Natale 1941 XX°

 

Carissimi,

         anche il giorno di Natale è trascorso e del come l’ho
trascorso non mi posso lamentare, naturalmente sotto un certo pun=
to di vista.

         Con il contenuto dei due pacchi ricevuti tre giorni fa
ho combinato un bel pranzetto consumato in piatti e su di una to=
vaglia; vi hanno partecipato Conti, Porta, un altro collega di
Corsico ed io.

         Abbiamo dovuto sottoporre il nostro stomaco ad uno sforzo
di cui non era abituato da tanto tempo, ma nonostante tutto non
è mancata una certa dose di allegria.

         Naturalmente il pensiero dei nostri cari non ci ha lascia=
to un solo istante e si è fatta sentire pure la nostalgia della
pace famigliare con cui abbiamo trascorsi tanti di questi giorni.

         Spero che voi l’abbiate trascorso senza pensare troppo
a me.

         Ora tutto è finito anche il Natale è passato come un altro
giorno qualunque e non ci resta che sperare che non sia così la
prossima volta, non pensate male per me che sto benissimo e non ho
bisogno di nulla.

         Non mandatemi altra roba di lana che ne ho tanta da non
sapere più dove metterla, come già vi scrissi mandatemi del tabacco
da pipa “Trinciato Italia”, non mandatemi sigarette, guardate di
spedirmi il fanalino a dinamo perché le pile si consumano subito,
latte condensato me ne serve sempre.

         Cercate di confezionare l’imballaggio dei pacchi il meglio
possibile e mettete una distinta del contenuto nell’interno.

         Non ho altro da dirvi, vi auguro ogni bene e vi mando tanti
baci.

 

Nino

 

         Tanti saluti da Porta e Conti

 

 

 

Dattiloscritta questa lettera che riveste un valore storico.

Non tanto perché scritta nel giorno di Natale, festa religiosa ma anche personale per mio padre con attinenza di nome e relativo compleanno, quanto piuttosto perché scritta nello stesso giorno nel quale si scatenò una delle più cruenti battaglie di tutta la campagna, non a caso chiamata in testi storici “la battaglia di Natale”. All’alba del 25 sono i Russi che attaccano e infliggono forti perdite.

In questa lettera nulla si è ancora saputo di quanto sta avvenendo.

Richieste di oggetti utili ai problemi di vita quotidiana. Meglio peraltro proteggere con cura gli invii da sguardi, o mani, indiscrete.

Curioso il fatto che non si avesse bisogno di indumenti di lana, che sembra siano stati forniti in abbondanza. E pensare che mio padre soffriva il freddo ed in particolare, come me, di gelo ai piedi. Tant’è vero che in una foto (quella di Grishino) viene ritratto con indosso un pesante cappotto insieme a commilitoni che invece sono in maniche di camicia, pur con il terreno innevato.