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FORTE DI ORINOVisita effettuata in novembre 2005 A ben vedere, se si guarda la visita al Forte di Orino sotto l'aspetto
della documentazione di postazioni militari, le aspettative dell'escursionista saranno ben
presto disattese; poco vi si trova da vedere o documentare. Posto a poco più di 1.100 metri di altezza, non trova ostacoli che
impediscano la visione di un panorama circolare completo. Nell'ambito della Linea Cadorna rivestiva un compito di secondaria
importanza; non essendo posizionato sul confine con la Svizzera non ne poteva costituire
un elemento difensivo come lo sono, per esempio, il Monte Piambello o il Monte La Nave. La sua posizione lo colloca all'interno del territorio del Parco del Campo dei
Fiori, che cura e mantiene con efficienza ed efficacia gli aspetti turistici della
zona di riferimento. Per raggiungere il Forte di Orino è possibile scegliere diversi sentieri proposti dal Parco, ognuno con partenza da luoghi diversi. Sentiero n. 1 - dalla Prima Cappella Sentiero n. 2 - da Orino paese Sentiero n. 17 - da Cocquio Trevisago La mia scelta è stata quella di accedere attraverso la strada militare originaria, che si estende praticamente in piano per circa 4 km. partendo dal piazzale d'ingresso dell'Osservatorio Astronomico del Campo dei Fiori. In macchina si può partire da Varese seguendo i frequenti cartelli che
indicano la direzione del Campo dei Fiori. Peraltro è possibile evitare il transito attraverso Varese, talvolta difficoltoso, utilizzando strade secondarie come quella che proviene da Induno Olona, salendo con stretti tornanti tra Olona e Robarello e che presenta suggestivi scorci su antichi borghi. In entrambi i casi ci si ritrova sulla strada che da Varese conduce a Brinzio; ancora in zona abitata, si incontra il bivio verso Campo dei Fiori, ben indicato verso sinistra. Salendo si attraversa una zona residenziale di notevole bellezza, costeggiando dimore signorili che richiamano fasti d'altri tempi. Non dimentichiamo di mantenere l'attenzione sulla segnaletica che indica
come direzione l'Osservatorio Astronomico; io non l'ho fatto e così, seguendo una
direzione dritta, anziche prendere a destra in un tornante, mi sono trovato nel piazzale
di partenza della funicolare, peraltro interessante per l'enorme e centenaria pianta
su cui si incentra. Riprendendo la strada corretta, dopo un breve tratto ci troviamo di
fronte all'ingresso del
Sacro Monte. Proseguiamo in macchina la salita verso l'Osservatorio. Percorsi un paio di chilometri, sulla destra si apre uno stupendo panorama verso i monti della vicina Svizzera che contornano, sullo sfondo, l'abitato di Santa Maria del Monte, la cui visione mi riporta alla mente gli arroccati paesi in terra umbra. In breve raggiungiamo il piazzale dal quale si
diparte la strada
(percorribile a piedi) che conduce al Grande Albergo, l'imponente struttura
immobiliare di stile "liberty", opera dell'Architetto Sommaruga, e che dal 1910
domina sul varesotto. Un altro breve tratto di circa 1 chilometro ci porta al punto massimo raggiungibile con la macchina; non solo lo possiamo riconoscere per un cartello di divieto di circolazione sulla strada che parte in salita verso sinistra, ma anche per la presenza di una colonna sovrastata da una piccola madonnina in terracotta. Possiamo parcheggiare la macchina nel piazzale antistante un piccolo albergo che si intravede pochi metri avanti sulla destra; cosa che ci consentirà al ritorno di gradire qualche "genere di conforto". Da questo punto parte l'originale strada militare per il Forte di Orino. La strada, in questo tratto ancora asfaltata, conduce in circa 200 metri al piazzale dove si trova il cancello di ingresso dell'Osservatorio Astronomico. Noi proseguiamo invece sulla strada sterrata che, in circa 4 chilometri, ci conduce al Forte. La strada si sviluppa sul declivio a sud del monte, attraversando
un'ampia pineta. Lungo il percorso si trovano diverse caverne naturali, il cui accesso è protetto da grate, che rivestono notevole interesse da parte degli speleologi locali che tuttora non ne hanno completato l'esplorazione, ma ne curano la classificazione con cartelli esplicativi. Alla fine della strada, praticamente la nostra meta, troviamo una baracca sapientemente
posizionata per consentire agli escursionisti di trovare rifugio in caso di improvvisi ed
inaspettati problemi metereologici. Il Forte si trova una ventina di metri sopra, ed è già identificabile dalle strutture in pietra a sostegno della piazzola. Si tratta di una postazione "in barbetta", cioè a cielo aperto, della cui struttura originaria rimane un muro di circa 30 metri di lunghezza, rivolto a nord e intervallato da nicchie per il deposito delle cariche dei cannoni. Una di queste, attualmente, protegge una fotografia che illustra il fantastico panorama che si gode tutto attorno. Una vista su tutto l'orizzonte disponibile, dal Lago di Varese al Lago Maggiore. La stupenda vista ci nasconde la realtà del rientro, che richiede di
ripercorrere all'inverso i 4 chilometri che ci hanno portato a gustare tanta meraviglia, e
così affrontiamo il percorso di ritorno a sera inoltrata, con ancora sufficiente
illuminazione per accorgerci che in alcuni punti la strada è sostenuta da un piccolo ponte in pietra, come
identicamente abbiamo trovato in altri percorsi militari sulla Linea Cadorna. Una fortunata scelta del tempo di percorrenza, inaspettatamente, ci consente di godere dell'ultimo raggio di sole nel tramonto sul piazzale dell'Osservatorio. Recuperiamo la macchina, non prima di aver approfittato della calda accoglienza del bar nella cui prospicenza abbiamo parcheggiato.
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