Orsa
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MONTE ORSA

Visita effettuata in giugno e ottobre 2005

L'itinerario di visita è forse tra i più facili da percorrere e contemporaneamente tra i più ricchi di punti di interesse sul fronte della Linea Cadorna; è facile, perchè la strada che sale al culmine è completamente asfaltata, ad eccezione di un breve tratto, peraltro semplicemente sterrato e privo di difficoltà di guida, tale quindi da consentire l'accesso anche a normali autovetture; è interessante, perchè tutta la montagna è un unico fortilizio, perforato da diverse postazioni in caverna e contornato da percorsi protetti in trincea o galleria.
Le strutture sono molto ben manutenute, tanto da fungere ora quale supporto a diversi percorsi escursionistici in una zona con una vista panoramica probabilmente unica nel Varesotto.

Ci troviamo a ridosso del confine svizzero, nella parte sud del lago di Lugano, e quindi in un punto perfetto per la "tenuta" di quell'ipotetica invasione dalla quale la linea difensiva avrebbe dovuto difenderci, ma della cui efficacia fortunatamente mai si ebbe modo di dubitare, mancando la dimostrazione attiva del contrario.

Il percorso prende avvio dal paese di Viggiù; seguendo la strada principale di attraversamento, che congiunge il valico di Gaggiolo con la stalale Varese - Porto Ceresio; in un punto dove la strada curva con decisione, in un piccolo allargamento, trovate i cartelli indicatori per S. Elia e per Linea Cadorna che vi conducono ad imboccare un itinerario a senso unico all'interno dell'abitato. Le stradine sono strette, ma comunque agevoli; è necessario però fare attenzione alla segnaletica, per non perdersi o, peggio ancora, per finire in qualche vicolo cieco.

Dal paese si esce costeggiando il torrente Poaggia, sul quale ben presto, a sinistra, si incontra un ponte di attraversamento, all'inizio del quale il comune di Viggiù ha posto un cartello informativo sugli aspetti naturalistici proposti dal Monte Orsa; avremo modo di constatare come sia reale quanto descritto nel testo.

Dopo aver percorso un paio di kilometri, si incontra sulla destra l'inizio della strada che sale al Monte Orsa, mentre andando diritti si può raggiungere la chiesa di Sant'Elia. Una breve diversione vale la pena per la visita; si tratta di percorrere un breve tratto di poche centinaia di metri per raggiungere il luogo (ampio il parcheggio) che ospita anche un frequentato parco attrezzato.

La struttura fondante risale all'anno 1000 e nasce come eremo monastico, ma l'attuale chiesa è il frutto di successive costruzioni operate sin dal 1500 con l'obiettivo di restaurare ed ampliare quanto esistente.
Dell'originale probabilmente rimangono i colonnati esterni ed una effige in pietra, inserita in un muro perimetrale, che rappresenta la classica iconografica di S. Elia sul carro di fuoco.
L'interno è riccamente affrescato ed uno di questi affreschi indica la datazione del 1713.
Come frequentemente accade, con ignorante delinquenza qualcuno gratifica il proprio desiderio di apparire ovunque capiti, peraltro identificandosi chiaramente.
La chiesa non è completamente estranea alle vicende della Linea Cadorna; infatti nel 1917 l'originale destinazione religiosa fu adattata a "deposito batteria" per servire le installazioni più a monte.

Ritorniamo al bivio sul tornante, e proseguiamo la salita sulla strada militare che conduce al Monte Orsa, chiaramente identificata da un cippo in pietra.

Dopo un breve tratto che costeggia diverse ville, probabili residenze "di campagna" dei notabili del nord milanese, si entra nel bosco.

La strada è agevole, asfaltata (salvo un breve tratto, come già detto), e dotata di diversi punti di parcheggio o di svincolo, nel caso si incontrino veicoli in senso contrario.
E' piacevole approfittare di questi punti di sosta; il sottobosco offre generosamente la bellezza della natura che si evidenzia nei colori dei fiori più diversi, sfortunatamente per me del tutto inidentificabili, che passano dall'intenso arancione al sommesso viola, comunque sempre molto apprezzati dagli insetti; io riconosco solo i più comuni "garofanini di montagna" e gli splendidi ciclamini (per inciso, non ho mai capito se così si chiamino per via del loro colore, o viceversa sia il colore che ha da loro preso nome).

Un paio di tornanti, e poi un lungo tratto di circa un kilometro ci porta a quota 830 metri.

Sul tornante incontriamo un parcheggio ed una zona attrezzata per un picnic panoramico, con tavolo e panche in cemento. Una mia visita precedente, nel marzo, la feci dopo un'intensa nevicata, e trovai un'atmosfera tanto limpida da consentire una visione perfetta della pianura lombarda.
Alle spalle del parcheggio, verso monte, è posta una croce che, appena vista, mi fece pensare a qualche evento di guerra da celebrare. In realtà si tratta invece, come spiega una lapide posta nel basamento, di un'iniziativa recente del 1988 del Comune di Saltrio "a ricordo dei padri nella fede cristiana".

Dalla parte opposta, verso valle, inizia una delle più interessanti strutture belliche del Monte Orsa, cioè una trincea che, in pratica, percorre tutta la zona del monte rivolta verso il Mendrisiotto.

Vi si accede da un ampio spiazzo, posto appena sotto l'area di parcheggio, ed è percorribile per un buon tratto.

La trincea è intervallata con regolarità da piazzole destinate al tiro con armi leggere; le piazzole, oltre ad essere collegate tra loro dalla trincea scoperta, lo sono anche da piccoli percorsi in grotta, che evidentemente offrivano maggior protezione oltre che servire da deposito delle munizioni e da ricovero per gli uomini.

Ritorniamo al parcheggio e riprendiamo la salita sulla strada, con il monte a destra e la valle a sinistra.

Dopo poche centinaia di metri, a quota 850 metri, incontriamo un primo accesso in caverna; si tratta dell'ingresso alle postazioni di artiglieria che puntavano, uscendo dalla parte opposta del monte, verso Mendrisio e Chiasso.
All'interno i percorsi sono talvolta con protezione in cemento, talvolta in roccia viva.

Proseguendo lungo la strada, dopo circa 500 metri, si trova un cartello indicatore sulla destra che segnala il percorso, anch'esso militare, verso il vicino Monte Pravello, sul quale si trovano altre installazioni, ma che non visitiamo in questo momento.
Un cippo in pietra identifica l'originale punto di scambio.

Saliamo su questa strada a destra; in breve raggiungiamo un punto di parcheggio dove un cartello ci illustra in dettaglio le diverse postazioni sia del Monte Orsa sia del Monte Pravello ed i relativi sentieri di collegamento.

A nord della zona di parcheggio incontriamo, posta sulla costa del monte, una trincea che probabilmente raggiunge le postazioni del Monte Pravello con un percorso protetto.

Ritorniamo sulla strada principale e riprendiamo la salita verso la vetta del Monte Orsa.

Dopo un breve tragitto di un paio di centinaia di metri, sulla destra si diparte una strada senza alcuna indicazione. Lasciamo la macchina nello spiazzo di svincolo ed incamminiamoci per questa carrareccia.

Dopo pochi metri, svoltata una leggera curva del percorso, ci troviamo di fronte ad un ingresso in caverna composto da un accesso principale e, sulla sinistra, da un piccolo accesso pedonale.
Un lungo corridoio entra nel cuore della montagna e porta alle postazioni di cannoniere rivolte verso Lugano.
In fondo al corridoio si incontra un sistema di ventilazione, con prese d'aria ricavate nella roccia viva e protetto da cemento armato.

Ritorniamo a prendere la macchina per affrontare l'ultimo tratto per la vetta.

Questo tratto di strada è piuttosto stretto e vi sono due tornanti che consentono il transito esclusivamente con qualche manovra. Arrivati al fondo della strada, un piccolo spiazzo consente il parcheggio e l'inversione di marcia.

In cima si scopre subito per quale motivo la strada sia asfaltata; la vetta ospita impianti di ripetizione dei segnali televisivi e telefonici, e quindi necessita di transiti agevoli per i mezzi di manutenzione. Possiamo ringraziare per questo e per il servizio che danno, meno per l'impatto ambientale; ma questo è lo scotto da pagare per gli agi della modernità.

Aggiriamo sulla destra l'edificio dell'impianto e saliamo di qualche metro per un piccolo sentiero, portandoci in vetta, riconoscibile per la presenza di una croce commemorativa.

Qui il panorama è stupendo e spazia su tutto quel ramo del Lago di Lugano che funge da confine tra Italia e Svizzera, da Porto Ceresio verso Ponte Tresa; dirimpetto la vista del caratteristico paese di Morcote, facilmente identificabile per lo sviluppo edilizio che risale dal lago abbarbicato su impossibili pendenze,

Questo è il meritato compenso per la tenacia nella salita in vetta, malgrado l'imposta presenza delle moderne tecnologie.

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016