San Bernardo
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Editoriale

In questo numero della rivista abbiamo voluto integrare il nostro lavoro di esplorazione e di relazione con l'aggiunta di testi provenienti dai più autorevoli redattori di saggi e documentazioni sui temi del Medioevo, ed in particolare su quanto riguarda le opere figurative di soggetto sacro, quali gli affreschi negli edifici di stile romanico.
L'oratorio di San Bernardo, situato sul monte che sovrasta a nord il paese di Monte Carasso, nel Canton Ticino tra Bellinzona e Locarno, è uno tra i tanti esempi di luoghi ignorati dai circuiti turistici, malgrado racchiudano opere d'arte di pregevole fattura e di significativa rilevanza per il periodo storico nel quale sorsero e dal quale si estesero.
Peraltro sono luoghi che si trovano a pochi passi dalle abitazioni e dagli abitanti che talvolta ne ignorano l'esistenza, oppure, se ne sanno, tuttavia non hanno mai reso ad essi l'omaggio di una visita.
La nostra convizione è che il nostro lavoro serva di stimolo ala visita, oltre che di memoria storica.
Ed ecco allora che qui vogliamo utilizzare le parole di un esploratore "di settore", per così dire, ed a lui ricorriamo per una sintesi efficace dell'argomento che stiamo trattando.
Sono del Sac. Dott. Santo Monti le annotazioni da lui apportate agli atti della visita pastorale effettuata nel '500 dal Vescovo di Como, Feliciano Ninguarda;
ecco cosa scriveva il Monti,
tra il 1892 ed il 1898, su Monte Carasso.

* * *

Monte Carasso è una parrocchia nel distretto di Bellinzona, capoluogo del circolo del Ticino, a mezzodì di Bellinzona e allo sbocco della valle di Sementina.
È sotto il titolo di S. Bernardino da Siena; ha una popolazione di 830 abitanti, e nel territorio vi sono altri tre oratori.
Nel 1591 (Visita personale, III, 60) Antonio Cravo, rettore della chiesa di Monte Carasso, dice che la sua cura, composta di otto villette, fa fuochi 150, anime 709, e di comunione 471.
Il già monastero delle Agostiniane di S. Bernardino od Agostiniane di stretta osservanza, dal Franscini (Cantone Ticino, 407), dal Mulinen (Helv. Sacra, 11, 149), dal Rahn (Monumenti artistici, 215), dal Borrani (Ticino Sacro, 324 e seg.), si vuole eretto intorno al 1450.
Tutti però si sbagliano, e il monastero non fu fondato se non ottanta o novant'anni dopo.
Nella Visita personale del 1591 più volte da me in nota allegata (parte III, 67) si contiene: Visitatio personalis monialium S.cti Bernardini regulae sancti Augustini parochiae Montis Carasij comunitatis Belinzonae, facta die Mercurii mensis Julij 1591.
Ed in questa si legge: Praesentata R.da Soror Innocentia de Gesia de Belinzona Mater monasterij antedicti, quae interrogata respondit: « Siamo sedici monache da choro et VI converse. Il principio di questo monasterio fu cominciato a Belinzona nella chiesa di san' Biaggio, ove stassimo puoco tempo, et d'indi fussimo trasferite da li a puoco tempo a Noscha fuori della porta di Belinzona et da li puoi la Comunità ne diede questo luogo dove siamo adesso, che sarà da cinquanta in sessanta anni, ecc. ». - Dunque il monastero di Monte Carasso, per confessione stessa delle suore ebbe origine dal 1531 al 1541. - Le monache furono soppresse nel 1857.
La chiesa del convento serviva anche pel villaggio.
Essa è tutta dipinta con rozze pitture dello scorcio del secolo XVI, con accenni alla maniera del Luini, e sono minutamente descritte nel Repertorium f. Kunstwissenschaft, XII, 122, nel Bollettino Storico, XIV, 130 e nei Monumenti artistici, 216, 217.
Altri di questi dipinti si osservano nella sala del capitolo delle monache.
Anche nella chiesetta di S. Bernardo, in alto sopra Monte Carasso, a sinistra del burrone della Sementina, sonvi affreschi, i più antichi dei quali risalgono al 1427 (?).
Non mi trattengo su di essi, perché sono già illustrati maestrevolmente dal Rahn (I Monumenti, ecc., 218-219).
Tanto nell'una quanto nell'altra chiesa, molte di queste pitture erano nascoste sotto uno stratto di calce, che si dovette levare, per ritornarle, almeno in parte, allo studio proficuo degli intelligenti.
Della Madonna della Valle e del Monte Carasso, si veda Ticino Sacro, 286-89.
Io qui pongo fine a questa mia ultima nota, augurandomi che cessi una buona volta quella stupida mania di coprire a bianco tante pitture, che dovrebbero invece essere conservate con religioso rispetto e venerazione da una generazione che si dice civile e illuminata.

* * *

E noi ci permettiamo di chiudere con un
AMEN

 

L'autore

Ferruccio Ferrazza

Consulente e docente in materia di organizzazione aziendale, da sempre si interessa di fotografia e di cartografia, tema che ha sviluppato in studi originali sulle tecniche della navigazione nei tempi antichi, più o meno remoti.
L'attenzione per i grandi viaggi di esplorazione del passato lo ha portato, in una sorta di fanciullesca fantasia, ad interpretare la figura dell'esploratore in ambito più domestico, mantenendo però lo spirito della ricerca e della meraviglia che animava i suoi ispiratori.
Ha così registrato le sue scoperte con centinaia di scatti fotografici permeati di una sensibilità particolare per le cose invisibili, talvolta perchè troppo piccole, ma più frequentemente perchè troppo grandi.
I suoi studi si sviluppano e prendono corpo con la frequentazione del mondo delle biblioteche, reali o virtuali, cartacee o telematiche, comunque ed ovunque sia possibile l'annidarsi di gemme nascoste e sconosciute di esperienze passate.
Il suo desiderio: avere finalmente il tempo libero per trasmettere ad altri questa sua cultura.
Questo sito, della cui testata è Curatore, è forse l'inizio.

 

Guida al sito

Il sito si suddivide in diversi elementi informativi, cui corrisponde un punto di interesse localizzato e che funge da fulcro per l'esplorazione dei luoghi.

Alle fotografie si accede direttamente dai testi, dove la simbologia è indicata con il metodo usuale e consueto per il lettore.
La selezione apre una finestra ulteriore dimensionata sulla foto stessa; una volta presa visione della foto, è consigliabile la chiusura della relativa finestra.

In questo numero si può partire con la lettura indifferentemente da una delle due sezioni.

Il paese
il testo di Johann Rudolf Rahn

L'oratorio di San Bernardo
di Ferruccio C. Ferrazza

 

Bibliografia

Nelle attività preliminari di preparazione agli scatti fotografici ed alla successiva stesura dei testi talvolta ci siamo avvalsi di quanto proposto in diversi siti nella rete Internet

Per un'indagine scientifica approfondita e specifica sull'iconografia romanica abbiamo consultato diversi testi, ricercando anche quelli di più antica datazione, in particolare per valutare quegli episodi di cui non si tratta nei testi sacri canonici.

Catalogus Sanctorum et gestorum eorum
Petro de Natalibus, Henricus da Sancto Urso, Vicenza, 1493

Succinta historia ecclesiastica Novi Testamenti
Laurentio Diezio, Strander, Bibliopol, 1726

I Vangeli apocrifi
Marcello Craveri, Einaudi, Torino, 1990

I segreti dell'iconografia bizantina
Edizioni Arkeios, Roma, 2003

Legenda aurea
Iacopo da Varazze, Einaudi, Torino, 2007

Quest'ultimo volume, il cui testo originale risale alla fine del secolo XI, è una convergenza di testi ben più antichi quale per esempio
Historia Ecclesiastica
di Eusebio di Cesarea
tradotta dal greco da Rufino di Aquileia nel 400 d.C.

 

Contatti

Saranno particolarmente graditi i contributi dei visitatori che volessero segnalarci curiosità o dettagli da aggiungere a quanto da noi presentato.

Per raggiungere l'autore con i vostri scritti potete utilizzare la posta elettronica
Ferruccio C. Ferrazza

(ATTENZIONE: TOGLIERE GLI SPAZI NEGLI INDIRIZZI EMAIL)

 

Nota

Tutte le fotografie pubblicate in questo sito sono state scattate dall'autore nell'anno 2007 e come tali protette dalle norme sul Diritto d'Autore.
Ne è pertanto vietata la riproduzione, diffusione e spaccio, se non con l'espressa autorizzazione dell'autore.

 

Testi di approfondimento

L'argomento oggetto del sito può essere approfondito con la lettura di libri acquistabili anche via Internet.
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Storia della Chiesa
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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016