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Mi è gradito anzitutto ringraziare l'Assessore al Territorio del Comune
di Cavallasca ed il Direttore del Parco Regionale Spina Verde.
CAVALLASCAVisita effettuata tra novembre 2005 e febbraio 2006
La visita a Cavallasca è stata un continuo susseguirsi di sorprese, tanto che ne hanno fatto per me una vera e propria esplorazione. In realtà liniziale viaggio non era stato programmato nellambito dei percorsi relativi alla Linea Cadorna, ma solamente per passare un pomeriggio al volante del mio piccolo fuoristrada, alla ricerca di vecchie strade e di nuovi panorami. Ero rimasto incuriosito da un percorso che sulla cartina si rivelava interessante per questo scopo, raggiungendo in breve distanza il culmine di una montagnetta sovrastante, verso nord, il paese. Era una zona che non avevo mai frequentato, malgrado la provinciale Garibaldina, da Como ad Olgiate Comasco, sia tuttora la mia preferita nelle scelte dei percorsi per raggiungere o lasciare il capoluogo evitando la trafficata statale Como Varese. Fu nel percorrere questa stradina in salita che scoprii lindicazione della presenza delle strutture militari. Peraltro non ebbi nemmeno il tempo di iniziare le ricerche storiche, che in quella stessa settimana il quotidiano locale riportò lannuncio che in quella zona si sarebbe tenuta una manifestazione per la presentazione dei lavori di ripristino degli insediamenti locali della Linea Cadorna. Colsi loccasione al volo ed ebbi così modo di iniziare la scoperta di un paese di notevole interesse storico, seppur scarsamente conosciuto.
Il Parco Spina VerdeTutto il territorio comunale è racchiuso nel comprensorio del Parco Regionale Spina Verde di Como, la cui sede si trova proprio a Cavallasca, sul fianco del palazzo municipale (di cui parlerò in seguito). Il Parco ha edito un interessante raccoglitore, che in diverse schede dettaglia i sentieri che lo attraversano ed i punti di interesse. In particolare, i sentieri n. 2 (Confinale) e n. 7 (Cavallasca) hanno come sottotitolo Itinerario delle tattiche militari e delle strategie di difesa e conducono sui punti di rilievo per le postazioni difensive della Linea Cadorna. I confini del Parco sono evidenziati da appositi cartelli posti sui percorsi.
Il mio itinerarioDal centro di Cavallasca, sulla provinciale Garibaldina allincrocio dove si trova lunico semaforo del paese ci si dirige verso monte allinterno del paese vecchio, seguendo la via imposta dalla viabilità e quindi senza possibilità derrore. Percorsi circa 200 metri, sulla sinistra, un poco nascosta dallo spigolo di una casa, inizia la strada (ex-militare) che porta al Sasso, identificata anche da unindicazione turistica relativa ad un agriturismo che si trova proprio sul culmine del Monte. Seguendo questa strada si lascia labitato addentrandosi nel bosco
sino a raggiungere alcune abitazioni tra le quali la vecchia caserma della Guardia di
Finanza. Dopo un breve percorso rettilineo di circa 200 metri si arriva al primo punto di interesse, identificato da un cartello che riporta una dettagliata cartina della zona e degli insediamenti della Linea Cadorna. Già lì, e senza laiuto della cartina, si nota immediatamente la presenza di una caverna artificiale, alta quanto basta per percorrerla eretti e senza particolari problemi. Si tratta di un ricovero principalmente usato per depositare e proteggere le munizioni. Sulla sinistra si diparte un sentiero che aggira il Sasso portandoci sul fronte nord in circa 500 metri, a ridosso del confine svizzero. Qui incontriamo unaltra galleria artificiale, anchessa destinata al deposito delle munizioni oltre che da ricovero per le sentinelle, attive in questa zona perché la più vicina al confine. Se avanziamo sulla sinistra della finestra daerazione protetta da una grata, entriamo in un percorso con diverse trincee tra di loro angolate a 90 gradi e perfettamente conservate a protezione delle postazioni di mitragliatrici che potevano battere la piana di Chiasso. Da notare le feritoie per i fucilieri, che potevano posizionarsi su una parte rilevata del sentiero di trincea per meglio adattarsi in altezza. Nei muri di sostegno sono anche inseriti i pioli in ferro di scalette idonee a consentire sortite con la rapidità richiesta dal momento. In pratica, seguendo la trincea potremmo aggirare completamente il Sasso.
La posizionePer meglio renderci conto di quanto fosse strategica la posizione delle postazioni del Sasso, cerchiamo di raggiungere il culmine del Monte. Lo possiamo fare anche ritornando sui nostri passi, sino alla prima caverna che abbiamo incontrato sulla strada asfaltata, dove si trova il cartello con la cartina. Da qui proseguiamo la salita verso lagriturismo ed entriamo nel parcheggio alto. Il panorama è già affascinante per sé stesso, tanto più al tramonto del sole, ma ancor di più lo è se visto sotto laspetto militare.
Verso nord si ha una completa visuale sulla zona svizzera di Chiasso sin verso il Mendrisiotto.
Verso sud, la Pianura Padana sino agli Appennini.
Emozionante.
Il Municipio.Se vi è rimasto del tempo e non è un giorno festivo, non lasciate Cavallasca senza aver visitato il Palazzo Comunale. Lo potete trovare raggiungendo il semaforo, e proseguendo diritti attraversando la statale. Nella zona del parcheggio, sulla destra del cancello dingresso, una nevera recentemente ristrutturata dal locale Gruppo Alpini ci ricorda come si potessero conservare i cibi senza sprechi di energia prima dellavvento degli elettrodomestici. Dapprima si accede ad unampio giardino, alla cui sinistra un portico conduce alla sede del parco Spina Verde. Qui potrete trovare una competenza ed una disponibilità rara da incontrare; gli operatori del Parco sono sicuramente la fonte più efficace per scoprire gli altri aspetti che la zona nasconde, oltre quelli militari. Sotto il portico, un antico torchio testimonia che nella zona era diffusa la produzione vitivinicola, oltretutto a suo tempo ben conosciuta ed apprezzata, prima che la peronospera ne impedisse lo sviluppo nella seconda metà del 800. Gli uffici comunali sono posti allinterno di Villa Imbonati, un prezioso esempio di residenza nobiliare di villeggiatura del 600, la cui costruzione fu commissionata da Carlo Antonio Imbonati. Sul portale dingresso lo stemma parla della famiglia; è infatti suddiviso in due settori in cui quello di sinistra è simbolo degli Imbonati e quello di destra degli Odescalchi, famiglia di provenienza della moglie dellImbonati. Entriamo e proseguiamo nella prima sala prospiciente lingresso. Ci accoglie un ambiente particolare. Il pavimento è una specie di mosaico composto da piccoli ciottoli di fiume, che con colori diversi riportano nuovamente lo stemma della famiglia. Sulla sinistra una curiosa composizione vuole rappresentare una grotta, con stalattiti, dove troneggia un Nettuno con tanto di tridente. Ma bisogna alzare lo sguardo per ammirare un magnifico affresco che decora il soffitto con colori straordinariamente brillanti, malgrado la penombra che avvolge lambiente. Si tratta di un soggetto biblico, come tutti quelli che si trovano al piano rialzato, che rappresenta lAngelo del Signore che interviene per salvare il piccolo Ismaele, morente di sete, a fianco di Agar, schiava di Abramo. Usciamo da questa sala e saliamo lo scalone, sul cui pianerottolo possiamo ammirare un ovale con la raffigurazione dellImmacolata tra gli Angeli. Al piano superiore gli affreschi sono di tema mitologico. In cima allo scalone entriamo nella prima sala a sinistra. Tutte le pareti sono decorate nella parte superiore da stupendi affreschi che attirano lo sguardo verso lalto per completarsi sul pregevole soffitto a cassettoni. Quello che qui riporto rappresenta Poseidone, dio del mare, che rapisce Anfitrite su un carro tra le onde. Se non avete fatto tardi, su questo piano cercate la biblioteca. Troverete una simpatica e capace giovane bibliotecaria che vi aiuterà a scoprire Cavallasca con laiuto di un volume, dal quale io ho attinto queste note a piene mani, opera di Beniamino Fargnoli e stampato per volere del Comune. Avrete così modo di scoprire che quello che io ho raccontato non è altro che una frazione di quello che andrebbe scritto. Si potrebbe riempire un intero volume della rivista.
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