
L'INTERVENTO
DI UN SACERDOTE GENEROSO

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di pagina)
Testo estratto dal libro
Don Gianni Sala - Le chiese di Sondalo - Sondalo 1998
Negli anni 1784-'87 s. Marta doveva essere un'altra volta in condizioni
miserevoli: vecchio ormai di due secoli il tetto lasciava gocciolare l'acqua e la
travatura in legno, marcia in più parti, minacciava di crollare cosicché fu giocoforza
correre ai ripari. A farsene promotore fu soprattutto il benemerito sacerdote sondalino
don Bernardo Greco, titolare del beneficio della scolastica maggiore (33).
Spendendo in maggior parte del suo, egli pensò di elevare le pareti
laterali addossando i pilastri portanti a quelle più basse già esistenti e di sostituire
la copertura in legno con una volta. La chiesa subì in tal modo una trasformazione
notevole e perdette la caratteristica architettonica primitiva.
E infatti lo Zaccaria commenta: "Opera lodevole da una parte,
ma per l'altra da compiangersi perché deformò l'ordine architettonico".
Forse fu anche l'altezza del campanile a far sembrare la chiesa troppo
bassa e a indurre il Greco a sopraelevarla; va detto tuttavia che le linee architettoniche
attuali sono pur sempre molto eleganti e sobrie (34).
Piuttosto, nei decenni successivi s. Marta sembrò essere stata presa di
mira dai militari. Oh, non che l'abbiano mitragliata, solo che ogni volta che delle truppe
erano costrette a passare da Sondalo, andavano là ad alloggiare. E allora, si sa, i
soldati non sempre dicevano il rosario o ammiravano gli affreschi del Giovannino. Successe
negli anni 179899 al tempo dei Francesi, nel 1848 al tempo degli Austriaci, ancora nel
1848 al tempo del governo provvisorio della Lombardia, nel 1859 al tempo del Regno
d'Italia, nel 1859 con l'arrivo di Garibaldi (allora le truppe vi sostarono tre mesi), nel
1866 sempre durante la guerra, nel 1888 e seguenti quando servì ad alcune compagnie
alpine che compirono escursioni e manovre in questi paraggi (35).
Nel 1840 il prevosto Cristani rifece il pavimento e in quell'occasione
commissionò pure la gradinata che immette nel presbiterio: cinque anni dopo lo stesso
prevosto "fece miglioramenti all'altare maggiore corredandolo della piccola
ancona in legno dorato" (36).
Il 27 ottobre 1869 s. Marta fu riconosciuta dal Regio Ministero come
Monumento Nazionale e al rettore della stessa fu imposto l'ordine della più esatta e
scrupolosa sorveglianza e conservazione (37).
Nel 1895 durante i lavori di ampliamento e di restauro della chiesa di
s. Maria Maggiore, s. Marta, dopo essere stata anch'essa restaurata a cura del canonico
Zubiani, servì da chiesa parrocchiale. Dopo di allora però, se si eccettuano alcune
riparazioni al campanile nel 1913, fu di nuovo abbandonata, tant'è che il prevosto
Zubiani nel calendario delle celebrazioni liturgiche solite a farsi nella parrocchia,
ricorda s. Marta solo come una delle sette chiese che si visitano il lunedì santo e per
la processione in occasione della festa di s. Bartolomeo. Probabilmente vi si celebrava
anche la festa liturgica della santa patrona, ma poi non si andava certo molto più in
là.
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