Addolorata
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L'ADDOLORATA

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«Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo sua madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese con sé».

Queste parole del vangelo hanno ispirato moltissimi pittori e tra essi anche il nostro Giovannino.

Sono tre gli affreschi raffiguranti l'Addolorata che sono attribuiti a lui in Sondalo e che sono giunti fino a noi.

Il primo si trova sulla facciata della chiesa di s. Agnese vicino alla porta d'ingresso principale e porta la data del 1503; il secondo figura accanto alla porta laterale della chiesa della Madonna della neve, il terzo si trova sulla facciata della casa Simonelli-Caravaggi che fa angolo tra via Rodono e via s. Fedele.

L'affresco di s. Agnese è molto spoglio, ma credo di proposito. Il pittore non mette nessunissimo elemento ornamentale perché vuole che l'attenzione di chi guarda sia incentrata tutta sull'immagine dei tre personaggi.

L'assenza di elementi ornamentali da subito l'idea del lutto, mentre lo sfondo a gradinate vuoi forse richiamare i «coronei» caratteristici della nostra valle.

Purtroppo l'affresco è stato rovinato, per fortuna in maniera non grave, dalla fucilata di un cacciatore che con quel gesto avrà creduto di fare chissà quale bravata, e poi dalle firme dei vari visitatori.

Sulla sinistra di chi guarda si vede in alto una lunetta con il volto dell'Eterno Padre (o di Gesù?) e sotto uno stemma di difficile lettura.

Quella che si intravede potrebbe essere una quercia e, se così fosse, potrebbe forse essere lo stemma della famiglia Rovolatti.
Nel nostro dialetto, infatti, quercia si dice «rogol» e, dal momento che prete Giovanni Antonio Rovolatti fu beneficiale di s. Agnese e di s. Marta dal 1455 al 1504 (il suo nome si trova anche nel locale interno della casa, appena sotto la finestra) si potrebbe supporre che sia stato prete Rovolatti a commissionare a Giovannino questo affresco.

Quanto all'affresco di Montefeleit va detto che è forse di qualche anno anteriore a quello di S. Agnese in quanto la prima chiesetta è da ritenersi ultimata già intorno al 1490 (la prima pietra era stata posta nel gennaio 1488). Nella composizione, la scena ricalca più o meno quella di s. Agnese. Qui, però, compare il torciglione che è un po' la firma del nostro pittore.

Va poi sottolineato che la chiesa primitiva della Madonna della neve era rivolta verso Sondalo e perciò, allora, l'affresco veniva a trovarsi sulla facciata principale.

Ed eccoci all'affresco della casa ***.

Questa volta, oltre la Madonna e s. Giovanni, accanto al Crocifisso c'è anche la Maddalena. La si vede in atto di abbracciare i piedi di Gesù, mentre, in alto, due angeli raccolgono in un calice il sangue che esce dalle ferite di Gesù. Motivo questo che si troverà spesso anche nelle crocifissioni del Valorsa.

Il paesaggio che costituisce lo sfondo è suddiviso anche qui a terrazzi; il tutto poi è racchiuso nel torciglione caratteristico.

E adesso una riflessione sulla presenza di Maria accanto alla croce di Gesù.

La Madonna ha sofferto nel cuore quello che Gesù ha sofferto anche nel corpo. Lì, come aveva predetto Simeone, la spada del dolore le ha trapassato l'anima. Se Gesù è l'uomo dei dolori, Maria parallelamente è la donna dei dolori. È importante però non dimenticare quello che insegna al riguardo il Concilio Vaticano II: «Maria stette ai piedi della croce soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente alla immolazione della vittima da lei generata».

Perciò la Madonna può dire di sé quello che diceva s. Paolo: «Con le mie sofferenze completo in me ciò che manca alla passione di Cristo a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa» (Col. 1,24).

In seguito anche altri santi soffriranno nel corpo e nello spirito qualcosa delle sofferenze della passione di Cristo, ancora una volta, però la Madonna precede tutti.

L'Addolorata, però, non è disperata. Ella sa che la morte di Gesù è nella linea biblica del sacrificio, cioè di una vita donata nell'obbedienza alla volontà di Dio e quindi inevitabilmente feconda per chi guarda e partecipa con fede. Oltre tutto ha appreso dalle Scritture che Dio non abbandona il Giusto.

Dall'Addolorata dobbiamo dunque imparare a valorizzare e santificare i dolori e le prove della vita.

L'affresco della chiesa di s. Agnese

L'affresco della chiesa della Madonna della neve

L'affresco della casa ***

 

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016