Pombia e Arduino
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Divagazioni

I luoghi e i tempi

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Possibile?
In una carta storica, peraltro di basso dettaglio, che rappresenta la situazione territoriale d'Italia nel Basso Medioevo compare un paese tanto piccolo da contare, oggi, meno di 2.000 abitanti su 12 chilometri quadrati.
Abbiamo indagato ed ecco il frutto del nostro lavoro.

 

Premesse

(di Ferruccio C. Ferrazza)

Un vecchio manoscritto, la scoperta di misteri antichi, il traballare delle certezze storiche, la rivoluzione della conoscenza scientifica, forse.

Chi tra noi non ha sognato, almeno una volta, di impersonare gli esploratori della cinematografia e della letteratura più fantasiosa, e per questo ancor più affascinante.

Questo numero della rivista scaturisce proprio da questo sogno, il mio personale sogno, che qualche tempo fa mi è sembrato trasformarsi in forma concreta, o quantomeno mi è sembrato che potesse divenire tale.

La libreria di mio padre, non ricca di volumi, ma vasta di argomenti, è stata da lui sviluppata come una sorta di raccolta di memorie, o, per meglio dire, di supporti per le sue memorie; libri sulla guerra in Russia, volumi di storia milanese, opere in dialetto lombardo, saggi per la professione.

Io stesso vi depositai qualche libello, considerando che fosse la più adatta locazione per l’argomento trattato, diversificando così quella libreria dalla mia, già densa oltremisura. Peraltro vi collocai anche alcuni documenti in forma primordiale, manoscritti e dattiloscritti preliminari di stampa, redatti da una cugina di mio padre, apprezzata scrittrice di poesie e di memorie storiche. Il tempo seppellì nell’oblio questi documenti; scomparsi dalla memoria, certo, ma pur sempre presenti nello spazio, in quello spazio dove talvolta torno a girovagare, vagabondando senza alcuna meta precisa se non la ricerca di quanto so di aver dimenticato pur non sapendo di cosa si tratti.

Ed ecco emergere quegli scritti a suo tempo reclusi nello scaffale meno frequentato.

Storie di un medioevo passato nel tempo, ma tuttora vivo nei luoghi. Due i protagonisti: Arduino re d’Italia e Pombia. L’uno, persona; l’altro, paese.

Sfoglio e leggo frasi sparse, interpretando il vecchio carattere di un’altrettanto vecchia macchina da scrivere, dando un senso alle annotazioni di mano dell’autrice e che mostrano lo sviluppo del pensiero nelle correzioni, nelle aggiunte, nelle cancellazioni, addirittura nelle note per lo stampatore, se mai ve ne fosse uno. Un prezioso collage di informazioni, sapientemente scomposto e nuovamente ricomposto con carta, forbici, colla e fotocopiatrice, come s’usava pur solo qualche anno fa.

Un’intuizione, una folgorazione, tanto piacevole quanto improvvisa: “Visto. Si pubblichi!” (non è forse così che dicono i professionisti della notizia?)

Una breve ricerca nella rubrica telefonica, ed il contatto con la cugina-autrice è presto ripristinato.

Con lei condivido il paese avito, Pombia, con ricordi d’infanzia, seppur in tempi e condizioni diverse.

Le illustro il progetto: Arduino, il tuo scritto; Pombia, le mie illustrazioni fotografiche. L’entusiasmo ci accomuna. Ci incontriamo e d’improvviso mi ritrovo a dover liberare spazio in un nuovo scaffale della mia libreria per ospitare, seppur temporaneamente, le testimonianze librarie di una vita pombiese che non avevo ancora neppur intravisto.

Ed è a questo punto che per sviluppare il numero della rivista inizia a prendere forma una nuova impostazione, frutto dello studio di questa enorme quantità di informazioni.

All’inizio ho identificato il tema con “Arduino d’Ivrea”, protagonista assoluto del titolo.
La lettura del testo del manoscritto però mi ha portato presto a pensare che sarebbe stato più opportuno che si parlasse di “Arduino da Pombia”, quantomeno per dare un minimo di risalto, doveroso peraltro, al fatto che non fosse nato ad Ivrea, come verrebbe da pensare dalla notazione tradizionale, bensì proprio a Pombia.
Proseguendo nelle letture dei documenti che avevo a disposizione mi sono altresì reso conto di quanto risultasse influente Pombia nella vita di Arduino, e così ho sviluppato un nuovo titolo “Arduino e Pombia”, che nella congiunzione significasse una livello d’importanza pressoché pari.
Ma se è vero che Arduino, nel bene e nel male, è conosciuto ai più, quantomeno per “sentito dire”, non altrettanto lo è Pombia, che frequentemente viene pure confusa con il vicino Varallo Pombia, con una sorta di fagocitosi toponomastica e geografica. Ed è per questo motivo che ho voluto infine aiutare il più debole, e con definitiva decisione ho invertito il punto d’attenzione; titolo finale “Pombia e Arduino”.

Qualcuno ha perfino dubitato che vi lasciassi Arduino.

 

(di Giuseppina Ferazza Politi)

Firmata (…) l’autorizzazione liberatoria (…) per pubblicare (…) dovrei adesso mandare un’autobiografia a Ferruccio Ferrazza che appartiene al quel ramo della mia famiglia (da FERRAZZA IN VAL MORA in “poemetti pombiesi” del 1979) che reca una doppia erre nel cognome a causa dell’errore di qualche disattento impiegato all’anagrafe comunale di Pombia, la piccola patria d’origine dei comuni avi. Siamo dunque innegabilmente parenti, anzi doppiamente tali in quanto suo nonno, il Pa’ Pepp, era primo cugino del Pa’ N’geta mio nonno, e sua nonna Teresa Settimio-Roveda era nipote della mia nonna Rusòt-Rosa Negri in quanto figlia – seppur adottiva – di sua sorella Maddalena maritata Roveda.
La Rusòt nutriva una speciale sintonia per “la mè Tiresòn”, essendo entrambe volitive, determinate, coraggiose e comunque capaci di mediare l’istintiva tendenza al comando con l’apparente sottomissione ai coniugi di loro più miti e la dolcezza vestita di rigore con le quali li accudivano, li onoravano, li amavano.

Sono venuti a trovarmi, Ferruccio con la tutt’ora solare moglie, nella vecchia casa di Pombia, dove ci eravamo dati appuntamento. Ho detto loro di quanto il padre, e suocero, Natalino (sì, era nato il giorno di Natale) mi raccontava del proprio nonno materno che stava, da proprietario e conduttore dell’annesso poderetto, nella parte attigua della cascina e gli dispensava un ovetto quotidiano; e di quando il suo nonno paterno fosse orgoglioso di lui, nipotino che rinnovava la caratteristica testa rotonda e intelligente degli avi; e di come bene ricordassi la loro casa alla Quara nella quale mi aveva colpita una grande oleografia raffigurante l’incendio di San Francisco, la città dov’era vissuto (vi era nata la primogenita Vittoria poi maritata Chiari e madre di quell’Orlando che si autodefinisce “ancora giovanile” nel 2006 e che ha “lasciato in eredità” a Ferruccio il fuoristrada Suzuki SJ500 datata 1985), così come mi aveva incuriosita una grande boccia di vetro contenente acqua che Nino forse filtrava o, forse, rendeva materia di suoi esperimenti per una chimica empirica e forse un po’ fantasiosa che lo facevano evadere dal suo lavoro di geometra inquadrato nei ranghi della “Carlo Erba”, la ditta che mi era nota specialmente per le belle scatole di latte in polvere (da CIMITERINO IN CASTELLO in “In quel perduto ieri” del 1982 i cui versi sono piaciuti a Gina Lagorio e sono stati presentati da Nelo Risi) riutilizzate a diversi usi.
Abbiamo detto e certo anche pensato tante cose, scoprendoci affinità fin qui sconosciute di supponibili virtù e di cosiddetti vizi: il piacere di viaggiare, osservare, confrontare; facilità di assimilare idiomi, lingue o dialetti che siano (il professor Antonio Bodrero, BARBA N’TONI, sostiene che il significato di dialetto sia lingua di Dio); curiosità inestinguibili; umorismo temperato da una sottile ma rispettosa ironia; fedeltà agli affetti ed agl’impegni e, di contro, un’atavica “pigrizia”; il piacere d’inabissarsi nel sonno per ritrovare, nella trasmutazione in luce di un nuovo giorno, la fantasia di farci evadere oltre “confini autoimpostici”; l’insofferenza al banale e allo scontato.

Questo, il cappello dalla tesa fin troppo ampia per introdurre all’autobiografia richiestami.
E qui mi coglie un altro dubbio: biografia come storia esistenziale o solo letteraria? Dubbio che richiama una serie pressoché infinita di aggiunte incertezze: esistenza come lacrimanda historia o sotto una cattiva stella o destino di solitudine o risurrezione o stringendo i denti o la maestrina dalla penna rossa o signora dabbene o vocazione di madre?

Quanto alla biografia letteraria, non credo, ahimè!, che le mie pagine possano aver interessato molta gente anche se, con ostinazione diabolica ho continuato a scrivere “un po’ per celia e un po’ per non morir”.
Che cosa ho scritto? Ho cominciato, bambina e poi ragazza, raccontandomi gli anni dal 1928 al 1948 in poesiole poi raccolte e pubblicate su IL SALOTTO LETTERARIO DI MELEGNANO col titolo AL TEMPO DEL CANDORE E DELLA MORTE nel 2005-2006, anonimamente come voglio che resti.
Il mio primissimo diario è stato tenuto nell’agosto del 1938, in un mese passato per la prima volta lontano da mia madre e grondante flussi di lacrime quotidiane; con altre memorie e, con documenti vari e piccoli cimeli d’epoca, ho raccolto altre pagine in due albums spediti al Centro Diaristico di Pieve Santo Stefano (AR) con la clausola di non consultabilità pubblica fino al 2020. Non perché vi si dicano episodi scabrosi, ma per non dover rispondere a inquisizioni, diffidenze e disistima, incapace come sono di tener testa a logorroiche insistenze (rimando alla poesia di Mario Luzi MENAGE).
Le pubblicazioni vere e proprie cominciano nel 1979 con POEMETTI POMBIESI e seguono come elencate e commentate in LA VITA, INSOMMA di Gilberto Coletto.
Nel 2002 nasce una corrispondenza tra il vignettista Emilio Giannelli e me; i disegni che l’accompagnano inducono Carlo Ortolani alla pubblicazione di un piacevole libretto, LA BOMBETTA, e poi a organizzare una mostra di tavole del Giannelli nelle sale del Politecnico di Milano dove incontro il mio corrispondente.
Negli ultimi tempi mando, raramente, qualche pezzo di cronaca o di costume a IL CITTADINO, il quotidiano di Lodi; a IL MELEGNANESE e, più di frequente, a L’ECO POMBIESE.

Dopo i testi di poesia e le biografie di ARDUINO e MARIA JOSE, torno a curiosare nelle vite altrui e ne nascono VITTORIA nel 2005 e MARIA LAETITIA NAPOLEONE, ancora nel 2005.

Negata ai sistemi elettronici, accantonata anche la fedele Olivetti regalatami dallo zio Maurizio, sono tornata a scrivere a mano, rimpiangendo in cuor mio la vecchia cannuccia col pennino mitchell da intingere nel calamaio e le successive stilografiche, compresa una prestigiosa MontBlanc, per servirmi solo di penne biro avute qual reclames di questo e quello. Per non dire della matita di cui faccio largo uso, benigna com’è nel lasciarmi rapidamente cancellare con l’inserita gommina sia gli svarioni che le inesattezze e le ormai frequenti ripetizioni dovute alla difettosità di memoria tipica della senescenza.

 

L'autrice

(dei testi sulla storia di Arduino e sui collegamenti con Pombia)

Giuseppina Ferazza

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Giuseppina Ferazza è nata a Milano nel 1928, vive e risiede oltre quarant'anni nel territorio dell'alto lodigiano.
Racconti e incontri, cronache locali e rendiconti di avvenimenti culturali - alcuni dei quali organizzati a sua cura - sono apprsi sui periodici "La Torre", "Il Castello", "I Quaderni del Circolo C. Perini", "La Plejade", "Alla Bottega", "Il Fauno", "Cultura e Costume", Gente di Procincia", "La latteria di Bristol", "Il Rinnovamento", "La Provincia di Lodi", "Il Cittadino", "Il Corriere dell'Adda", "Il Melegnanese"; su quest'ultimoe scono i suoi "Echi sulle piccole patrie".
Due saggi, La magia e Su le tossicodipendenze sono stati oggetto di relazioni al Rotary Club di Milano Nord-Est.
Pubblicazioni: le raccolte di poesia Poemetti pombiesi, Venti momenti di neurosi con l'apoteosi del blu, Agenda squinternata, In quel perduto ieri, Estati, Addio alla scuola, Il qui e l'altrove, L'ovale orizzontale. Inoltre Le stanze di Pombia (prose) e Arduino (una ricerca storica).

biografia tratta dal volumetto
Il Salotto Letterario - Lodi 1980-1990 - Prometheus Editrice - Milano
in relazione al testo titolato "Le matronae junones"

 

L'autore

(del testo e delle fotografie su Pombia al tempo d'oggi)

Ferruccio Ferrazza
Consulente e docente in materia di organizzazione aziendale, da sempre si interessa di fotografia e di cartografia, tema che ha sviluppato in studi originali sulle tecniche della navigazione nei tempi antichi, più o meno remoti.
L'attenzione per i grandi viaggi di esplorazione del passato lo ha portato, in una sorta di fanciullesca fantasia, ad interpretare la figura dell'esploratore in ambito più domestico, mantenendo però lo spirito della ricerca e della meraviglia che animava i suoi ispiratori.
Ha così registrato le sue scoperte con centinaia di scatti fotografici permeati di una sensibilità particolare per le cose invisibili, talvolta perchè troppo piccole, ma più frequentemente perchè troppo grandi.
I suoi studi si sviluppano e prendono corpo con la frequentazione del mondo delle biblioteche, reali o virtuali, cartacee o telematiche, comunque ed ovunque sia possibile l'annidarsi di gemme nascoste e sconosciute di esperienze passate.
Il suo desiderio: avere finalmente il tempo libero per trasmettere ad altri questa sua cultura.
Questo sito, della cui testata è Curatore, è forse l'inizio.

 

Guida al sito

Comporre questo numero della rivista non è stato un lavoro da poco; molti sono stati i rimaneggiamenti sia di tipo strutturale sia di contenuto, entrambi frutto del processo di riscoperta che ha proseguito per diversi mesi, su ricordi, su persone, su luoghi.

Gli stessi documenti dattiloscritti si sono rivelati difficili da interpretare da parte dei pur sofisticati sistemi informatici di lettura ottica dei caratteri. Io stesso, in questo caso, ho voluto soprattutto rendere maggior tributo alla forma leggibile, e quindi mi sono adoperato per consentire all’odierno lettore telematico di scorrere con fluidità le parole ed i concetti espressi dall’autrice, cosa che sarebbe risultata difficile se si fosse scelto di riportare le pagine originarie nella loro visione “fotografica”..
Contemporaneamente non ho voluto annullare quella che era la struttura del documento, dove il testo si integrava con fotocopie di immagini a corredo in una sapiente collocazione a collage.

E’ opportuno significare che peraltro non ho voluto ricorrere al testo già pubblicato nel 1988 dall’editore NED di Milano, le cui copie sono depositate nel prestigio della Braidense e della Sormani di Milano, e della Nazionale di Firenze e Roma. Il lettore interessato potrà ricorrere a questo volume “ufficiale”.

Il legame, poi, tra la Pombia di oggi, che mi promettevo di rappresentare nella parte di mia competenza, e la figura di Arduino, così magnificamente illustrata dall’autrice, mi si presentava flebile nel luminoso dualismo dei due interpreti.

Anche in questo caso è stata la stessa autrice a venirmi in soccorso, seppur in modo da lei ignorato.

Da quel già citato scaffale dell’oblio è emerso un altro manoscritto, più snello di quello su Arduino, ma non meno denso di emozionanti passaggi. Nella pagina iniziale, in bella mostra, un’immagine di Arduino riprodotto da una preziosa stampa, ed il titolo: “Divagazioni introduttive ad una rivisitazione del mito di Arduino da Pombia Marchese d’Ivrea e Re d’Italia”; un’accurata scelta di parole (divagazioni, Arduino, Pombia) per illustrare il tema da me tanto ricercato del legame tra il paese e l’uomo.

Ecco quindi come è nata, dopo una lunga gestazione ed un laborioso travaglio, la struttura sulla quale si fonda questo numero della rivista; il lettore, a sua discrezione, può leggere prima d’Arduino e poi di Pombia, oppure prima di Pombia e poi d’Arduino, indifferentemente, ma è opportuno che dapprima entri nell’argomento con le “Divagazioni…”, vero trait d’union alla cui compiutezza solo l’autrice poteva giungere, nessun altro meglio di lei.
Un passaggio obbligato che mi sento di dover imporre.

Da qui si inizia la lettura.

 

Struttura del sito

Pombia e Arduino

Pombia e Arduino - divagazioni introduttive
Divagazioni tra Pombia ed Arduino - I ricordi
Divagazioni tra Pombia ed Arduino - I luoghi
Arduino da Pombia
Arduino da Pombia - Premessa
Arduino da Pombia - Cap. I - Situazione italiana dal 500 al 1000
Arduino da Pombia - Cap. II - Fallimento per avere un re d'Italia italiano
Arduino da Pombia - Cap. III - Liudolfo principe ribelle
Arduino da Pombia - Cap. IV - Pombia e le ascendenze di Arduino
Arduino da Pombia - Cap. V - Il figlio di Dadone
Arduino da Pombia - Cap. VI - Il marchese d'Ivrea
Arduino da Pombia - Cap. VII - Il marchese diventa re
Arduino da Pombia - Cap. VIII - Tempesta sul re
Arduino da Pombia - Cap. IX - Assediato a Sparone
Arduino da Pombia - Cap. X - Enrico ritorna e Arduino non s'arrende
Arduino da Pombia - Cap. XI - Il monaco
Arduino da Pombia - App. I - Sopravvivenza del mito nel Canavese e a Pombia
Arduino da Pombia - App. II - Gli Umiliati
Arduino da Pombia - App. III - Un'ultima parentesi
Arduino da Pombia - Bibliografia
Pombia - Sensazioni di una visita

Bibliografia e Cartografia

Nelle attività preliminari di preparazione alle visite nel paese di Pombia abbiamo trovato utile partire da un pieghevole di agevole lettura i cui testi ed immagini formano peraltro il sito stesso del Comune.
Pombia
a cura del Comune di Pombia e della Associazione Storica Pombiese

Particolarmente pregevole per lo studio dei reperti medioevali della zona è il volume
L'Ovest Ticino nel Medioevo: terre, uomini, edifici.
Indagini in Pombia, Oleggio e Marano Ticino
Atti del Convegno del 13-14 giugno 1998
a cura dell'Associazione Storica Pombiese
Interlinea Edizioni, Novara 2000

Per un'indagine scientifica approfondita e specifica sulla chiesa di San Vincenzo in Castro, all'interno del volume citato ho trovato utile la consultazione del testo
Pietro Favini
Antichi monumenti plumbiensi: San Vincenzo in Castro

Una visione rivolta ad un passato ancor più remoto a testimonianza dell'interesse antico sui luoghi è rilevabile dal volume
La birra e il fiume: Pombia e le vie dell'Ovest Ticino tra il VI e il V secolo a. C.
a cura di Filippo Maria Gambari
Celid, Torino 2001

Per un raffronto con il passato pombiese relativamente vicino ci siamo avvalsi delle immagini fotografiche del volume
Gianni Giardina
Pombia e Varallo Pombia nei tempi andati
EOS Editrice, Oleggio 1995

Un'ampia documentazione anche su tematismi diversificati, ma comunque correlati agli aspetti storici locali, disponibile in rete è lo studio del Politecnico di Milano, commissionato dall'Ente Parco Naturale Valle del Ticino, Regione Piemonte
Studi e ricerche per il Piano d'Area
Paesaggio, beni archeologici, architettonici e naturali
Milano, giugno 2005

Infine, per un generico studio sulle costruzioni contadine, anche se geograficamente orientato su una zona diversa da quella novarese, è interessante il volume
Alberto Fumagalli
Architettura contadina del varesotto
Silvana Editoriale, Milano 1985

Abbiamo utilizzato carte e mappe di diversa origine, ma in relazione alla specificità ed alla limitata zona d'attenzione, come in altri casi si sono rivelate di massima utilità le Carte Tecniche Regionali, che la Regione Piemonte propone anche in versione georeferenziata ed utilizzabile da strumenti informatici.
CTR Raster UTM 1:10.000 (2 CD-ROM)

Per preparare le visite risulta utile, soprattutto per la disponibilità delle ortofoto, la consultazione del sito
Portale Cartografico Nazionale
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio

oppure, in alternativa, l'utilizzo del prodotto
Google Earth
che nella zona di Pombia presenta un rilevamento fotografico di buon dettaglio, seppur ripreso nel periodo invernale e come tale di colore atonale.

 

Ringraziamenti

Come Curatore, è con vero piacere che rivolgo tutti i miei più sentiti ringraziamenti a Giuseppina, che con i suoi scritti, la sua disponibilità e la quantità di documenti e volumi che mi ha messo a disposizione mi ha consentito non solamente di aprire al mondo dei navigatori di Internet una pagina di storia italiana di incerta conoscenza, ma sopratutto di riscoprire gli antichi valori della vita di un paese che è nella mia, e nella sua, storia.

Cionondimeno non mi voglio dimenticare di quei miei parenti, Vicenzina e Rino, che ancora stabilmente vivono a Pombia, e che mi hanno aiutato nella scoperta dei luoghi e delle persone, frequentemente ospitandomi ed accettandomi in visite inattese, coinvolti loro malgrado nella mia ansia di conoscere per ricordare.

 

Contatti

Saranno particolarmente graditi i contributi dei visitatori che volessero segnalarci curiosità o dettagli da aggiungere a quanto da noi presentato.

Per raggiungere gli autori con i vostri scritti potete utilizzare la posta elettronica del Curatore
Ferruccio C. Ferrazza

(ATTENZIONE: TOGLIERE GLI SPAZI NEGLI INDIRIZZI EMAIL)

 

Nota

Tutte le fotografie pubblicate in questo sito sono state scattate dall'autore nell'anno 2006 e 2007 e come tali protette dalle norme sul Diritto d'Autore.
Ne è pertanto vietata la riproduzione, diffusione e spaccio, se non con l'espressa autorizzazione dell'autore.

 

Testi di approfondimento

L'argomento oggetto del sito può essere approfondito con la lettura di libri acquistabili anche via Internet.
In particolare, un click sui temi di riferimento che possono essere:

Pombia
I Longobardi
Medioevo

 

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ISSN 2284-3620

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2016