|
IL VIAGGIOMi piace scrivere queste prefazioni. E un puro piacere edonistico, forse letterario, e non servono a molto, sicuramente a nessuno. Non hanno nulla di scientifico, ma sono la parte essenziale di quella componente umana che ha poi dato frutto alla ricerca ed allesplorazione. Sono il contesto astratto, impalpabile, non misurabile, talvolta nemmeno ripetibile, lesatto contrario della valenza scientifica. Per questo motivo pongo sullavviso il lettore che è alla ricerca di concretezze. Chi non tollera la mia svenevole letteratura, può passare direttamente ai risultati dellesplorazione. Senza che io ne senta alcuna offesa.
LA PREPARAZIONELa vacanza; ecco qual era il reale scopo di questa che poi si è trasformata in unesplorazione non programmata, non voluta, non attesa; la vacanza, quella sì lo era: programmata, voluta, attesa. Questa volta ho voluto veramente prendermi una vacanza, lontano dal lavoro, sia da quello produttivo che mi dà da vivere, sia da quello intellettuale che mi dà piacere. Bando alle ricerche storiche, agli studi iconografici, ai lavori fotografici. Un periodo di completa e totale nullafacenza. Loccasione era particolarmente propizia; un anniversario di coppia, un compleanno di valore decennale e simbolico, una congiunzione unica ed irripetibile. Il matrimonio è un compromesso a vita. La logica che lo supporta risiede in un principio che talvolta si rivela il cardine per la felice convivenza: la sofferenza delluno è la più grande dimostrazione damore verso laltro. Io soffro al mare; ci soffro nel fisico e nellanimo. Il solo pensiero mi richiama immagini e sensazioni che mi terrorizzano: di calore incontrollabile, di afrore sudorifero, di insetti bellicosi, di notti insonni, di riposi mancati, di socialità coatta. Ovunque sabbia: tra le dita, nelle scarpe, nei calzini, nei cassetti. Una continua violenza al mio livello di sopportazione. Mi sento perennemente immerso in quellatmosfera salmastra, che mi sembra stia corrodendo ineluttabilmente e subdolamente tutto ciò di cui mi circondo, i beni per me più preziosi, le mie cose. Una tragedia. Per questo ho deciso di fare una vacanza al mare, cosa che mia moglie adora e che da tempo si è vista negare. Una sorpresa, ne sono sicuro; una grande sorpresa, preparata in segreto. Ho cercato di scegliere il luogo con particolare attenzione, mescolando ad arte i diversi componenti di quella che avrebbe dovuto essere la mia più emblematica tortura; il più lontano possibile dai monti, la cui frescura mi avrebbe inesorabilmente tentato; il più frequentato possibile dai turisti, che per definizione sono nottambuli e rumorigeni, anche fuori stagione; spiagge smisurate, di quel genere che richiede la preparazione atletica che non ho anche solo per raggiungere il bagnasciuga. Quanto di meglio nel catalogo del masochismo turistico. Mi era rimasta una sola attrattiva, lunica che mi ha confortato nel valutare che forse avrei potuto cavarmela con qualche momento di sano piacere, peraltro di coppia. Ci vado con il jeeppino depoca - ho pensato - così possiamo togliere il telino e goderci il fascino del trasporto cabriolet. E poi, forse in qualche stradina di campagna ci potrebbe consentire unesplorazione agreste e fuori dal mucchio. Un sogno frequente durante i rigori dellinverno. A quel punto ho escluso mete lontane, che avrebbero sottoposto a dura prova uomini e mezzi, come si suol dire. Una liscia autostrada nel raggio di capacità del serbatoio del carburante, ed il gioco è fatto; è sufficiente che mi sistemi tranquillamente e pazientemente dietro ad un enorme TIR, pur mantenendo la regolamentare distanza di sicurezza, per essere risucchiato nella sua scia, in questo modo alleggerendo lo sforzo del mio maturo motore e venendo letteralmente portato a destinazione, quasi per mano, alla velocità tollerata dal mio vetusto e venerabile mezzo, Allinizio ho pensato alla Versilia, luogo di piacevoli ricordi
della mia infanzia ed adolescenza. Ma è una rimembranza solo mia. Non avrebbe soddisfatto
entrambi. Ecco invece che mi è emerso un altro ricordo, cioè laggiù dove abbiamo
trascorso assieme le prime vacanze da fidanzati, comunque sotto il vigile occhio di suo
padre. Molti i suoi ricordi, le sue amicizie. A quel punto ho deciso: Lido di Jesolo. Per
me. peggio di così non avrei potuto trovare. Per lei, meglio di così non avrei potuto
trovare. Nulla di più perfetto per ordire la grande sorpresa. Ho messo al lavoro la mia professionalità nella navigazione su quel mare che preferisco, il Web. Ho trovato, valutato, comparato, addirittura osservato i luoghi, a corta ed a lunga distanza. Ma poi, come sempre avviene, è il contatto umano che conta maggiormente. Un colpo di telefono, una voce gentile, un tono cortese, risposte coerenti con le mie domande. Mi sono sentito subito a mio agio. E fatta! Ho avuto conferma a tutto quanto da me richiesto. Non avevo ancora visto nulla, ma ero già rimasto nella certezza che quello fosse il nostro luogo. Ho aperto a mia moglie il pacco a sorpresa. Felicità. Condivisa, naturalmente.
IL LUOGODopo un percorso di una bella mezza giornata, sono arrivato a destinazione un po rintronato. Sono stato accolto come fossi di casa, ed in un attimo mi è sembrato di esserci veramente. E stata una scelta eccellente, forse aiutata da un po di fortuna; la sistemazione si stava dimostrando a dir poco perfetta; le persone amabili, professionali, ospitali, premurose. Tutto come sognato. In hotel, giorni dincanto. Fuori dallhotel, dallincertezza meteorologica al furore degli elementi. Fortunatamente il jeeppino era al riparo; bene ho fatto a condizionare la mia permanenza con la disponibilità di un box al coperto. Anche se un paio di fortunali con conseguenti allagamenti hanno messo a dura prova limpermeabilità del ricovero stesso. Ne è conseguito che il mio unico conforto, cioè quello di poter godere del movimento cabriolet, è andato infranto. Come sempre avviene per quelle leggi non scritte, ma che ci governano in ogni istante della nostra vita, solo allultimo giorno ci siamo addormentati con uno speranzoso tramonto. Ed allora, nel frattempo ho cercato, e trovato, consolazione nella maestria dello chef e del maitre, che ho scoperto in seguito essere persona di tutto rispetto nellambito della sua professione. Ma non solo, durante il nostro tradizionale pranzo meridiano, proprio per il fatto che la sala ristorante non era molto frequentata, ho avuto modo di conversare e di scoprire un uomo di vasta cultura, oltre che uneccellente spalla per simpatiche ed allegre battute. Una gustosa compagnia. Troppi stimoli. Ben presto (eravamo solo al terzo giorno di permanenza) ho iniziato a soffrire di astinenza dai miei interessi culturali. Il vaso è traboccato, giusto per usare unespressione consona con i temporali che ci minacciavano quotidianamente, quando ho scoperto, chiacchierando chiacchierando, che la gentile signora alla reception era laureata proprio in conservazione dei beni culturali, con tanto di interessantissima tesi di laurea (NdA: nel momento nel quale scrivo non sono ancora riuscito nellardua impresa di convincerla a pubblicare il suo lavoro sulla rivista, ma non demordo; forse la lettura di questi miei scritti la convincerà).
LA ZONA ESPLORATAHo deciso così di partire alla ricerca di quello che di romanico, o quantomeno medioevale, vi fosse in zona. Per scattare foto e studiarne in seguito i contenuti, come sempre faccio; un po di iconografia sulla via dellOriente. Mi sono trovato alla deriva, senza punti certi di riferimento. Viaggiare in quella zona significa attraversare una pianura fortemente e vivamente agricola, ben ordinata e lavorata, costellata da casolari talvolta abbandonati, eretti nel Ventennio per favorire gli insediamenti contadini, attraversata da una ragnatela di fiumi e canali che la rendono fertile, ricchi di fauna avicola di ogni genere. E frequente imbattersi in una garzetta intenta a scrutare nellacqua di una roggia alla caccia di cibo oppure essere sorvolati da uno stormo di anatre. Su alcuni percorsi lattraversamento dei fiumi è assicurato da ponti che possono sollevarsi al passaggio di barche e che talvolta ricordano quadri di famosi pittori; oppure si percorrono centenari ponti di barche, che mantengono un fascino tipico, non riscontrabile in altri luoghi dItalia. Ma nullaltro che rientrasse in quel mio interesse iniziale. Nemmeno la ricerca telematica su Internet offriva un aiuto chiaro alla valutazione di eventuali esplorazioni. Frequente luso di frasi che svelavano come la guerra avesse portato alla distruzione delle vestigia medioevali, e non solo nellambito di quanto riguarda le vicende della Prima Guerra Mondiale. Ernest Hemingway faceva dire al colonnello Cantwell, personaggio del suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi, mentre attraversava queste zone nelle quali aveva combattuto: Non fatevi una villa o una chiesa o se avete una chiesa non fatevi fare gli affreschi da Giotto, se siete a ottocento metri da un ponte.. Le mappe mi dicevano che tutto lì era canali e fiumi, e ponti. Mi circondava molto di romano, ma nulla di romanico; quantomeno così sembrava. Il tempo intanto trascorreva inesorabilmente ed i giorni si consumavano in questa mia ansia di esplorazione. Poi ho trovato in rete la riproduzione di un pieghevole che mi è sembrato proporre qualche spunto, almeno per costruire unipotesi di percorso che consentisse di vedere qualcosa se non di scoprire un reale interesse. Un salto alla locale Azienda di Promozione Turistica e sono entrato in possesso della base documentale sulla quale lavorare. Quello che segue è il frutto dellesplorazione e della scoperta, talvolta del tutto inattesa ed estremamente ricca di elementi di sicuro interesse. Il mio rammarico è stato quello di non aver potuto dedicare maggior tempo allesplorazione di questi luoghi; non mi ero preparato e lho dovuto fare in loco, con la conseguenza che il lavoro che ne è uscito non può dirsi esaustivo; del resto, ero un turista. Ma, come è mio obiettivo perenne, sono sicuro che costituisce uno stimolo dinteresse e dapprofondimento per altri che mi seguiranno. Limportante è seminare; nessuno lo facesse, non nascerebbe nulla. E però disse infra se medesimo che troppo sarebbe grande male
s'egli non mettesse in iscritto tutte le maraviglie ch'egli à vedute, perché chi non le
sa l'appari per questo libro.
|
<HomePage> <Il progetto> <Colophon> <Registrazione> <Collaborazioni> <La biblioteca> <Il Sommario> Questo sito è una iniziativa personale di Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016 |