“SAPERE” - Ulrico Hoepli Ed.

Anno II – Volume IV – n. 43
15 ottobre 1936 - XIV

 

IN VOLO SUL MONDO

di Prospector

 

CENTO ANNI FA, le ferrovie rinnovarono l'aspetto del mondo e la mentalità degli uomini; oggi una rivoluzione forse più radicale è operata dall'avvento trionfale dell'aeronavigazione.

I mezzi aerei, per merito di una tecnica sorretta da grandi possibilità finanziarie e guidata da profonde conoscenze scientifiche, progrediscono giorno per giorno: il dirigibile è diventato il sicuro e comodo transatlantico dell'aria, l'aeroplano ha assunto i caratteri della carrozza a letti aerea, che viaggia a velocità di crociera di 350 km/ora. Così la traversata dell'America del Nord richiede quindici ore di volo in luogo dei quattro giorni e quattro notti della ferrovia; si va da Francoforte a Rio de Janeiro in dirigibile in tre giorni e mezzo.

Già con le ferrovie ci abituammo a valutare le distanze in tempo di viaggio, fondendo così spazio e tempo nel concetto di velocità.

Attraverso l'incantesimo della velocità, il mondo ci appare sempre più piccolo, quasi come se si contragga ad ogni nuova conquista dei mezzi di locomozione con cui lo trascorriamo da dominatori.

 

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La carta qui unita rappresenta la parte più importante della superficie terrestre la quale appare staccata dalla sua forma sferoidale, distesa e stirata come un foglio di gomma elastica, in modo che possiamo rappresentarla così come la vedrebbe un osservatore posto sul prolungamento dell’asse a 40000 km di distanza dal Polo Nord. L'angolo visuale, assume così un valore più grande del naturale e rende visibile una porzione di superficie situata al disotto dell'Equatore e del Tropico del Capricorno.

Distinte con vari tratteggi vi si scorgono le linee esercite da grandi Compagnie Nazionali che sono controllate dai singoli Stati: la Panamerican Airways degli Stati Uniti, la Luft Hansa tedesca, la Imperial Airways inglese, la Air France francese, la K. L. M. olandese, la V. A. C. V. F. sovietica, la giapponese, le nostre Ala Littoria e Aviolinee.

Il lettore non ha che leggere nomi e seguire queste linee per scorgere l'estensione delle influenze commerciali e politiche esercitate dalle varie Nazioni a seconda dei propri interessi.

La Panamerican Airways applica aviatoriamente ed estensivamente il principio di Monroe: l'America agli Americani.

Tutto il continente americano è infatti percorso dalle linee della Panamerican, come si scorge dalla carta.

Ma non basta: da S. Francisco per Honolulu, Midway, Wake e Guam isolotti sperduti nel Pacifico e abitati solo in virtù dei servizi aerei, gli Stati Uniti sono congiunti a Manila, capitale delle Filippine (il servizio passeggeri regolare è stato inaugurato il 6 ottobre); e di qui a Macao, a Hong Kong (Canton è escluso perché gli Americani non hanno ottenuto il permesso di approdo) a Shanghai fino ad Hankow e a Cheng Fu, la Panamerican sembra sconfinare un poco dal principio di Monroe… e pare voglia sconfinare anche verso l’Europa, come vedremo.

Dalla nevralgica sponda asiatica, si distacca la rete giapponese, chiusa in se stessa, non collegata in servizio ad alcuno: ma da Vladivostock città dal nome significativo di “chiave d’Oriente” si diparte la grande linea russa che porta in Europa attraverso la Siberia per Irkutsk, Novosibirsk, Omsk, Mosca, Leningrado. Vi si vola, come in America, di notte e di giorno.

A sud della Siberia, la grande via delle Indie, da Batavia (non visibile sulla carta) per Singapore, Bangkok, Rangoon, Calcutta, Karachi, Bagdad, porta ancora in Europa, ad Atene, Brindisi, e di qui a Londra o ad Amsterdam o a Parigi. Olandesi, Inglesi, Francesi si spartisconola via maestra del mondo, in cortese ma accanita lotta commerciale e politica.

In Europa... il campo è ancor più contrastato, e non solo aviatoriamente. Oltre i servizi francesi inglesi e olandesi già menzionati, appare la Luft Hansa tedesca che esercisce grandi e importanti linee e spinge tentacoli verso l'estremo Oriente e l'America del -Sud.

Come appare chiaro, le difficoltà di sviluppo e di collegamento di questi servizi aerei sono soprattutto di natura politica e sopraggiungono nei passaggi da Stato a Stato. L'aeroplano è un mezzo certo più indiscreto del treno che è più controllabile e passa per dove si vuole... I Turchi hanno risolto il problema in un modo semplicissimo: nessuno straniero è autorizzato a volare sulla Turchia. Come esempio di superisolation non c'è male: la Turchia è una nuova isola nel mare della civiltà che tende a unire i popoli, materialmente e spiritualmente.

 

Su un problema di grande ed attuale interesse diremo ancora qualche cosa: la traversata dell'Atlantico del Nord.

Quella dell'Atlantico Sud è già fatto compiuto: i Tedeschi hanno due navi appoggio, la Westphalen e la Schwabenland, su cui atterrano per così dire, e vengono catapultati, gli idrovolanti che da Bathurst vanno a Natal e quindi in concorrenza con gli Americani fino a Cuyak nel cuore del continente e fino a Santiago del Cile; vi sono i servizi dei dirigibili; i Francesi vanno in volo soltanto da Tolosa a Dakar e da Dakar a Santiago, ma fra poco voleranno anche sull'Oceano.

Quella dell'Atlantico Nord è disputata tra Francesi, Inglesi, Americani e Tedeschi. Ognuno combatte a suo modo, secondo la propria natura. I Francesi con pochi mezzi e molte iniziative, glorificate del resto dal sacrificio dei loro pionieri; i Tedeschi con l'organizzazione; gli Americani con le imprese finanziarie oggi sorte, domani svanite in una ridda di azioni e di quotazioni di borsa; gli Inglesi con la flemma e coi milioni. La via, già segnata dalla natura e percorsa dagli ardimentosi, è quella delle Azzorre e delle Bermude.

I sistemi sono parecchi, in progetto o in esperimenti gelosamente segreti. Banchine galleggianti? Aeroplani doppi, del cosiddetto tipo Mayo Composite? Navi appoggio? Lo Schwabenland ha già effettuato catapultaggi sperimentali al largo delle Azzorre... O, più semplicemente, apparecchi giganti, il Farman “Centauro” francese, il “DO 18” tedesco?

Un prossimo avvenire ce lo dirà. Intanto, un trafiletto di giornali inglesi, passato inosservato a molti, dava notizia qualche tempo fa della scelta fatta per la località di approdo in Europa: Foynes, villaggio di pescatori sperduto in Irlanda, dotato di ampio e tranquillo specchio dì mare e di rase pianure circostanti. Vi stanno sorgendo, come per incanto, colossali serbatoi di carburante, stazioni radio, officine, strade, alberghi.

Che cosa fa l'Italia frattanto?

Non è da escludersi che vi siano delle sorprese in proposito. Intanto l'Italia, volta alla sua grande impresa coloniale, forte di un'aviazione perfetta sia pure entro i limiti più modesti che le condizioni geografiche le consigliano, ha organizzato i servizi aerei che la collegano alle Colonie e all’Impero, via Tripoli, Bengasi, Kartum, Cassala, e di qui ad Asmara e ad Addis Abeba.

Il fervore delle iniziative è noi temperato dalla vecchia saggezza latina: quando il momento sarà giunto, sapremo scegliere la via da seguire.