La Nave
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MONTE LA NAVE

Visita effettuata in luglio 2005

Il Monte La Nave è parte di un sistema difensivo composto da diversi punti posti a poca distanza tra loro e che si raggruppa nel complesso del Sette Termini.
E' quindi un'escursione che, una volta in zona, consente la visita di diverse postazioni.
Io, che preferisco dedicare i pomeriggi alle mie esplorazioni, ho diversificato i tempi di escursione dividendole con egoistico opportunismo.
Così anche in questo sito.

Sulla cima del Monte La Nave si trova un osservatorio d'artigleria, posizionato in modo da consentire, con l'ampia vista offerta dalla posizione, di dirigere gli eventuali tiri di difesa.

Non è quindi propriamente una postazione dotata di armamenti di lunga gittata, ma viceversa un luogo con efficaci blidature a protezione degli osservatori lì appostati.

Il percorso può iniziare raggiungendo dapprima il paese di Cugliate Fabiasco che, per chi proviene da Varese attraverso la Val Ganna, si trova alla sinistra una volta terminata la parte di valle in piano, seguendo lo svincolo posto un paio di chiilometri dopo il laghetto di Ghirla.

Tra Cugliate e Fabiasco, sulla destra saliamo seguendo la strada provinciale 23, asfaltata e piacevolmente tagliata in una zona riccamente boschiva.
Il suo sviluppo completo porta a terminare a Montegrino Valtravaglia, dopo essere salita sino a quasi mille metri d'altezza, nella zona del Monte Sette Termini, dove è posizionato un ristorante.

Noi però la percorriamo per soli pochi chilometri, poco più che un paio, tanto quanto i tornanti.
In un tornante che ruota sulla sinistra scorgiamo l'inizio della strada militare, che procede uscendo dalla curva.
Una cartello indicatore ci conferma la direzione con le diciture di Alpe Paci, Osservatorio Monte La Nave e San Paolo.

Questa è l'originale strada militare; un cippo dell'epoca ce lo conferma.

E' molto ben tenuta, anche perchè è tuttora in normale uso per servire le residenze dell'Alpe Paci, dove tra queste vi è anche una Colonia Montana.
Possiamo notare come mantiene in diverse parti il lastricato.
A poca distanza dall'inizio attraversa un ruscello, il Rio Torrase, con un pregevole ponte in pietra.

Raggiungiamo l'Alpe Paci in circa un chilometro di percorso in piano.
Qui un cartello indicatore ci informa che siamo perfettamente orientati sulle tracce della Linea Cadorna.

Giriamo a sinistra, imboccando la strada in salita, stretta tra due muri, e fermiamo la macchina.

Qui si trovano ben visibili due bunker per postazioni di artiglieria, raggiungibili con un breve tunnel in cemento armato e pietra che si apre direttamente sulla strada.
Al termine si apre lo spiazzo protetto per la postazione, probabilmente da mortaio.
Da notare la particolare struttura dei rinforzi in tronchi d'albero per impedire eventuali frane di terriccio.

Usciamo dal tunnel e, sulla destra, seguendo la strada in salita, possiamo notare la presenza di una casermetta (qualcuno mi ha corretto, segnalandomi che in realtà era un ospedaletto).

Riprendiamo il percorso e seguiamo la strada che ora si presenta con un fondo molto sconnesso, e per nulla transitata.
Dopo il primo chilometro, un cippo ci conferma la distanza.

Dopo aver contato quattro tornanti, un breve tratto in piano ci porta a poche decine di metri dalla vetta, e qui è opportuno arrestare la macchina, perchè quei pochi metri sono piuttosto difficili da affrontare con una gommatura pur da fuoristrada.
Molte pietre sono più simili a schegge di roccia e potrebbero lesionare i pneumatici.
Inoltre qui si trova un piccolo spiazzo per invertire la marcia agevolmente.

Saliamo a piedi sul culmine, dove ci accoglie una pianta che sembra posizionata ad arte per indicare la cima.

Magnifica la vista verso nord, sul lago di Lugano e la vicina Svizzera.

Alla sinistra dello spiazzo si apre l'ingresso dell'osservatorio.

Devo confessare che qui è terminata la mia sete di avventura e di esplorazione, tanto che non sono entrato nella galleria.
Questo è principalmente dovuto al fatto che un gentilissimo funzionario comunale, da me interpellato qualche giorno prima per avere informazioni sul percorso, tra le altre utilissime notizie che mi diede, mi mise sull'avviso della presenza di famiglie di cinghiali talvolta annidati proprio nelle gallerie artificiali delle postazioni in zona.
Così ho goduto della magnificenza del panorama e della solitudine, e questo è stato ben oltre la sufficienza.

Una volta ritornati all'Alpe Paci, se rimane un po' di tempo è piacevole ed interessante lasciare la macchina per proseguire a piedi la visita della vicina chiesetta di San Paolo.
Il sentiero si diparte oltre l'ultima casa, mantenendo il monte a sinistra, ed una sbarra chiude l'accesso ai veicoli.
Si tratta di un percorso di 500 metri completamente in piano.

Una volta raggiunto lo spiazzo prospiciente la chiesetta, si può riposare e godere di una vista che dal Lago di Lugano, a sinistra, si chiude oltre il Lago di Ghirla, a destra.

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Della chiesetta di San Paolo ho trovato un'attenta descrizione storica in un sito internet, di cui non sono riuscito a riconoscere l'autore, per doverosamente citarlo.
Vi leggo:

E' un antico eremo. Credesi fondato nel secolo XII dai padri Lateranensi che risiedevano a Lavena. Venne in seguito tenuto in custodia, fin verso la fine del 1600, dai frati che abitavano a Marchirolo. In una pergamena del 25 febbraio 1352 si parla infatti di un fra Guglielmo della Chiesa di S.Paolo di Marchirolo. Già rinnovata nel 1827 prima, nel 1912 poi, si rinnova nel 1964 per opera degli Alpini di Marchirolo. La Chiesa è posta su un gran masso porfirico, a mt.800 sul mare, in posizione incantevole dominante un ampio bellissimo panorama di laghi e monti. L'occhio spazia da una parte su tutto il bacino del Ceresio fino alla estrema punta di Porlezza, comprendendo la Valsolda e al di là fino al Legnone, col massiccio del Monte Generoso più a Est; dall'altra parte sull' ampia distesa della Valmarchirolo, Valganna, Valcuvia, Valtravaglia, fino alle Alpi, col maestoso Monte Rosa che chiude l'orizzonte

Pur con una facciata che si nasconde nell'umiltà, il piccolo portico propone scorci di particolare suggestione.

 

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016