Ciappo del Sale
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CIAPPO DEL SALE

La Riviera di Ponente testimonia in diversi luoghi della presenza dell'uomo in tempi preistorici.
Basti pensare a siti ben noti quali i "Balzi Rossi" di Ventimiglia oppure le "Grotte di Toirano" nel loanese.

Esplorando l'entroterra nolese ho trovato anche qui una testimonianza del genere.
Si tratta del "Ciappo del Sale".
Il termine "ciappo" si riferisce alle rocce che si presentano come lastroni affioranti, disposti orizzontalmente, a formare una sorta di enorme tavola di pietra. Queste lastre mostrano l'intervento della mano dell'uomo, in forma di incisioni che possono essere coppelle, croci, vasche e canaletti.
La Comunità Montana "Pollupice", in un cartello posto in zona e risalente al 1994, così ci informa con particolare dettaglio.

Ciappo del Sale
II termine "ciappo" è dialettale e con esso si intende indicare una lastra di pietra; quindi evoca l'immagine di un altare primordiale o di uno spazio su cui i primi abitatori di quest'area hanno lasciato testimonianza del proprio passaggio.
Le incisioni graffite furono prodotte dall'uomo che iniziava ad organizzarsi in piccoli gruppi dediti alla pastorizia o all'agricoltura e possono essere avvicinati ad una forma di scrittura nei cui segni era collegata la rappresentazione di un oggetto reale con il suo significato irrazionale.
Attraverso i segni incisi nella pietra spesso veniva descritto ciò che appariva e nello stesso tempo ad essi veniva connesso un significato di sacralità.
Ciò sembra essere confermato dalla leggibilità sul Ciappo del Sale di "figure oranti".
Rappresentazioni analoghe sono state rintracciate nel patrimonio vastissimo di incisioni rupestri della Valcamonica: ad esse è attribuito il significato di rappresentare il passaggio dall'uso del graffito per individuare oggetti concreti ad un uso che rappresenta concetti astratti.
Naturalmente non è possibile definire con precisione i messaggi affidati al segno inciso poiché ci sono ignote le condizioni, materiali e psicologiche, in cui questi sono stati prodotti.
Oltre le figure sopraddette sono leggibili sul ciappo croci di vari tipi e croci coppellate; queste ultime appartengono probabilmente ad un'età di molto posteriore all'incisione originaria e le coppelle sarebbero una soprammissione.
La croce in forme variamente elaborate appartiene ad una simbologia che si perde nella notte dei tempi ed è stata ripresa ed investita di nuovi significati dal Cristianesimo nel quale rimane un essenziale riferimento culturale.
Un'ultima osservazione sul tracciato del piccolo canale che ha forma irregolare di linea spezzata dal quale venivano convogliata a terra acqua o, possiamo supporre, sangue di animali immolati.
Attraverso le incisioni (graffiti, coppelle e canaletti) sulla lastra di pietra l'uomo simboleggiava uno stretto contatto che veniva a instaurarsi fra sé e una divinità originaria identificata con la Terra Madre.
Il segno inciso rappresentava la traccia mediante la quale l'uomo cessava di essere solo e si univa alla creazione.
È altrettanto evidente che alle vicende della terra ed ai suoi prodotti era affidata la sopravvivenza del gruppo e quindi il rapporto col sacro che noi oggi interpretiamo come trascendente ed invisibile si materializza nelle incisioni delle pietre.
Certo è che le pietre sono testimonianze di culture e del passaggio di gruppi umani estremamente differenti e lontani nello svolgersi del tempo; la presenza sul Ciappo del Sale di incisioni che, per le loro caratteristiche, sono attribuibili al periodo medioevale testimonia un'ininterrotta presenza dell'uomo in questi luoghi e la comune appartenenza a quella cultura pastorale di cui si trovano le tracce più articolate nella Valle delle Meraviglie.

Per raggiungere il "Ciappo del Sale" è necessario arrivare a Portio, che si trova sulla strada che da Spotorno porta a Finale. Salendo da Noli si percorre la strada che porta a Voze e quindi si prosegue per Magnone, seguendo poi una strada che a sinistra indica proprio Portio.
Giunti a Portio, si prosegue verso sud per poco meno di un chilometro e poi si prende a sinistra in direzione della borgata Rocca. Superato l'abitato, si incontra su un tornante una strada sterrata che esce diritta dalla curva; questa porta al ciappo.
All'inizio sembra più il letto di un torrente, poi diventa pianeggiante e si inoltra nel bosco tra i pini.
La segnaletica non è così evidente, ma quando si incontra un bivio, quasi a forma di T, proseguendo sulla destra si arriva in uno spiazzo erboso in prossimità del ciappo. Qui si trova non solo il cartello informativo sul sito, ma si ritrova anche il percorso attrezzato per i non vedenti che proviene da San Giacomo di Magnone.

La zona dove si trova il lastrone di pietra non è a più di una decina di metri dallo spiazzo e dal cartello, ma ho avuto qualche difficoltà a scoprirne l'esistenza per via della vegetazione che ne nasconde la visione.
Peraltro io stesso non mi sono addentrato sino alla pietra perchè non ero attrezzato per eventuali incidenti "di percorso" che il contesto mi portava ad immaginare: rovi e spini, insetti e serpenti, rapaci e roditori (lupi ed orsi, perchè no?).
Giusto uno scatto fotografico a distanza ed in condizioni di sicurezza.
Vorrà dire che cercherò in qualche biblioteca il testo di Milli Leale Anfossi specificamente dedicato a "Le incisioni rupestri del Ciappo del Sale", di cui ho avuto notizia ma del quale non ho trovato traccia nel catalogo generale delle biblioteche italiane.
Un'altra occasione di esplorazione.

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016