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PREMESSASe dovessi pensare a quando sia stato il momento esatto della nascita di questa mia appassionata ed appassionante ricerca nei luoghi fiorenti di quellarte sacra medioevale nascosta e sconosciuta ai più, non saprei proprio come rispondermi. E stato un processo che si è sviluppato nel tempo, e che soprattutto è stato alimentato dai numerosi elementi che hanno composto e diversificato ogni singola ricerca dei luoghi, dalla più semplice alla più complessa; curiosità in primis, poi il piacere della scoperta, talvolta un pizzico di avventura, infine il gusto del partecipare ad altri i risultati dei miei inesperti lavori sulle opere che portano un reale contributo allo studio iconografico. Procedimenti che richiedono certamente una conoscenza tecnica per la preparazione del percorso e del progetto danalisi, ma nella realtà dei fatti si è rivelata molto più significativa la mera casualità degli eventi, o meglio quella serendipità che sin dallinizio di questa iniziativa è sempre stato il mio nume tutelare. Di certo i pilastri di ogni mio lavoro derivano da una assidua frequentazione degli scrigni del sapere, cioè delle biblioteche; uno scritto qua ed una frase là sono in grado di creare inaspettati collegamenti mentali che, arrestandosi poi di fronte al muro eretto dallignoranza, mi chiedono di aprire nuove brecce da attraversare, costruendo in tal modo i percorsi mancanti, ed avanti, ed avanti, ed avanti Io non sono né specificamente né particolarmente preparato in campo artistico, sia che si tratti di storia sia che si tratti di autori, ma sono convinto che sia proprio per questo motivo che mi sono dedicato agli studi con la visione limpida dellesploratore; in quanto tale, questa prospettiva è priva di ogni criticismo che avrebbe potuto precludere una valutazione obiettiva, ossia scientifica, del ritrovamento; che quindi ogni volta rinasce per me come un oggetto degno della più ampia e profonda sensazione di meraviglia. In particolare ho trovato una forte intensità per questo tipo di stimoli nelle strutture che racchiudono le opere che sono state create nel periodo romanico, di cui peraltro è da dire che lItalia abbonda; sono pitture murali immediate nel tratto, essenziali nella composizione, fondamentali nei colori, il cui messaggio traspare con chiarezza, non viziato o velato dagli splendenti orpelli del successivo periodo Barocco, che però nella loro magnificenza offuscano il mio occhio di semplice ed ingenuo ricercatore. Sono messaggi che parlano di povertà e di ricchezza, di uomini e di santi, di storie bibliche ed evangeliche, sempre e comunque di devozione, ma anche e soprattutto di storia locale e di eventi che ne hanno caratterizzato levolversi. Ho cercato le cose modeste, gli oratori campestri, le chiese di paese e quelle di montagna, che un passato di profonda devozione ha affidato al presente perché ne avesse rispetto e cura, preparandolo al futuro; ho ritenuto inutile parlare di quelle opere che, pur essendone stato visitatore attento, tuttavia sono conosciute in tutto il mondo, ed ho evitato accuratamente di ripeterne per lennesima volta la magnificazione; altri lo hanno già fatto ed egregiamente, anche se talvolta ho avuto modo di contestare (con risultato positivo) qualche valutazione errata, che lasciava trapelare quanto fosse stata frettolosa e superficiale la proposta interpretativa proveniente dallo studioso di rispetto, ma che mai ha vissuto i luoghi (e volutamente non uso lespressione sui luoghi). E un lavoro non facile, e sono certo che ne siano testimoni le centinaia di storici locali che si nascondono con campanilistica modestia tra coloro che potremmo definire volontari della cultura; mentre allautorevole esperto bastano poche frasi dichiarative e la sua parola è accettata senza riserve, a me, a noi sconosciuti nessuno, necessitano pagine e pagine di prove documentali e fotografiche per consentire che il nostro pensiero sia ritenuto quantomeno degno di attenzione, soprattutto se in contrasto con qualche precedente dautore. Ma questo è il dolce sapore che accompagna il riconoscimento di aver portato un contributo ulteriore alla conoscenza della storia e dellarte dei luoghi più reconditi, e tuttavia non meno importanti daltri più blasonati. Ed è con questo spirito che, con il dovuto impegno, mi sono dedicato al Romanico, trovandone meravigliose vestigia in ogni angolo del territorio che ha ospitato e che tuttora ospita la mia vita, sia residenziale sia temporanea. Oggi ho ritenuto che fosse arrivato il momento adatto per fare il punto della situazione, è cioè raccogliere scritti e non ancora scritti, fornendo qui al lettore un punto di riferimento per il passato che ho vissuto e di cui ho parlato e, soprattutto, per quel futuro di cui lui stesso potrebbe essere protagonista. Io non ho fatto altro che guardarmi intorno, nei luoghi dove vivo, ed ho fatto scoperte entusiasmanti, coperte da un millennio di disattenzione, che peraltro talvolta si è dimostrato il miglior strumento per la conservazione. Guardatevi attorno, e quando vedete in lontananza un campanile che vi sembra antico, chiedetevi cosa potrebbe nascondere alla sua base. Per me è risultato impossibile resistere alla tentazione di andare in esplorazione. Ed eccone i risultati. Ho suddiviso la presentazione in tre diverse sezioni
RIVELATIRicordi per il lettore.
VISTICose nuove per il lettore.
INTUITI(con l'accento sulla penultima ì) Sconosciuti per tutti noi.
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