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I luoghi e i tempiPossibile?
Premesse(di Ferruccio C. Ferrazza) Un vecchio manoscritto, la scoperta di misteri antichi, il traballare delle certezze storiche, la rivoluzione della conoscenza scientifica, forse. Chi tra noi non ha sognato, almeno una volta, di impersonare gli esploratori della cinematografia e della letteratura più fantasiosa, e per questo ancor più affascinante. Questo numero della rivista scaturisce proprio da questo sogno, il mio personale sogno, che qualche tempo fa mi è sembrato trasformarsi in forma concreta, o quantomeno mi è sembrato che potesse divenire tale. La libreria di mio padre, non ricca di volumi, ma vasta di argomenti, è stata da lui sviluppata come una sorta di raccolta di memorie, o, per meglio dire, di supporti per le sue memorie; libri sulla guerra in Russia, volumi di storia milanese, opere in dialetto lombardo, saggi per la professione. Io stesso vi depositai qualche libello, considerando che fosse la più adatta locazione per largomento trattato, diversificando così quella libreria dalla mia, già densa oltremisura. Peraltro vi collocai anche alcuni documenti in forma primordiale, manoscritti e dattiloscritti preliminari di stampa, redatti da una cugina di mio padre, apprezzata scrittrice di poesie e di memorie storiche. Il tempo seppellì nelloblio questi documenti; scomparsi dalla memoria, certo, ma pur sempre presenti nello spazio, in quello spazio dove talvolta torno a girovagare, vagabondando senza alcuna meta precisa se non la ricerca di quanto so di aver dimenticato pur non sapendo di cosa si tratti. Ed ecco emergere quegli scritti a suo tempo reclusi nello scaffale meno frequentato. Storie di un medioevo passato nel tempo, ma tuttora vivo nei luoghi. Due i protagonisti: Arduino re dItalia e Pombia. Luno, persona; laltro, paese. Sfoglio e leggo frasi sparse, interpretando il vecchio carattere di unaltrettanto vecchia macchina da scrivere, dando un senso alle annotazioni di mano dellautrice e che mostrano lo sviluppo del pensiero nelle correzioni, nelle aggiunte, nelle cancellazioni, addirittura nelle note per lo stampatore, se mai ve ne fosse uno. Un prezioso collage di informazioni, sapientemente scomposto e nuovamente ricomposto con carta, forbici, colla e fotocopiatrice, come susava pur solo qualche anno fa. Unintuizione, una folgorazione, tanto piacevole quanto improvvisa: Visto. Si pubblichi! (non è forse così che dicono i professionisti della notizia?) Una breve ricerca nella rubrica telefonica, ed il contatto con la cugina-autrice è presto ripristinato. Con lei condivido il paese avito, Pombia, con ricordi dinfanzia, seppur in tempi e condizioni diverse. Le illustro il progetto: Arduino, il tuo scritto; Pombia, le mie illustrazioni fotografiche. Lentusiasmo ci accomuna. Ci incontriamo e dimprovviso mi ritrovo a dover liberare spazio in un nuovo scaffale della mia libreria per ospitare, seppur temporaneamente, le testimonianze librarie di una vita pombiese che non avevo ancora neppur intravisto. Ed è a questo punto che per sviluppare il numero della rivista inizia a prendere forma una nuova impostazione, frutto dello studio di questa enorme quantità di informazioni. Allinizio ho identificato il tema con Arduino
dIvrea, protagonista assoluto del titolo. Qualcuno ha perfino dubitato che vi lasciassi Arduino.
(di Giuseppina Ferazza Politi) Firmata (
) lautorizzazione liberatoria (
) per
pubblicare (
) dovrei adesso mandare unautobiografia a Ferruccio Ferrazza che
appartiene al quel ramo della mia famiglia (da FERRAZZA IN VAL MORA in poemetti
pombiesi del 1979) che reca una doppia erre nel cognome a causa
dellerrore di qualche disattento impiegato allanagrafe comunale di Pombia, la
piccola patria dorigine dei comuni avi. Siamo dunque innegabilmente parenti, anzi
doppiamente tali in quanto suo nonno, il Pa Pepp, era primo cugino del Pa
Ngeta mio nonno, e sua nonna Teresa Settimio-Roveda era nipote della mia nonna
Rusòt-Rosa Negri in quanto figlia seppur adottiva di sua sorella Maddalena
maritata Roveda. Sono venuti a trovarmi, Ferruccio con la tuttora solare moglie,
nella vecchia casa di Pombia, dove ci eravamo dati appuntamento. Ho detto loro di quanto
il padre, e suocero, Natalino (sì, era nato il giorno di Natale) mi raccontava del
proprio nonno materno che stava, da proprietario e conduttore dellannesso poderetto,
nella parte attigua della cascina e gli dispensava un ovetto quotidiano; e di quando il
suo nonno paterno fosse orgoglioso di lui, nipotino che rinnovava la caratteristica testa
rotonda e intelligente degli avi; e di come bene ricordassi la loro casa alla Quara nella
quale mi aveva colpita una grande oleografia raffigurante lincendio di San
Francisco, la città dovera vissuto (vi era nata la primogenita Vittoria poi
maritata Chiari e madre di quellOrlando che si autodefinisce ancora
giovanile nel 2006 e che ha lasciato in eredità a Ferruccio il
fuoristrada Suzuki SJ500 datata 1985), così come mi aveva incuriosita una grande boccia
di vetro contenente acqua che Nino forse filtrava o, forse, rendeva materia di suoi
esperimenti per una chimica empirica e forse un po fantasiosa che lo facevano
evadere dal suo lavoro di geometra inquadrato nei ranghi della Carlo Erba, la
ditta che mi era nota specialmente per le belle scatole di latte in polvere (da CIMITERINO
IN CASTELLO in In quel perduto ieri del 1982 i cui versi sono piaciuti a Gina
Lagorio e sono stati presentati da Nelo Risi) riutilizzate a diversi usi. Questo, il cappello dalla tesa fin troppo ampia per introdurre
allautobiografia richiestami. Quanto alla biografia letteraria, non credo, ahimè!, che le mie pagine
possano aver interessato molta gente anche se, con ostinazione diabolica ho continuato a
scrivere un po per celia e un po per non morir. Dopo i testi di poesia e le biografie di ARDUINO e MARIA JOSE, torno a curiosare nelle vite altrui e ne nascono VITTORIA nel 2005 e MARIA LAETITIA NAPOLEONE, ancora nel 2005. Negata ai sistemi elettronici, accantonata anche la fedele Olivetti regalatami dallo zio Maurizio, sono tornata a scrivere a mano, rimpiangendo in cuor mio la vecchia cannuccia col pennino mitchell da intingere nel calamaio e le successive stilografiche, compresa una prestigiosa MontBlanc, per servirmi solo di penne biro avute qual reclames di questo e quello. Per non dire della matita di cui faccio largo uso, benigna comè nel lasciarmi rapidamente cancellare con linserita gommina sia gli svarioni che le inesattezze e le ormai frequenti ripetizioni dovute alla difettosità di memoria tipica della senescenza.
L'autrice(dei testi sulla storia di Arduino e sui collegamenti con Pombia) Giuseppina Ferazza Giuseppina Ferazza è nata a Milano nel 1928, vive e risiede oltre
quarant'anni nel territorio dell'alto lodigiano. biografia tratta dal volumetto
L'autore(del testo e delle fotografie su Pombia al tempo d'oggi) Ferruccio Ferrazza
Guida al sitoComporre questo numero della rivista non è stato un lavoro da poco; molti sono stati i rimaneggiamenti sia di tipo strutturale sia di contenuto, entrambi frutto del processo di riscoperta che ha proseguito per diversi mesi, su ricordi, su persone, su luoghi. Gli stessi documenti dattiloscritti si sono rivelati difficili da
interpretare da parte dei pur sofisticati sistemi informatici di lettura ottica dei
caratteri. Io stesso, in questo caso, ho voluto soprattutto rendere maggior tributo alla
forma leggibile, e quindi mi sono adoperato per consentire allodierno lettore
telematico di scorrere con fluidità le parole ed i concetti espressi dallautrice,
cosa che sarebbe risultata difficile se si fosse scelto di riportare le pagine originarie
nella loro visione fotografica.. E opportuno significare che peraltro non ho voluto ricorrere al testo già pubblicato nel 1988 dalleditore NED di Milano, le cui copie sono depositate nel prestigio della Braidense e della Sormani di Milano, e della Nazionale di Firenze e Roma. Il lettore interessato potrà ricorrere a questo volume ufficiale. Il legame, poi, tra la Pombia di oggi, che mi promettevo di rappresentare nella parte di mia competenza, e la figura di Arduino, così magnificamente illustrata dallautrice, mi si presentava flebile nel luminoso dualismo dei due interpreti. Anche in questo caso è stata la stessa autrice a venirmi in soccorso, seppur in modo da lei ignorato. Da quel già citato scaffale delloblio è emerso un altro manoscritto, più snello di quello su Arduino, ma non meno denso di emozionanti passaggi. Nella pagina iniziale, in bella mostra, unimmagine di Arduino riprodotto da una preziosa stampa, ed il titolo: Divagazioni introduttive ad una rivisitazione del mito di Arduino da Pombia Marchese dIvrea e Re dItalia; unaccurata scelta di parole (divagazioni, Arduino, Pombia) per illustrare il tema da me tanto ricercato del legame tra il paese e luomo. Ecco quindi come è nata, dopo una lunga gestazione ed un laborioso
travaglio, la struttura sulla quale si fonda questo numero della rivista; il lettore, a
sua discrezione, può leggere prima dArduino e poi di Pombia, oppure prima di Pombia
e poi dArduino, indifferentemente, ma è opportuno che dapprima entri
nellargomento con le Divagazioni
, vero trait dunion
alla cui compiutezza solo lautrice poteva giungere, nessun altro meglio di lei.
Struttura del sito Bibliografia e CartografiaNelle attività preliminari di preparazione alle visite nel paese di
Pombia abbiamo trovato utile partire da un pieghevole di agevole lettura i cui testi ed
immagini formano peraltro il sito stesso del Comune. Particolarmente pregevole per lo studio dei reperti medioevali della
zona è il volume Per un'indagine scientifica approfondita e specifica sulla chiesa di San
Vincenzo in Castro, all'interno del volume citato ho trovato utile la consultazione del
testo Una visione rivolta ad un passato ancor più remoto a testimonianza
dell'interesse antico sui luoghi è rilevabile dal volume Per un raffronto con il passato pombiese relativamente vicino ci siamo
avvalsi delle immagini fotografiche del volume Un'ampia documentazione anche su tematismi diversificati, ma comunque
correlati agli aspetti storici locali, disponibile in rete è lo studio del Politecnico di
Milano, commissionato dall'Ente Parco Naturale Valle del Ticino, Regione Piemonte Infine, per un generico studio sulle costruzioni contadine, anche se
geograficamente orientato su una zona diversa da quella novarese, è interessante il
volume Abbiamo utilizzato carte e mappe di diversa origine, ma in relazione
alla specificità ed alla limitata zona d'attenzione, come in altri casi si sono rivelate
di massima utilità le Carte Tecniche Regionali, che la Regione Piemonte propone anche in
versione georeferenziata ed utilizzabile da strumenti informatici. Per preparare le visite risulta utile, soprattutto per la disponibilità
delle ortofoto, la consultazione del sito oppure, in alternativa, l'utilizzo del prodotto
RingraziamentiCome Curatore, è con vero piacere che rivolgo tutti i miei più sentiti ringraziamenti a Giuseppina, che con i suoi scritti, la sua disponibilità e la quantità di documenti e volumi che mi ha messo a disposizione mi ha consentito non solamente di aprire al mondo dei navigatori di Internet una pagina di storia italiana di incerta conoscenza, ma sopratutto di riscoprire gli antichi valori della vita di un paese che è nella mia, e nella sua, storia. Cionondimeno non mi voglio dimenticare di quei miei parenti, Vicenzina e Rino, che ancora stabilmente vivono a Pombia, e che mi hanno aiutato nella scoperta dei luoghi e delle persone, frequentemente ospitandomi ed accettandomi in visite inattese, coinvolti loro malgrado nella mia ansia di conoscere per ricordare.
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NotaTutte le fotografie pubblicate in questo sito sono state scattate
dall'autore nell'anno 2006 e 2007 e come tali protette dalle norme sul Diritto d'Autore.
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