Da “SAPERE” – Ulrico Hoepli Editore
Anno II – Volume IV – n. 47
15 dicembre 1936 - XV

 

 

ARTE DI 5000 ANNI FA
(di g.c.)

 

La spedizione archeologica dell'Istituto Orientale dell'Università di Chicago, guidata dal prof. Henry Frankfort, è tornata dalla Mesopotamia dopo avere ottenuto notevoli risultati e raccolto interessanti oggetti.

È stato scoperto a Khafaje un tempio a divinità ignota risalente a circa tremila anni avanti l'era nostra. Ivi sono stati raccolti vasi votivi di terracotta a forma di animali, vasi di pietra colorati, su cui sono incisi animali stilizzati secondo schemi semplicistici che ci ridanno te figure di animali di metallo venute di moda con l'arte del Novecento; una quantità di sigilli cilindrici figurati (di steatite), amuleti di madreperla o di lapislazzulì e collane di pietre varie colorate.

Di tutte queste reliquie dell'antica civiltà sumerica illustriamo qui alcuni dei pezzi più interessanti.

Statuetta di donna, trovata nel tempio di Khafaje (Mesopotamia); uno dei più interessanti oggetti raccolti dalla Spedizione. Può risalire a circa 3000 anni fa, e può quindi considerarsi la più antica scultura di pietra trovata nell’Asia anteriore, rappresentante un essere umano; differisce da tutte le altre sculture babilonesi fino ad oggi note (fig. 1).

 

 

Basamento di un altare votivo, di pietra, trovato nel tempio di Khafaje. Si vede un toro che formava il sostegno di due figure nude di donna (una sola conservata) [fig. 2].

 

 

Vasi di terracotta per libazioni sacre, in forma di bue e di uccello: hanno sulla schiena un orifizio per introdurre e versare il liquido (figg. 3 e 4). Sappiamo da altre rappresentazioni figurate che siffatti vasi si offrivano a divinità, anche nell'Anatolia e a Mycenae.

 

 

 

Tra i trovamenti fatti nei templi di Tell'Agraf e di Khafaje, assai interessanti sono i sigilli cilindrici figurati. Nella fig. 5 si vede la fronte di un tempio fortemente schematico e sormontato da rosette riferibili forse alla dea Ishtar ed una faccia mostruosa stilizzata che non si sa che cosa voglia rappresentare.

 

 

 

La finezza dei disegni incisi su questi sigilli cilindrici di steatite lucida o in pietra calcarea è dimostrato dalla fig. 6 in cui si vedono due cervi, uno chinato a brucare l'erba, l'altro a bere da un ruscello che scorre tra gli arbusti da piedi delle montagne. La figura 7 mostra l'artistica schematicità di elementi geometrici e di animali, tanto più interessanti in un’età come la nostra in cui l'arte del Novecento sembra ritornare ai gusti e alle tendenze di 4000 anni fa.