Forte Orino
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FORTE DI ORINO

Visita effettuata in novembre 2005

A ben vedere, se si guarda la visita al Forte di Orino sotto l'aspetto della documentazione di postazioni militari, le aspettative dell'escursionista saranno ben presto disattese; poco vi si trova da vedere o documentare.
Per contrasto il punto di vista paesaggistico è, a mio avviso, tra i più significativi tra quelli che si trovano nel territorio della provincia di Varese.

Posto a poco più di 1.100 metri di altezza, non trova ostacoli che impediscano la visione di un panorama circolare completo.
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Nell'ambito della Linea Cadorna rivestiva un compito di secondaria importanza; non essendo posizionato sul confine con la Svizzera non ne poteva costituire un elemento difensivo come lo sono, per esempio, il Monte Piambello o il Monte La Nave.
Viceversa, insieme alla postazione del Monte Martica, formava l'eventuale ultimo baluardo a difesa della città di Varese, dove aveva sede il Comando militare

La sua posizione lo colloca all'interno del territorio del Parco del Campo dei Fiori, che cura e mantiene con efficienza ed efficacia gli aspetti turistici della zona di riferimento.
Per inciso, rivolgendosi alla Sede del Parco, che si trova a Brinzio a pochi chilometri a nord di Varese, è facile contattare ed incontrare operatori competenti e sempre disponibili, che possono aiutarvi a comprendere al meglio quali siano le opportunità offerte dalle strutture che ricadono sotto la loro giurisdizione.
Frequentemente sono organizzate visite accompagnate dalle GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) con destinazioni di vario interesse naturalistico o storico.

Per raggiungere il Forte di Orino è possibile scegliere diversi sentieri proposti dal Parco, ognuno con partenza da luoghi diversi.

Sentiero n. 1 - dalla Prima Cappella
percorribile a piedi in 4 ore sulla distanza di 9 km. con dislivello in salita di 500 m.
Prima Cappella (600 m.)
Santa Maria del Monte (830 m.)
Valico Pizzella (926 m.)
Stazione Funicolare - Grande Albergo (1.034 m.)
Campo dei Fiori (1.085)
Strada militare per il Forte
Forte di Orino (1.139 m.)

Sentiero n. 2 - da Orino paese
percorribile a piedi in 3 ore e 45 minuti sulla distanza di 3 km. con dislivello in salita di 700 m.
da 442 m.  a 1.1.39 m.

Sentiero n. 17 - da Cocquio Trevisago
percorribile a piedi in 3 ore e mezza sulla distanza di 6,5 km. con dislivello in salita di 850 m.
Conquio Trevisago (265 m.)
Caldana (390 m.)
Cerro (460 m.)
Bivio Pian delle Noci (735 m.)
Forte di Orino (1.139)

La mia scelta è stata quella di accedere attraverso la strada militare originaria, che si estende praticamente in piano per circa 4 km. partendo dal piazzale d'ingresso dell'Osservatorio Astronomico del Campo dei Fiori.

In macchina si può partire da Varese seguendo i frequenti cartelli che indicano la direzione del Campo dei Fiori.
E' possibile utilizzare anche i trasporti pubblici, che portano abbastanza vicino all'Osservatorio e che nel recente sono stati ampliati con la riattivazione della funicolare che conduce dalla Prima Cappella al Sacro Monte.

Peraltro è possibile evitare il transito attraverso Varese, talvolta difficoltoso, utilizzando strade secondarie come quella che proviene da Induno Olona, salendo con stretti tornanti tra Olona e Robarello e che presenta suggestivi scorci su antichi borghi.

In entrambi i casi ci si ritrova sulla strada che da Varese conduce a Brinzio; ancora in zona abitata, si incontra il  bivio verso Campo dei Fiori, ben indicato verso sinistra.

Salendo si attraversa una zona residenziale di notevole bellezza, costeggiando dimore signorili che richiamano fasti d'altri tempi.

Non dimentichiamo di mantenere l'attenzione sulla segnaletica che indica come direzione l'Osservatorio Astronomico; io non l'ho fatto e così, seguendo una direzione dritta, anziche prendere a destra in un tornante, mi sono trovato nel piazzale di partenza della funicolare, peraltro interessante per l'enorme e centenaria pianta su cui si incentra.
(Per favore, non chiedetemi di quale pianta si tratta; io, come dice mia moglie, confondo la salvia con il rosmarino, per non parlare delle piante da frutto o da fiore)

Riprendendo la strada corretta, dopo un breve tratto ci troviamo di fronte all'ingresso del Sacro Monte.
Può valere la pena, avendone il tempo, di visitare qualche monumento tra quelli che si trovano in zona.
Un cartello ne indica alcuni:
Il Santuario, del secolo XV con cripta del X secolo
Le 14 Cappelle del secolo XVII
Il Museo Baroffio
Il Museo Pogliaghi

Proseguiamo in macchina la salita verso l'Osservatorio.

Percorsi un paio di chilometri, sulla destra si apre uno stupendo panorama verso i monti della vicina Svizzera che contornano, sullo sfondo, l'abitato di Santa Maria del Monte, la cui visione mi riporta alla mente gli arroccati paesi in terra umbra.

In breve raggiungiamo il piazzale dal quale si diparte la strada (percorribile a piedi) che conduce al Grande Albergo, l'imponente struttura immobiliare di stile "liberty", opera dell'Architetto Sommaruga, e che dal 1910 domina sul varesotto.
Qui si arresta il percorso dei mezzi di linea.

Un altro breve tratto di circa 1 chilometro ci porta al punto massimo raggiungibile con la macchina; non solo lo possiamo riconoscere per un cartello di divieto di circolazione sulla strada che parte in salita verso sinistra, ma anche per la presenza di una colonna sovrastata da una piccola madonnina in terracotta.

Possiamo parcheggiare la macchina nel piazzale antistante un piccolo albergo che si intravede pochi metri avanti sulla destra; cosa che ci consentirà al ritorno di gradire qualche "genere di conforto".

Da questo punto parte l'originale strada militare per il Forte di Orino.

La strada, in questo tratto ancora asfaltata, conduce in circa 200 metri al piazzale dove si trova il cancello di ingresso dell'Osservatorio Astronomico.

Noi proseguiamo invece sulla strada sterrata che, in circa 4 chilometri, ci conduce al Forte.

La strada si sviluppa sul declivio a sud del monte, attraversando un'ampia pineta.
Il Parco ha provveduto a sistemare un "percorso vita" con punti attrezzati.
Per posizione, panorama, ambiente naturale (e pendenza pressochè nulla) è particolarmente suggestivo e frequentato anche da persone in non giovane età.
Molti sono stati gli incontri che ho avuto in una giornata infrasettimanale, peraltro la prima di piena visibilità dopo un lungo periodo di uggia autunnale.

Lungo il percorso si trovano diverse caverne naturali, il cui accesso è protetto da grate, che rivestono notevole interesse da parte degli speleologi locali che tuttora non ne hanno completato l'esplorazione, ma ne curano la classificazione con cartelli esplicativi.

Alla fine della strada, praticamente la nostra meta, troviamo una baracca sapientemente posizionata per consentire agli escursionisti di trovare rifugio in caso di improvvisi ed inaspettati problemi metereologici.
Rilevando i contenuti dei vari cartelli che ne costellano le pareti esterne, mi domando se sia mai possibile che si debba sempre "chiedere" il rispetto dell'ambiente; non dovrebbe essere nella naturale educazione di tutti noi un comportamento rispettoso?

Il Forte si trova una ventina di metri sopra, ed è già identificabile dalle strutture in pietra a sostegno della piazzola.

Si tratta di una postazione "in barbetta", cioè a cielo aperto, della cui struttura originaria rimane un muro di circa 30 metri di lunghezza, rivolto a nord e intervallato da nicchie per il deposito delle cariche dei cannoni. Una di queste, attualmente, protegge una fotografia che illustra il fantastico panorama che si gode tutto attorno.

Una vista su tutto l'orizzonte disponibile, dal Lago di Varese al Lago Maggiore.

La stupenda vista ci nasconde la realtà del rientro, che richiede di ripercorrere all'inverso i 4 chilometri che ci hanno portato a gustare tanta meraviglia, e così affrontiamo il percorso di ritorno a sera inoltrata, con ancora sufficiente illuminazione per accorgerci che in alcuni punti la strada è sostenuta da un piccolo ponte in pietra, come identicamente abbiamo trovato in altri percorsi militari sulla Linea Cadorna.
Probabilmente lo stesso architetto.

Una fortunata scelta del tempo di percorrenza, inaspettatamente, ci consente di godere dell'ultimo raggio di sole nel tramonto sul piazzale dell'Osservatorio.

Recuperiamo la macchina, non prima di aver approfittato della calda accoglienza del bar nella cui prospicenza abbiamo parcheggiato.

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016