Discesa su Noli
Home Su Discesa su Noli Tosse Ciappo del Sale

 

 

MAGNONE E LA VIA JULIA AUGUSTA

Ecco quindi che la giusta partenza si trova al confine, là dove convergevano quelle strade che, congiungendosi poi in un'unico percorso, permettevano di raggiungere il Borgo.
Strade antiche, conosciute per le citazioni a noi giunte da epoche storiche, ma sicuramente tracciate in periodi ben più lontani nel tempo, quando gli uomini si muovevano sulle dorsali dei monti, per dominare e per non esser dominati, per vedere e per non esser visti.
A quei tempi avremmo potuto provenire dal finalese percorrendo la via Julia Augusta, oppure dal vadese con la via Erculea; comunque saremmo giunti a Voze, fulcro dell'impianto viario di collegamento non solo tra il Levante ed il Ponente, ma anche con il Piemonte, e mantenuto tale sino all'apertura dell'attuale via Aurelia, nel 1817.

Per entrare nello spirito dell'epoca, possiamo proprio iniziare sulla via Julia Augusta, quantomeno su un breve tratto, oltre confine, come si potrebbe dire.
Per fare questo è necessario raggiungere l'abitato di Magnone, proseguendo sulla provinciale che oltre Voze proviene da Noli.
Superato l'abitato verso nord, sulla sinistra si diparte una stradina con l'indicazione per il cimitero; proseguendo oltre si arriva ad una piccola chiesetta dedicata a San Giacomo.
Parcheggiamo la vettura.

Un cartello informativo, a nome del Gruppo Scout e del Comune di Finale Ligure, ci segnala in modo chiaro e sintetico che ci troviamo alla "Colla di Magnone" a quota 317 metri, e ci dice anche che siamo sulla via Julia Augusta, opera viaria risalente  I° secolo.
Ci dice anche quali sono gli altri punti di interesse, ristoranti compresi, raggiungibili in zona, la loro distanza e se il percorso è adatto alle biciclette (verosimilmente ritengo che si possano escludere i modelli da corsa).
Sulla sinistra, in corrispondenza della Cappelletta di Portio, uno strano simbolo simile a due martelli incrociati, mi porta a pensare che lì potremmo essere catturati e costretti a qualche tipo di lavoro forzato di cavapietre, mazze alla mano. Eviterò accuratamente di perdermi in zona.

Nello spiazzo, un po' nascosto dalla vegetazione più infestante che lussureggiante, scopro un altro cartello indicatore che richiama la mia attenzione per il particolare contenuto e per il significato dell'intervento cui si riferisce.
La Comunità Montana "Pollupice" (nome di probabile origine romana che identifica una stazione di posta), competente sulla zona, ha attrezzato un sentiero preesistente con percorso ad anello chiuso in modo tale da permetterne il passeggio ai non vedenti.
Voglio riportare qui quanto si legge nel cartello.

CIRCUITO PER NON VEDENTI

Avvertenze
II sentiero è consigliabile a non vedenti che abbiano un certo allenamento alla marcia in quanto il tracciato (km.3), presenta un dislivello di m. 150 circa.
Se non si ha esperienza di percorsi escursionistici si consiglia molta prudenza, una scrupolosa attenzione alla segnaletica e di percorrere il tracciato almeno una prima volta con un accompagnatore e di usare un bastone lungo e, solido.
Se l'escursionista rileva anomalie nel percorso, interruzioni non segnalate del canapo o beep-beep (segnalatori acustici) manomessi o deteriorati, si prega di non proseguire e di ritornare al punto di partenza.
Ogni anomalia va segnalata alla Comunità Montana Pollupice tel.: 019 - 691243
Si declina ogni responsabilità civile e penale per incidenti che possano avvenire per qualsiasi ragione lungo il tracciato che viene percorso dall'escursionista a proprio rischio e pericolo.
I beep-beep ed il percorso tutto sono esposti ad ogni genere di atto vandalico. Confidiamo in chi lo percorre per mantenerlo il più a lungo possibile efficiente. Grazie

Codici e tracciato del percorso anelli

piccolo - grande
scalino o ostacolo in rilievo sul
percorso

grande - piccolo
buca o depressione o scalino in
discesa sul percorso

piccolo - grande - piccolo
ponte o dosso

piccolo
pannello braille - leggere i messaggi, possono contenere avvertenze importanti

serie di tre anelli piccoli
buche, depressioni, scalinate in discesa, massima attenzione

serie di tre anelli grandi
serie di scalini, gradini, gradoni o ostacoli in salita

serie di 3 anelli piccoli e di 3 anelli grandi
cambio del lato del sentiero ove scorre il canapo, per facilitare il passaggio il canapo è doppio e corre sui due lati del sentiero per una decina di metri

serie di 2 anelli piccoli -1 grande - 2 anelli piccoli
burrone sul lato non delimitato dal canapo del percorso - procedere con cautela

serie alternata di anelli grandi e piccoli: grande, piccolo, grande, piccolo, grande
rocce affioranti lungo il sentiero - procedere con cautela

beep-beep
disposti in modo da fornire segnalazioni acustiche relative al percorso.

(Sentiero ideato da C. De Prà)

L'idea è tanto avvincente quanto impossibile da valutarsi nella sua efficacia da parte di chi ben ci vede.
Io per primo sono a meravigliarmi quando assisto a discese in sci condotte da non vendenti, in quel caso adeguatamente accompagnati da un preparato "segnalatore" di percorso.
Ma qui l'idea va ben oltre, ipotizzando una percorrenza completamente libera ed assistita da oggetti che non reagiscono minimamente alle situazioni ambientali e quindi non interagiscono in modo dinamico con l'escursionista, immerso nel suo buio visivo.
Confesso non solo di non saper discutere sull'argomento, ma tantomeno di poterlo fare.
MI piacerebbe avere l'opportunità di ascoltare il racconto di coloro, intendo non vedenti, che hanno vissuto questa esperienza escursionistica in prima persona.

Ritornando al contesto, l'avvio del circuito è in eccellente stato di funzionalità, almeno così appare; peraltro non saprei dire per quanto riguarda i beep-beep.
Per contro, mi sono trovato in un altro punto del circuito (Ciappo del Sale) dove si è puntualmente avverato quanto segnalato dalle avvertenze in materia di vandalismi, ed ecco il risultato.
Forse solo incuria, o mancata manutenzione, non saprei. Comunque...

Riprendiamo la vettura e ripercorriamo la stradina che ci conduce alla provinciale per Voze, verso cui ci dirigiamo.

 

VOZE ED IL CONFINE

Arriviamo a Voze e dirigiamo verso il piazzale della chiesa (i campanili sono sempre stati un ottimo punto di riferimento, come fossero dei fari, di giorno).
Qui si incontra la Piazza degli Olmi, che è l'esatta espressione del confine disegnato nel 1411 da un arbitro imposto da Genova e posto a demarcazione tra il territorio della Repubblica di Noli e quello del Marchesato del Finale.
Egli, l'arbitro, stabilì:
Usque ad Ecclesiam Sancti Petri de costa prout cadit acqua, dicte Ecclesie inclusive cum cemeterio...
(interessante questo latino, discosto dai miei ricordi scolastici)

Peraltro la battaglia dei confini non terminò lì, e i limiti dovettero ribadirsi addirittura 350 anni più tardi, come ricorda una lapide posta sull'ingresso dell'antica chiesa della quale rimane solo un muro.
Da notare il curioso, per me ma forse non per gli epigrafisti, uso misto di V e di U per rappresentare comunque il nostro suono "u".
Vi si legge.

D.  O.  M.
ECCLESIAM HANC
CVM AREA ORATORIO ET CAEMETERIO
SITAM ESSE INTRA CONFINIA
DITIONIS NAVLENSIS
HOMINESQVE UTRIVSQUE TERRITORII
PARI IVRE IN SPIRITVALIBUS CENSENDO
EX SENATUS CONSVLTO REPVBLICAE GENUENSIS
SANCITVM EST
MONUMENTUM PERENNE CIVITAS NAVLENSIS
P.   C.
ANNO MDCCLXXIV

Il problema era legato al fatto che il confine era rappresentato dalla strada che attraversava il sagrato della chiesa, sul quale ci si batteva con "santa" ragione.

Oggi possiamo immaginare quale fosse il campo di battaglia ricostruendone l'ambiente con l'immaginazione e sulla scorta di quanto rimasto: da una parte la facciata della vecchia chiesa e dall'altra la garitta per l'uomo di guardia.
In realtà, all'epoca le garitte erano due, l'una di fronte all'altra alla distanza di otto passi, ma è rimasta solamente quella della Voze di Noli.

Un'ulteriore curiosità sulle storie del confine la possiamo ricavare da un cartello informatore posto su un muro nella piazza.
Leggiamo.

Un rastello per difesa
La peste del 1630 era alle porte; Marsiglia e la Provenza erano già state dichiarate infette ed i primi di marzo il contagio aveva già raggiunto il Marchesato del Finale.
Il pericolo era dunque imminente, e bisognava raddoppiare la vigilanza specialmente al passo delle Voze. Ivi sulla strada romana, all'entrata della piazza degli olmi, erasi stabilito un rastello che impediva l'accesso ai forestieri (B.Gandoglia op cit). Questo rastello era praticamente un cancello che chiudeva l'ingresso a Voze ed era controllato dalle guardie armate della Villa. Come si ricava dagli atti della curia nel "Rolo delli huomini della Città di Noli e delle Ville in arme" del 1589, essi consistevano in 5 alabardieri e 18 archibugieri tutti muniti di archibugio, polvere, balle e michio. Il rigore con il quale gli abitanti di questo borgo collinare misero in pratica gli ordini dei Consoli e dei Commissari di sanità fu una delle principali ragioni per le quali Noli restò totalmente immune dall'epidemia di peste.

Lasciamo Voze e seguiamo la strada per Noli, il cui castello già riusciamo ad intravedere tra le folte coltivazioni a frutteto.
E' da dire che la strada asfaltata è di recente costruzione, tanto da non apparire nelle mappe dell'IGM; il percorso storico transitava più in basso, verso la valle.
Al contrario la strada che sale da Spotorno, dalla località Serra, è proprio quella che praticamente segue il tracciato dell'antica via romana.

 

... e discendesi in Noli ...

La strada che scende verso Noli si apre sempre più sulla splendida vista del mare, del Borgo e del Castello che lo domina e protegge, con le mura che raggiungono il Borgo, e che erano poste a completa protezione degli abitanti.

Per raggiungere il Castello, avvicinati alla zona delle mura, una strettissima stradicciola (comunque' asfaltata) sale sulla sinistra con una indicazione per la direzione del cimitero. Percorrendola si arriva in un ampio spiazzo dal quale si gode la vista dell'isola di Bergeggi e si è dominati dall'imponenza della Rocca.
La costruzione del Castello si fa risalire al 1200, mentre le mura che discendono sul Borgo sono di epoca successiva, intorno al XIII secolo.
L'attuale struttura è stata rimodellata alla metà del 1500, quando fu la stessa Genova a volerne l'ammodernamento per adattare le postazioni all'uso delle nuove armi pesanti a polvere da sparo, come le bombarde.
E' un edificio imponente, che incute tuttora e sicuramente incuteva un certo rispetto sia in coloro che raggiungevano il Borgo a piedi, percorrendo le strade di terra, sia nei naviganti che si avvicinavano dalla parte di mare.
Fu dei Del Carretto, una famiglia nobiliare che estendeva i propri territori sino all'astigiano ed oltre, forse più noti per l'opera scultorea tombale di Jacopo Della Quercia, dedicata ad Ilaria Del Carretto, e che si trova nel Duomo di Lucca.

Ritorniamo sulla strada principale e, costeggiando le mura, dalla strada abbiamo un panorama sempre più completo.
Poi finalmente entriamo nel Borgo di Noli, passando sotto il ponticello della Torre Papone, della quale parleremo altrove.

 

<HomePage>   <Il progetto>   <Colophon>   <Registrazione>   <Collaborazioni>   <La biblioteca>   <Il Sommario>

Questo sito è una iniziativa personale di
Ferruccio C. Ferrazza
Tutti i diritti sono riservati.
ViaggiNellaStoria® è un marchio registrato.
ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016