Da “SAPERE” – Ulrico Hoepli Editore
Anno VI - Volume XI - n. 6/126
31 marzo 1940 - XVIII

 

 

ALLE FONTI DELLA STORIA NORDICA
di Attilio Podestà

 

Monete e tazze romane scoperte nel Baltico
Il monumenti megalitici dell'Isola di Gotland
La "Casa di Staver"
Visby, la città delle rovine e delle rose

 

 

Nel mezzo del Baltico si trova un'isola il cui carattere differisce radicalmente da quello del resto della Svezia, alla quale appartiene. È questa l'isola di Gotland, dalle bizzarre rocce calcaree elevantisi bianchissime sul mare, abitata dagli antichi Goti, a causa della situazione, della dolcezza del clima e della fertilità del suolo, aspramente disputata, nel corso della storia, dagli Stati rivieraschi del Baltico. Antica città, Visby, la capitale, è stata, dal XII al XIII secolo, ricca e potente.

Più volte devastata da flotte ed armate danesi, Visby è stata, nel 1361, messa a sacco e distrutta. Attualmente la sua importanza come città marittima è quasi nulla, ma, storicamente, Gotland perpetua il ricordo del più importante centro commerciale svedese del Medio Evo. Circondata da un muro di cinta di 4000 metri fiancheggiato da 37 torri, la città si eleva su un terreno a terrazza, sul mare. Vecchie strade, case antichissime, giardini pieni di rose, e soprattutto, le rovine di magnifiche chiese, di cui undici sono ancora in piedi, danno a questa città unica un carattere a cui non si può trovare un equivalente, se non discendendo molto a sud dell'Europa. Si potrebbe quasi credere che un'isola classica del Mediterraneo sia stata trasportata, come per un colpo di bacchetta magica, nel lontano Baltico. E i resti di monete e di vasi romani ed arabi, rinvenuti in scavi recenti, non possono che accentuarne l'impressione. Ma oltre questo, importanti monumenti dell'epoca della pietra, che si trovano in altri punti di Gotland, antichissime tombe di guerrieri, resti di vita dell'epoca romana, rovine medioevali, ci permettono di risalire alle fonti della storia nordica e di seguire l'ininterrotta evoluzione di una civiltà, dalle epoche primitive all'elevato grado raggiunto nei secoli di mezzo, fino a che l'isola conservò il dominio di tutti i traffici che si svolgevano nel Mar Baltico. E le recenti scoperte confermano i documenti che fanno menzione delle relazioni commerciali dei Goti con i Romani, i Greci e gli orientali.

Visby, la perla del Baltico, non ha voluto diventare il museo di sé stessa, fasciare di grigio i ricordi di un tempo splendente : e ha fatto diventare le sue coste delle stazioni balneari dove la vita ferve intensa, e ha dato preziosa accentuazione e colore evocativo alle rovine, vestendole di edera e di rose, rose a profusione, di tutte le varietà e di tutte le tinte, e accompagnandole col ricco verde degli alberi di noce e con le delicate armonie delle acacie. Visby è la città delle rose. Le rose sottolineano vecchi muri di calcare, si arrampicano fino ai tetti di tegole ricoperti di muschio, muovono all'assalto delle mura, seppelliscono le rovine di una torre o inghirlandano i resti di una chiesa, in una profumata incantevole fantasia coloristica. Così, illeggiadrito il peso dei secoli, Visby conserva l'antica alterezza a specchio di quel mare che fu già suo regale dominio.

Tra i più antichi documenti di vita umana sono indubbiamente i monumenti megalitici, simili a quelli che si notano nel Morbihan (Francia), nella zona di Carnac, dove si ammirano i più superbi «menhirs» (monoliti), «cromlechs» (pietre disposte in circolo) e «dolmens» (tavole di pietra) che gli antichi Celti abbiano lasciato a ricordo e testimonianza dei loro riti. Simili anche a quelli che si trovano in Danimarca, nell'Irlanda, nella Germania occidentale, nella Spagna e anche nell'Italia meridionale («dolmens», tombe, specialmente nei territori di Taranto e di Bisceglie), oltreché nelle isole del mar Mediterraneo, in Africa e in Asia. Tombe di guerrieri di singolare fattura, poste su larghe fondamenta quadrangolari, e risalenti ad oltre duemila anni fa, si trovano in diverse località. Nei tempi andati il popolo credeva che queste rovine abbandonate fossero tombe di giganti e di eroi mitologici e può essere che questa credenza abbia contribuito a conservarle intatte per cosi lungo tempo.

Particolare interesse rivestono per noi gli scavi iniziati nei dintorni del villaggio di Bure e non ancora ultimati. Scavi che hanno dato sorprendenti risultati, portando alla luce resti di abitazioni dei primi secoli di Cristo, che chiaramente indicano l'influenza che Roma aveva ormai raggiunto anche sulle coste del Baltico. Si tratta dei resti di un raggruppamento di abitazioni come quelle, di minore importanza, che si trovano in numerose altre località dell'isola. Il raggruppamento era formato da cinque costruzioni, la maggiore delle quali, chiamata la «Casa di Staver», misura sessanta metri. Sembra effettivamente che questa sia servita per dimora del capo della comunità, per i più ricchi particolari d'arredamento e per la maestosità delle sale che fanno pensare alle grandi corti delle Icelandic Sagas, di mille anni dopo il periodo romano. L'enorme sala era stata divisa in due grandi camere, delle quali la prima serviva evidentemente da officina, dove le fornaci, le pietre da macina e mucchi dì scorie indicano ancora i differenti rami di lavoro praticato dagli abitanti. La camera annessa era del capo. Fra le pietre del massiccio e ben costruito muro sono stati trovati i risparmi degli inquilini, consistenti in circa venti monete romane d'argento, coniate a Roma intorno al 200 dopo Cristo, il che dimostra quale fosse la moneta circolante nel Nord in quel periodo e quale importanza assumesse.

Insieme a queste furono rinvenute delle monete arabe. Nelle camere si trovarono pedine per giochi, aggeggi di squisita fattura per ornare donne vanitose, frammenti di almeno tre tazze romane, importate certamente dai negozi che i Romani avevano aperto sul Reno ; oggetti di. vetro decorato con venature azzurre e rosso scure, come mai prima d'ora erano state rinvenute in Svezia nel corso di altri scavi. La sorpresa maggiore si ebbe alla fine della escavazione della «Casa di Staver», quando si trovò che questa costruzione era stata eretta sulle rovine di una più antica di 40 metri di lunghezza, risalente al Duecento, e che quest'ultima poggiava su una terza consistente in mura di pietra di ciclopiche proporzioni, indubbiamente da assegnarsi ad un periodo prima di Cristo. Si può quindi considerare questa come la più vecchia costruzione dell'epoca del ferro fino ad oggi scoperta nel Nord.

 

 


1. Visby - Una strada.

 


2. Visby - L'interno delle rovine della chiesa di S. Caterina, la più famosa e la più bella delle undici chiese di cui rimangono rovine a Visby. Chiesa eretta nel XIII secolo per i discepoli di S. Francesco d'Assisi e dedicata alla memoria di S. Caterina di Alessandria.

 


3. Formazioni calcaree chiamate «Raukar» sulla costa Est dell'Isola di Gotland, nei pressi della località dove S. Olaf costruì la sua chiesa.

 


4. Uno dei più importanti monumenti megalitici di Gotland, nei pressi del villaggio di pescatori Gnisvàrd. È lungo 45 metri ed è formato di circa 100 pietre disposte in circolo.

 


5. Isola di Gotland - Monete romane rinvenute nella «Casa di Staver».

 


6. Isola di Gotland - Vaso romano di terra sigillata, rinvenuto nella «Casa di Staver»,