La cappella
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LA CAPPELLA

 

Siamo al termine del nostro percorso, che concludiamo laddove la parete di destra si estende all’esterno del perimetro dell’aula con un ambiente molto particolare, di stile ancor più tardo rispetto a quelli sinora incontrati; siamo nel Barocco settecentesco: preziosismi, stucchi, torsioni, magnificenza, luce e colore, oro e pastello. Una sorta di perla nella valva dell’ostrica, un elemento tanto estraneo quanto prezioso, e tuttavia completamente inserito. Ci troviamo di fronte alla cappella del Santo Crocifisso, il vero luogo di devozione per la chiesa. Quanto sia importante nello sviluppo del culto locale lo si intuisce dalla quantità di cuori d’argento, i classici ex-voto, che si trovano affissi alle pareti; un ringraziamento dai fedeli che hanno ricevuto una grazia da quel Cristo in croce che splende nella nicchia sopra l’altare. La scena proposta, quasi un diorama, è classica, e quindi puntiamo l’attenzione sul vero protagonista di questo luogo sacro: il Crocifisso. Si ritiene che la scultura sia di fattura quattrocentesca; scolpito nel legno, da sempre è oggetto di venerazione, ma soprattutto gli si chiedeva aiuto quando gli eventi, naturali e non, ponevano a repentaglio la sopravvivenza stessa del borgo. In quelle occasioni si organizzava una processione che eseguiva il “trasporto” del santo simulacro sino all’interno della Parrocchiale, dove rimaneva esposto per tre giorni all’onore dei fedeli. L’ultima cerimonia è stata effettuata in occasione del Giubileo dell’anno 2000 (N.d.A: questo scritto è del 2008).

In questa cappella, l’effetto di illuminazione è così sapientemente concentrato da attirare completamente l’attenzione sul Cristo, ma anche le pareti laterali custodiscono opere d’arte il cui soggetto completa l’arco temporale nell’immediatezza dell’evento della crocifissione. Si tratta di due dipinti su tela. In uno è rappresentato il momento della deposizione del Cristo morto; un’accurata visione prospettica della scena è quasi un’estensione visuale della più famosa opera del Mantegna e ci illustra chi si trovasse attorno al corpo; alla sinistra la Madonna, con il manto blu di classica tradizione, volge lo sguardo altrove preda dello struggente dolore; alla destra una figura femminile, probabilmente Maria di Magdala, si appresta a spargere il Corpo con unguenti e balsami. Dalla parte opposta, con colori più foschi, la scena della caduta di Gesù mentre ascende al Calvario; un soldato lo sprona con la frusta, mentre la Madonna, che vuol prestare soccorso al figlio, viene tenuta lontana da un personaggio che stringe in mano un martello e che veste, curiosamente, delle brache a “bermuda”.

È difficile allontanarsi da quanto abbiamo visto, ma fortuna vuole che questa chiesa sia ancora un luogo vivo, frequentato dai fedeli in ogni ora del giorno, e come tale sempre disposto ad accogliere il visitatore. Ci si può andare e ritornare. Forse per scoprire assieme altri percorsi di lettura.

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016