenca
così: L'immaginare poi questi dolori come sette spade che hanno trafitto il cuore di Maria non è vano sentimentalismo, ma un modo espressivo per significare la loro intensità.
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